In queste giornate di lutto e di preoccupazione per i gravi avvenimenti che hanno colpito il nostro Paese, sono grato al cardinale Angelo Bagnasco per le sue parole di incoraggiamento e di speranza, pronunciate nell’intervento di apertura all’Assemblea generale dei vescovi italiani...
L’Azione Cattolica intende raccogliere l’invito del Presidente dei vescovi italiani a operare per tenere insieme il tessuto sociale della nostra Italia, contro ogni tentativo anche violento di sfilacciamento della coesione nazionale. Come Azione Cattolica siamo pronti a fare la nostra parte nel costruire quella «cultura dei legami» che, come ci ricorda il cardinale Presidente, si esprime «nella famiglia, nel vicinato, nell’amicizia, nei luoghi del lavoro» e che sola ci consente di «percepire la società come parte di noi, così come ognuno, in una certa misura, è parte della società».
Un impegno fattivo per la coesione è possibile subito partendo dai luoghi simbolo degli ultimi giorni: Brindisi e le città dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. In queste terre, l’Italia può mostrare il suo vero volto, stringendosi intorno alle vittime e alle comunità ecclesiali e civili, e rinverdendo una tradizione di solidarietà e unità sempre emersa nei momenti più difficili del Paese. In tale senso, l’Azione Cattolica si è già mobilitata.
Allo stesso tempo il cardinale Bagnasco coglie le istanze politiche e sociali strettamente collegate al clima di disagio che si respira nel Paese. In primis, la necessità che i partiti si riformino e riformino le istituzioni senza essere indulgenti con se stessi, pena la definitiva perdita di credibilità. In seconda battuta, dalle parole del Presidente della Cei emerge l’urgenza, in Italia come negli altri Paese, di creare una coscienza europea che ci aiuti a uscire fuori da egoismi e individualismi. In terzo luogo, il cardinale Bagnasco ci aiuta a porre correttamente il tema della crescita economica come vero patto sociale tra istituzioni, imprese e lavoro.
La storia dell’Azione Cattolica è storia di servizio alla comunità civile e alla Chiesa di Cristo. Da sempre, il nostro impegno è ad essere scuola di attenzione a chi ci è prossimo nella gratuità. Una vocazione educativa, la nostra, a cui ci sentiamo chiamati in special modo in una stagione in cui è fin troppo facile cedere alla paura e alla solitudine che, come ci ricorda il card. Bagnasco, è «madre di ogni crisi».
Vogliamo essere e saremo compagnia buona degli altri. In un clima che appare cupo, non mancano buoni maestri che ci hanno insegnato la gioia di servire e la differenza tra l’avere e l’essere. Tra questi il beato Giuseppe Toniolo, che il cardinale Bagnasco ha voluto richiamare ricordandone la figura di «uomo limpido e coraggioso, anticonformista rispetto allo spirito dei tempi, ma molto attento alle dinamiche ecclesiali tra le quali operò sempre per unire e mai per dividere».
Giuseppe Toniolo come ben sappiamo e come ha ricordato il cardinale Bagnasco «era un ottimista tutt’altro che ingenuo», e la sua vicenda personale testimonia come la fede può rendere feconda ogni vita, trasformandola in un dono prezioso per i fratelli e in un esempio di santità laicale per quanti, ancora oggi, da cattolici, sono chiamati a fare il bene del Paese. Anche per questo, come ha sottolineato il cardinale Presidente, «per la stagione che il nostro laicato cattolico sta vivendo, questa beatificazione è un autentico colpo d’ala, di cui sarà bene non disperdere la spinta».
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