Il 59% della popolazione mondiale vive in condizioni di gravi o molto gravi restrizioni alla libertà religiosa. E dal 2003 al 2010 in Asia, Africa e Medio Oriente gli attacchi terroristici contro i cristiani – vittime del 70% delle violenze religiose commesse in tutto il mondo - sono aumentati del 309%.
Ma come raccontare attraverso i media la persecuzione della Chiesa? «Lasciando parlare protagonisti» risponde Mark von Riedemann, direttore del Catholic Radio and Television Network e responsabile internazionale della comunicazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Dal 2005 Fondazione pontificia e CRTN realizzano il settimanale d’informazione «Where God Weeps» che prende il nome dalla missione affidata ad ACS dal suo fondatore, padre Werenfried van Straaten: «asciugare le lacrime di Dio ovunque Egli pianga». Il programma – diffuso via Internet (www.wheregodweeps.org) e da diverse emittenti cattoliche anglofone, tra cui la statunitense EWTN – descrive le diverse realtà della Chiesa perseguitata con documentari e interviste. «Registriamo immagini e testimonianze in loco affidandoci a troupe del posto – spiega Riedemann - oppure lasciamo il microfono agli ospiti della sede internazionale di ACS». Il quartier generale della Fondazione, a Königstein in Germania, riceve costantemente visitatori da tutto il mondo in cerca d’aiuto. «Quello economico non è però l’unico sostegno di cui i cristiani perseguitati hanno bisogno. Molti si sentono isolati, perché nessuno conosce il loro dolore».
Ecco perché, in questi sette anni, diversi vescovi, missionari, religiosi, religiose e laici esperti hanno espresso profonda gratitudine al progetto «Where God Weeps». «Noi ci limitiamo a fornir loro un canale attraverso il quale testimoniare la propria sofferenza - dice il responsabile della comunicazione ACS – e quando ciò non è possibile, per paura o gravi limitazioni alla libertà religiosa, siamo noi a farlo».
I cristiani soffrono in almeno 22 Paesi nel mondo. Soffrono a causa del fondamentalismo islamico, come in Iraq, Pakistan, Arabia Saudita. Per colpa del nazionalismo oltranzista, in India e in Indonesia. E per le persecuzioni perpetrate dallo Stato, come in Cina, Eritrea, Corea del Nord e Cuba. «E se la vocazione dei fedeli è di continuare a vivere in questi luoghi, la nostra come comunicatori è di aiutarli a far conoscere le loro storie».
Il CRTN è un network cattolico – sostenuto da ACS - specializzato in produzione e distribuzione di documentari e trasmissioni, nato nel 1987 per sostenere il rinnovamento dei media cristiani e promuovere la rinascita dell’educazione religiosa nell’Europa dell’Est. «Sono entrato al CRTN nel 1991 – ricorda Riedemann – allora realizzavamo «Radio Blagovest. Una chiamata alla preghiera»: programma radiofonico per i cattolici e gli ortodossi dell’allora Unione Sovietica».
In questi anni la comunicazione religiosa è profondamente cambiata. In particolare dal 1996, quando la digitalizzazione ha aperto alla Chiesa le porte del mercato massmediatico. Dopo quella data i produttori cattolici non hanno più dovuto competere con quelli privati per aggiudicarsi piccoli spazi sulle reti nazionali, e le emittenti cattoliche «sono spuntate come funghi dopo la pioggia». Attualmente sono circa un migliaio ma è difficile fornire stime esatte.
Nuove opportunità e nuove sfide per i network religiosi che rafforzano il sostegno alla missione evangelizzatrice della Chiesa, ma al tempo stesso – in un mondo competitivo come quello dei media - devono trovare risorse e competenze di alto livello. «Un problema di non semplice soluzione. E sono molte le emittenti cattoliche che lottano per sopravvivere».
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2010 ha raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500 progetti in 153 nazioni.
Ma come raccontare attraverso i media la persecuzione della Chiesa? «Lasciando parlare protagonisti» risponde Mark von Riedemann, direttore del Catholic Radio and Television Network e responsabile internazionale della comunicazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Dal 2005 Fondazione pontificia e CRTN realizzano il settimanale d’informazione «Where God Weeps» che prende il nome dalla missione affidata ad ACS dal suo fondatore, padre Werenfried van Straaten: «asciugare le lacrime di Dio ovunque Egli pianga». Il programma – diffuso via Internet (www.wheregodweeps.org) e da diverse emittenti cattoliche anglofone, tra cui la statunitense EWTN – descrive le diverse realtà della Chiesa perseguitata con documentari e interviste. «Registriamo immagini e testimonianze in loco affidandoci a troupe del posto – spiega Riedemann - oppure lasciamo il microfono agli ospiti della sede internazionale di ACS». Il quartier generale della Fondazione, a Königstein in Germania, riceve costantemente visitatori da tutto il mondo in cerca d’aiuto. «Quello economico non è però l’unico sostegno di cui i cristiani perseguitati hanno bisogno. Molti si sentono isolati, perché nessuno conosce il loro dolore».
Ecco perché, in questi sette anni, diversi vescovi, missionari, religiosi, religiose e laici esperti hanno espresso profonda gratitudine al progetto «Where God Weeps». «Noi ci limitiamo a fornir loro un canale attraverso il quale testimoniare la propria sofferenza - dice il responsabile della comunicazione ACS – e quando ciò non è possibile, per paura o gravi limitazioni alla libertà religiosa, siamo noi a farlo».
I cristiani soffrono in almeno 22 Paesi nel mondo. Soffrono a causa del fondamentalismo islamico, come in Iraq, Pakistan, Arabia Saudita. Per colpa del nazionalismo oltranzista, in India e in Indonesia. E per le persecuzioni perpetrate dallo Stato, come in Cina, Eritrea, Corea del Nord e Cuba. «E se la vocazione dei fedeli è di continuare a vivere in questi luoghi, la nostra come comunicatori è di aiutarli a far conoscere le loro storie».
Il CRTN è un network cattolico – sostenuto da ACS - specializzato in produzione e distribuzione di documentari e trasmissioni, nato nel 1987 per sostenere il rinnovamento dei media cristiani e promuovere la rinascita dell’educazione religiosa nell’Europa dell’Est. «Sono entrato al CRTN nel 1991 – ricorda Riedemann – allora realizzavamo «Radio Blagovest. Una chiamata alla preghiera»: programma radiofonico per i cattolici e gli ortodossi dell’allora Unione Sovietica».
In questi anni la comunicazione religiosa è profondamente cambiata. In particolare dal 1996, quando la digitalizzazione ha aperto alla Chiesa le porte del mercato massmediatico. Dopo quella data i produttori cattolici non hanno più dovuto competere con quelli privati per aggiudicarsi piccoli spazi sulle reti nazionali, e le emittenti cattoliche «sono spuntate come funghi dopo la pioggia». Attualmente sono circa un migliaio ma è difficile fornire stime esatte.
Nuove opportunità e nuove sfide per i network religiosi che rafforzano il sostegno alla missione evangelizzatrice della Chiesa, ma al tempo stesso – in un mondo competitivo come quello dei media - devono trovare risorse e competenze di alto livello. «Un problema di non semplice soluzione. E sono molte le emittenti cattoliche che lottano per sopravvivere».
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2010 ha raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500 progetti in 153 nazioni.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.