domenica, maggio 06, 2012
Sotto il già caldo sole calabrese, il presidente della Cei Angelo Bagnasco pronuncia forte il suo no alla cultura del provvisorio che va a intaccare l’unione familiare in questa nostra società del “breve termine”

di Nadia Velardo

«Se la famiglia è un bene per i suoi membri, lo è anche per l’intera collettività. Per questo la società deve difenderla, sostenerla e promuoverla. E non deve contribuire a renderla fragile in nessun modo, ivi compreso il cosiddetto divorzio breve». Bagnasco ha difeso l’istituzione familiare durante un’omelia tenuta a Locri, in provincia di Reggio Calabria, dove ha presieduto una concelebrazione eucaristica a conclusione della “Settimana della Famiglia”, organizzata dalla Diocesi di Locri-Gerace, retta dal vescovo Fiorini Morosini, in vista dell’incontro mondiale che si terrà a Milano. «L’introduzione di istituti che consacrano la precarietà affettiva e contribuiscono a diffonderla – ha detto il presule – non sono un aiuto né alla stabilità dell’amore, né alla società stessa».

Nella cultura “dell’usa e getta” anche i sentimenti e i valori stanno perdendo importanza e concretezza. La poetessa Marie Noël scriveva: «Amare non può essere una faccenda da sbrigare in fretta». La famiglia si regge su un amore che non dovrebbe avere data di scadenza e, come ha affermato Bagnasco, «non è semplicemente un aggregato di individui, o un soggetto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume. Non può essere dichiarata cosa d’altri tempi. La famiglia affonda le proprie radici nella natura stessa dell’umano e quindi nella storia universale: vi troviamo, infatti, il vincolo dell’amore fedele tra uomo e donna che si scelgono, con il sigillo della comunità, grazie al quale la famiglia stabilisce un rapporto di reciprocità virtuosa, grembo della generazione dei figli, dono e ricchezza dei genitori come della società stessa». Mentre pronuncia queste parole il cardinale ha alle spalle una commovente statua della Sacra Famiglia, con un tenero Giuseppe che tiene per mano il piccolo Gesù. Una Calabria attenta lo ascolta, forse con gli occhi rivolti a quella dolce effigie, esempio di come ogni famiglia dovrebbe essere. Coltivando il dono della pazienza. Una pazienza che si fa ancora più difficile da sostenere in tempo di crisi. Ma «la famiglia – ha continuato il presidente della Cei – nonostante le difficoltà che conosciamo, continua ad essere in Italia un punto di riferimento fondamentale, nonché il presidio che regge il tessuto della società. Se la famiglia è solida il Paese sarà solido. Se la famiglia è sostenuta con politiche efficaci, il Paese crescerà».

«C’è un legame inscindibile tra famiglia e società – ha ribadito – e sottovalutare questo rapporto significa essere miopi, significa mettere a rischio l’oggi e il domani. Veramente possiamo dire che senza famiglia non esiste futuro».Il cardinale Bagnasco ha poi concluso con un augurio alle famiglie calabresi, ai figli di «questa meravigliosa regione che, nonostante ferite antiche e nuove, non cede alla rassegnazione e non rinuncia alla bontà del suo animo e alle nobili energie della sua indole».

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