In tre anni erogati 176 milioni alla Sanità di cui ben 84 alla Maugeri e al San Raffaele
In relazione agli scandali che riguardano l’Ospedale San Raffaele creato da don Verzè e la Fondazione privata Salvatore Maugeri di Pavia, il Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni parla di complotto politico-mediatico contro di lui e contro la Regione. Il “Celeste”, come viene chiamato dai suoi fedelissimi, è furibondo, adirato e collerico perché i giornalisti gli chiedono conto delle sue relazioni con i detenuti Piero Daccò (faccendiere e lobbista) e Antonio Simone (leader storico di Movimento Popolare in Lombardia), in carcere il primo per essere sconosciuto al fisco, non avendo dichiarato ad esso ben 70 milioni di euro, e poi per aver contribuito al crac del San Raffaele; il secondo accusato di associazione per delinquere, riciclaggio, appropriazione indebita, frode fiscale, ecc: dalla Maugeri di Pavia, infatti, sarebbero partiti ben 56 milioni (fondi neri) per altre cliniche in tutta Italia, soldi oscuri erogati per consulenze fittizie (ad esempio uno studio sulla vita su Marte). Per la cronaca, la regione presieduta da Formigoni ha erogato in tre anni alla Sanità 176 milioni di euro, di cui 84 sono andati al San Raffaele e alla Maugeri. E in Svizzera gli inquirenti avrebbero trovato 30 milioni riconducibili a Daccò e a Simone.
I giornalisti vogliono sapere delle mega-vacanze nelle Piccole Antille nel mar dei Carabi che Formigoni avrebbe fatto nei capodanni 2008, 2009 e 2010 con il faccendiere Daccò e delle altre vacanze che il Celeste avrebbe fatto in Costa Smeralda sempre con l’amico Daccò. Naturalmente, alla faccia della povertà, le vacanze erano rigorosamente di lusso. L’Espresso parla anche di vacanze che Formigoni avrebbe fatto in Brasile con Daccò.
Vacanze di gruppo - replica sdegnato - dove ognuno pagava la sua quota. Ma il Celeste, guarda caso, non è in grado di mostrare alcuna fattura né esiste la tracciabilità sui suoi conti correnti bancari o postali circa questi favolosi viaggi con gite in barca, ristoranti e resort di lusso a 7 stelle che costavano 45 mila euro la settimana. E parla invece del suo look durante queste vacanze da sogno. “Sono narcisista – dice Formigoni – amo cravatte e giacche colorate, ma per questo non posso essere processato”. Ma crediamo che agli italiani dei suoi colori scintillanti, sgargianti e hawaiani non importi nulla. E poi precisa finalmente: “Simone lo conosco da 40 anni, mentre Daccò lo conosco da almeno 12 anni”. Formigoni è un membro dei Memores Domini, un'associazione laicale cattolica i cui membri vivono i consigli evangelici di povertà, castità perfetta e obbedienza sotto l'egida del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, avendo come ambito di apostolato il mondo del lavoro. Ci domandiamo: queste vacanze megalattiche nel mar dei Carabi rientrano nel consiglio evangelico della povertà? Sebbene i suoi membri provengano dal movimento fondato da Mons. Luigi Giussani, quest'ultimo non ha fondato direttamente i Memores Domini, ma ha assecondato l'aspirazione di alcuni suoi ex-studenti a vivere secondo i precetti evangelici di povertà, castità e obbedienza, nel rispetto dell'imperativo benedettino ora et labora.
Un Presidente della regione Lombardia dovrebbe selezionare meglio le sue amicizie e frequentazioni. Dovrebbe evitare gite in barca con faccendieri e viaggi da mille e un notte. Dopo Tangentopoli la prudenza e la cautela per i politici è fondamentale. Non chiediamo a Formigoni di fare il monaco trappista né di togliere il saluto a Simone, ma egli sa benissimo che Simone (arrestato nell'inchiesta di Mani pulite poi assolto) è un pregiudicato e in dodici anni di frequentazioni conosceva sicuramente il lavoro di Daccò. Non sappiamo se la condotta di Formigoni sia biasimevole o riprovevole, ma sicuramente da un punto di vista morale non è un esempio né un modello per i cittadini. Se cresce l’antipolitica, evidentemente alcuni politici non si occupano del bene comune e gestiscono la cosa pubblica nel proprio interesse.
Un altro problema che riguarda indirettamente Formigoni è quello del Consiglio regionale. Ci sono dieci membri indagati da varie Procure su 80. In qualunque altro posto d’Italia i partiti sarebbero andati al voto per rinnovare un Consiglio con tanti indagati che percepiscono 12mila euro al mese. Ma Formigoni di sciogliere la Giunta e di dimettersi non ne ha voglia per un motivo semplice: questa è la sua ultima legislatura. E vuole arrivare al 2015. Ecco perché non vuole nessuna domanda dai giornalisti su Daccò e su Simone: questi scandali vanno nascosti, in Lombardia non si può e non si deve parlare della questione morale. Bisogna parlare della presunta eccellenza della sanità (evidentemente il Presidente non va mai in un pronto soccorso ad attendere 6 ore o a cercare un posto letto in Ospedale), non conosce i problemi dei disoccupati, degli anziani che vivono con 516 euro al mese, dei treni regionali che alle 7 della mattina sono affollatissimi, e degli esodati o dei cassintegrati o dei giovani laureati senza nessuna prospettiva. L’eccellenza - come dimostrano i fatti - sta purtroppo nei mega-viaggi ad Antigua…
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Sono presenti 3 commenti
Già, l'eccellenza riguarda il loro portafoglio, tutti gli altri devono far quadrare i conti di casa che non sempre tornano, ma fa niente ... Nessuno può giudicare perchè siamo tutti imperfetti , ma tanto vale andare ai convegni di CL SE POI CI SI COMPORTA COSì.
"Si comporta così" ... come? Quali reati ha commesso? Ci sono novità? Ma se non è nemmeno indagato: leggi "Formigoni" ma l'obiettivo è CL. Attenzione alle gogne mediatiche!
Chi (come descritto nel Vangelo) frequentava, prostitute, ladri e gente 'poco raccomandabile', così nella storia, tanti Santi, dovevano essere tutti arrestati? La frequentazione corrisponde a cosa?
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