Il ciclo di riflessioni quaresimali con le parole di Francesco e Chiara prosegue in questi giorni della Settimana Santa con nuovi appuntamenti quotidiani a cura di Monica Cardarelli

L’umiltà, la semplicità di cuore e la povertà sono il cuore del pensiero di Francesco e Chiara. Perché solo riconoscendosi umile e bisognoso delle attenzioni e dell’amore di Dio Padre l’uomo riesce ad avanzare nel cammino di salvezza. “Beato quel servo il quale non si inorgoglisce per il bene che il Signore dice e opera per mezzo di lui, più che per il bene che dice e opera per mezzo di un altro” scrive san Francesco nell’ammonizione XVII. È curioso come la radice della parola umiltà, humilitas, sia la stessa di terra, humus. L’umiltà presuppone la consapevolezza di essere creatura di Dio, plasmata da Lui, amata e scelta, e che proviene dalla terra.

Santa Chiara nella IV Lettera a Agnese di Praga scrive in proposito: “In questo specchio poi rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità; e questo tu potrai contemplare, con la grazia di Dio, diffuso su tutta la superficie dello specchio. Vedi poi, al centro dello specchio, la santa umiltà, e insieme ancora la beata povertà, le fatiche e pene senza numero ch’Egli sostenne per la redenzione del genere umano”. Lo specchio a cui fa riferimento Chiara è il crocifisso di San Damiano: nel Cristo crocifisso vi scorge l’umiltà e la povertà, ma anche tutte le sofferenze della Passione. Seguire la Passione di Gesù Cristo in questa Settimana Santa significa riscoprire in noi che guardiamo la croce la Sua umiltà che deve essere anche la nostra.

“Ammonisco ed esorto nel Signore Gesù Cristo tutte le mie sorelle, presenti e future, che si studino sempre di imitare la via della santa semplicità, dell’umiltà e della povertà, ed anche l’onestà di quella santa vita, che ci fu insegnata dal beato padre nostro Francesco fin dal principio della nostra conversione a Cristo” (Testamento di Chiara d’Assisi)

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