Dai risultati delle amministrative allo scenario politico che verrà: intervista all'onorevole del Pdl Maurizio Paniz
Antonino Crivello intervista in esclusiva per La Perfetta Letizia l’On. Paniz, capogruppo del Popolo delle Libertà nella Giunta per le autorizzazioni a procedere della camera dei deputati.
D - Si sono concluse da pochi giorni le elezioni amministrative in molti comuni d’Italia. Un dato è certo: il Pdl è in caduta libera e l’elettorato sembra non credere più in questo soggetto politico. Crede sia un normale assestamento dopo una fase politica lunga 10 anni che vi ha visti protagonisti o bisognerà rilanciare il partito dandogli una forma nuova, magari con un nuovo leader e accantonando definitivamente la figura di Berlusconi?
R - In realtà non si può dire che il Pdl sia in caduta libera. Certamente non ha vinto le elezioni, ma analogo insuccesso caratterizza tutti i partiti tradizionali: la Lega ha perso una quindicina di punti in alcune zone, l'UDC è scesa a minimi storicitanto che il pres. Casini ha cancellato il Terzo Polo e la stessa IDV non è uscita in maniera trionfante dalla competizione elettorale. Analogamente è accaduto all'estero per i partiti che hanno governato: la Merkel ha perso, prima, in Schleswig-Holstein e, poi, nel Nord Reno Westfalia, scendendo a minimi storici, Sarkozy ha lasciato la guida della Francia e in Olanda si è dimesso il Governo. Tutti i partiti di governo hanno dimostrato di soffrire le conseguenze della crisi economica internazionale. Occorrerà, comunque, per il Pdl una nuova squadra, che possa rappresentare gli ideali dei milioni di elettori che l'hanno lungamente sostenuto.
D - E infatti se Atene piange, Sparta non ride: anche il Pd sembra non uscire benissimo da questa tornata elettorale. Vede nuovi schieramenti politici capaci di imporsi sul territorio nazionale? La Seconda Repubblica, con il tramonto della Lega, del Pdl e forse del Pd sembra davvero arrivata ad un epilogo…
R - Occorre riaprire un dialogo costante con l'elettorato, che è molto più maturo di quanto non possa sembrare, ed occorre selezionare la classe politica in modo che non vi siano più gli scandali del “Trota” Bossi, di Lusi della Margherita e del PD ovvero le stesse Minetti, tanto per fare un nome. La classe politica deve essere selezionata attraverso il riconoscimento di capacità pregresse che possano costituire garanzia di un apporto vero nell'interesse pubblico.
D - Vorrei chiederle un parere sul tanto amato e odiato comico genovese Beppe Grillo. Le amministrative hanno consacrato il movimento 5 stelle terza forza politica del paese. Se si votasse oggi per le elezioni nazionali potremmo sicuramente vedere una buona fetta del parlamento occupato dai ‘grillini’. Lei crede che rappresentino uno schieramento fazioso che fa solo antipolitica o un soggetto con cui si può dialogare e, perché no, collaborare?
R - Il voto degli elettori va sempre e comunque rispettato, perchè affonda le radici in motivazioni che vanno comprese ed apprezzate. Se il Movimento 5 Stelle ha raggiunto risultati significativi, ciò è dovuto anche alla responsabilità dei partiti tradizionali. Penso, però, che Beppe Grillo continui ad essere un comico e non un politico, perchè alla fase della contestazione, che sostiene con facilità, non segue la fase delle proposte attraverso idee che siano concretamente e significativamente realizzabili.
D - Berlusconi ha dichiarato: “Noi siamo qui e voteremo tutte le cose che ci convincono". Dovremo aspettarci altri mesi di forti pressioni al governo e di diatribe interne alle componenti che sostengono la maggioranza?
R - Io stesso non ho votato la legge sulla “liberalizzazioni” perchè non mi convinceva per nulla. Un parlamentare ed un gruppo politico rispondono prima di tutto ai propri elettori ed a loro vanno date risposte concrete. Il Governo Monti ha fatto alcune cose significative, ma di troppa dieta si può anche morire! Per questo oggi sono molto più prudente e financo perplesso nei suoi confronti.
D - Uno dei propositi di Monti, nel giorno del suo insediamento, era di far riavvicinare la politica ai cittadini e soprattutto di rivoluzionare il modo stesso di far politica, rendendo i vari partiti più collaborativi. Il premier riuscirà in questo intento?
R - Non ho visto iniziative reali per far riavvicinare la politica ai cittadini; anzi, ho visto un distacco maggiore determinato dalla totale disaffezione nei confronti di uno Stato che viene visto soltanto come esattore e non come collaboratore.
D - A Milano continua un estenuante processo contro Berlusconi, il cosiddetto processo ‘Ruby’. Alla luce di quanto è emerso e continua ad emergere dalle fasi processuali tornano in mente i lunghi ed estenuanti dibattiti che hanno impegnato il parlamento per tante, troppe sedute. Guardando al passato, considera ancora giusta la difesa a spada tratta del Pdl attorno al suo leader?
R - Il Presidente Berlusconi è stato oggetto di una pervicacia giudiziaria eccessiva e, a mio avviso, ingiustificata. Sicuramente il suo impegno politico è stato determinante per fargli subire tanta aggressività. La difesa nei suoi confronti è stata corretta e necessaria. Ciò non toglie che egli, come tutti i cittadini, debba sottoporsi ai processi e rispettare la magistratura come organo indispensabile di una società civile democratica.
D - Domanda scomoda e diretta: secondo lei “Mangano è a suo modo un eroe”, come disse Dell’Utri l’8 aprile 2008?
R - Non mi pare che Mangano sia un eroe o, meglio, nel mio modo di concepire gli eroi, ci sono migliaia di chilometri di distanza prima di poter attribuire tale qualifica al sig. Mangano.
D - Onorevole, mi conceda una battuta sulla Juventus di cui lei è grande tifoso e addirittura presidente dello Juventus Fan Club Montecitorio. Gli scudetti sono 30 o 28? Cosa consiglia al presidente Agnelli: mettere o non mettere la terza stella sulla maglia del prossimo anno?
R - Sul campo si sono vinti 30 scudetti. Non rinuncerei alla terza stella, magari stilizzandola in modo tale da evitare polemiche con una giustizia sportiva che, a mio avviso, non ha esattamente affrontato la tematica complessiva offerta dalle risultanze di un'istruttoria processuale sportiva apparsa molto limitata.
D - Si sono concluse da pochi giorni le elezioni amministrative in molti comuni d’Italia. Un dato è certo: il Pdl è in caduta libera e l’elettorato sembra non credere più in questo soggetto politico. Crede sia un normale assestamento dopo una fase politica lunga 10 anni che vi ha visti protagonisti o bisognerà rilanciare il partito dandogli una forma nuova, magari con un nuovo leader e accantonando definitivamente la figura di Berlusconi?
R - In realtà non si può dire che il Pdl sia in caduta libera. Certamente non ha vinto le elezioni, ma analogo insuccesso caratterizza tutti i partiti tradizionali: la Lega ha perso una quindicina di punti in alcune zone, l'UDC è scesa a minimi storicitanto che il pres. Casini ha cancellato il Terzo Polo e la stessa IDV non è uscita in maniera trionfante dalla competizione elettorale. Analogamente è accaduto all'estero per i partiti che hanno governato: la Merkel ha perso, prima, in Schleswig-Holstein e, poi, nel Nord Reno Westfalia, scendendo a minimi storici, Sarkozy ha lasciato la guida della Francia e in Olanda si è dimesso il Governo. Tutti i partiti di governo hanno dimostrato di soffrire le conseguenze della crisi economica internazionale. Occorrerà, comunque, per il Pdl una nuova squadra, che possa rappresentare gli ideali dei milioni di elettori che l'hanno lungamente sostenuto.
D - E infatti se Atene piange, Sparta non ride: anche il Pd sembra non uscire benissimo da questa tornata elettorale. Vede nuovi schieramenti politici capaci di imporsi sul territorio nazionale? La Seconda Repubblica, con il tramonto della Lega, del Pdl e forse del Pd sembra davvero arrivata ad un epilogo…
R - Occorre riaprire un dialogo costante con l'elettorato, che è molto più maturo di quanto non possa sembrare, ed occorre selezionare la classe politica in modo che non vi siano più gli scandali del “Trota” Bossi, di Lusi della Margherita e del PD ovvero le stesse Minetti, tanto per fare un nome. La classe politica deve essere selezionata attraverso il riconoscimento di capacità pregresse che possano costituire garanzia di un apporto vero nell'interesse pubblico.
D - Vorrei chiederle un parere sul tanto amato e odiato comico genovese Beppe Grillo. Le amministrative hanno consacrato il movimento 5 stelle terza forza politica del paese. Se si votasse oggi per le elezioni nazionali potremmo sicuramente vedere una buona fetta del parlamento occupato dai ‘grillini’. Lei crede che rappresentino uno schieramento fazioso che fa solo antipolitica o un soggetto con cui si può dialogare e, perché no, collaborare?
R - Il voto degli elettori va sempre e comunque rispettato, perchè affonda le radici in motivazioni che vanno comprese ed apprezzate. Se il Movimento 5 Stelle ha raggiunto risultati significativi, ciò è dovuto anche alla responsabilità dei partiti tradizionali. Penso, però, che Beppe Grillo continui ad essere un comico e non un politico, perchè alla fase della contestazione, che sostiene con facilità, non segue la fase delle proposte attraverso idee che siano concretamente e significativamente realizzabili.
D - Berlusconi ha dichiarato: “Noi siamo qui e voteremo tutte le cose che ci convincono". Dovremo aspettarci altri mesi di forti pressioni al governo e di diatribe interne alle componenti che sostengono la maggioranza?
R - Io stesso non ho votato la legge sulla “liberalizzazioni” perchè non mi convinceva per nulla. Un parlamentare ed un gruppo politico rispondono prima di tutto ai propri elettori ed a loro vanno date risposte concrete. Il Governo Monti ha fatto alcune cose significative, ma di troppa dieta si può anche morire! Per questo oggi sono molto più prudente e financo perplesso nei suoi confronti.
D - Uno dei propositi di Monti, nel giorno del suo insediamento, era di far riavvicinare la politica ai cittadini e soprattutto di rivoluzionare il modo stesso di far politica, rendendo i vari partiti più collaborativi. Il premier riuscirà in questo intento?
R - Non ho visto iniziative reali per far riavvicinare la politica ai cittadini; anzi, ho visto un distacco maggiore determinato dalla totale disaffezione nei confronti di uno Stato che viene visto soltanto come esattore e non come collaboratore.
D - A Milano continua un estenuante processo contro Berlusconi, il cosiddetto processo ‘Ruby’. Alla luce di quanto è emerso e continua ad emergere dalle fasi processuali tornano in mente i lunghi ed estenuanti dibattiti che hanno impegnato il parlamento per tante, troppe sedute. Guardando al passato, considera ancora giusta la difesa a spada tratta del Pdl attorno al suo leader?
R - Il Presidente Berlusconi è stato oggetto di una pervicacia giudiziaria eccessiva e, a mio avviso, ingiustificata. Sicuramente il suo impegno politico è stato determinante per fargli subire tanta aggressività. La difesa nei suoi confronti è stata corretta e necessaria. Ciò non toglie che egli, come tutti i cittadini, debba sottoporsi ai processi e rispettare la magistratura come organo indispensabile di una società civile democratica.
D - Domanda scomoda e diretta: secondo lei “Mangano è a suo modo un eroe”, come disse Dell’Utri l’8 aprile 2008?
R - Non mi pare che Mangano sia un eroe o, meglio, nel mio modo di concepire gli eroi, ci sono migliaia di chilometri di distanza prima di poter attribuire tale qualifica al sig. Mangano.
D - Onorevole, mi conceda una battuta sulla Juventus di cui lei è grande tifoso e addirittura presidente dello Juventus Fan Club Montecitorio. Gli scudetti sono 30 o 28? Cosa consiglia al presidente Agnelli: mettere o non mettere la terza stella sulla maglia del prossimo anno?
R - Sul campo si sono vinti 30 scudetti. Non rinuncerei alla terza stella, magari stilizzandola in modo tale da evitare polemiche con una giustizia sportiva che, a mio avviso, non ha esattamente affrontato la tematica complessiva offerta dalle risultanze di un'istruttoria processuale sportiva apparsa molto limitata.
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È presente 1 commento
Paniz la giustizia vuole farla "a casa sua".
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