giovedì, maggio 24, 2012
Code chilometriche davanti ai seggi del Cairo e delle principali città del Paese. In un quartiere della capitale il personale di sicurezza nega l'accesso alle urne a donne con il velo integrale. Scarpe e sassi contro Ahmed Shafiq candidato alla presidenza ed ex Primo ministro sotto il regime. I risultati delle votazioni verranno pubblicati in giugno.

AsiaNews - Proseguono per il secondo giorno le elezioni presidenziali egiziane. Ieri lunghe code si sono formate davanti ai seggi del Cairo e delle principali città del Paese. Finora non si segnalano gravi disordini. Vi sono state però proteste contro il candidato Ahmed Shafiq, ex- primo ministro del governo Mubarak. Ieri pomeriggio, un gruppo di persone ha bersagliato il convoglio del politico con scarpe e sassi. Non si registrano feriti. In alcuni seggi della capitale, la sicurezza ha negato l'accesso alle donne con il velo integrale, ma non vi sono state reazioni da parte degli islamisti. Questa mattina, il ministero degli Interni egiziano ha smentito la notizia della morte di un poliziotto durante scontri legati alle elezioni, lanciata ieri dai giornali locali. Secondo le autorità, l'agente è stato ucciso in una normale operazione di polizia, durante uno scontro fra bande rivali nella periferia del Cairo. Almeno 50 milioni di egiziani sono chiamati a votare nelle prime elezioni libere dopo la caduta di Mubarak.

Hatem Begatu, segretario generale della commissione elettorale, afferma che ''l'affluenza è enorme e maggiore di quanto ci si aspettasse''. Tutti i 13mila seggi, tranne tre, hanno aperto alle 8 del mattino. Le operazioni di voto sono controllate dall'esercito, che ha assunto i poteri in modo temporaneo nel febbraio 2011 e da organizzazioni non governative locali e internazionali. Le votazioni si chiuderanno questa sera alle 20.00, ora locale. I primi risultati dovrebbero essere pubblicati in giugno.

I ballottaggi sono previsti per 16 e 17 giugno. Fra i 12 candidati, i favoriti sono: Amr Moussa, ex segretario generale della Lega araba e ministro degli Esteri sotto Mubarak; Abdul Fotouh, islamista ma staccato dai Fratelli musulmani; Mohammed Mursi candidato del partito Giustizia e Libertà dei Fratelli musulmani.

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