lunedì, maggio 21, 2012
Una riflessione sulla morte innocente di una ragazza forte e piena di speranze

di Alberto Giannino

Melissa, 16 anni, studentessa al Professionale “Morvillo-Falcone” originaria della provincia di Brindisi, una ragazza studiosa, è morta per una strage causata da un folle o da terroristi o da mafiosi. Una strage in cui sono state ferite altre cinque studentesse. Melissa era una bellissima ragazza, fidanzata con un suo coetaneo e con tante aspettative per il suo futuro. Voleva iscriversi all’Università, era solare e piena di gioia di vivere. Una mano vile, sinistra, folle l’ha portata via ad appena 16 anni. E ora la piange la famiglia e l’Italia intera. Oggi, ai funerali celebrati dall’arcivescovo di Brindisi mons. Rocco Talucci erano presenti il premier Mario Monti, i ministri Anna Maria Cancellieri, Paola Severino e Francesco Profumo, il presidente della Camera Gianfranco Fini, le sue compagne, la sua famiglia e la sua città. Tutti la ricorderanno e troveranno parole buone per questa ragazza morta tragicamente.

Tutti siamo addolorati da una triste recrudescenza della violenza organizzata nella società odierna, la quale traduce in fenomeni di incivile disordine l’insicurezza che la travaglia e che un dominante pluralismo morale e politico, contraffazione della libertà, sembra coonestare. Per di più difficoltà economico-sociali si diffondono con effetti negativi molto pesanti e lasciano intravedere situazioni anche peggiori, così che desideri folli di godimento superfluo e timori paralizzanti la normalità del lavoro si diffondono creando una psicologia di sfiducia che inaridisce l’attività produttiva e suggerisce rimedi vani e disordinati. E come spesso accade, un male ne genera un altro, di solito peggiore. Tutti siamo preoccupati. Il peggio, si dice, non ha mai fine; e una tentazione di pessimismo si diffonde e paralizza tante energie, che pure sono state suscitate con tanta lungimiranza di un avvenire migliore.

Oggi, nella nostra società “postmoderna” e “liquida”, assistiamo al corrompersi di costumi, all’affermarsi di forme di insincerità, di delinquenza, di licenziosità, d’egoismo, di autolesionismo (vedi la droga) e vediamo coefficienti ideologici e pratici esercitare oggi sull’animo della gioventù influssi incalcolabili e pericolosi. Assistiamo a fenomeni di contestazione radicale d’una società paga dei risultati del proprio operare, cioè del proprio benessere. Vediamo altresì giovani che dimostrano la sazietà, anzi la nausea del mondo operante e progredito. Ma allo stesso tempo vediamo in tanti giovani come Melissa un bisogno di semplicità e di sincerità, una stupenda capacità di coerenza e di sacrificio, un desiderio di dare senso cristiano, serietà positiva, virtù vera alla loro vita. Insomma, una natura buona e razionalmente orientata verso la virtù, verso una sua bellezza e una sua bontà veramente umana non riesce da sé a realizzare la propria figura ideale; Melissa era una ragazza pura, innocente, elegante, forte nello spirito; non era certo una fonte di ansietà e di scrupoli, ma era ragazza con una maturità di criterio e di padronanza di sé; senza ignorare la realtà della vita, con una conoscenza disinfettata da ogni possibile contagio, più lucida e penetrante di quella opacità propria dell’esperienza passionale; innocente, sì, forse inesperta della fenomenologia patologica della vita corrotta, ma non ignara delle profonde realtà del bene e del male, a cui l’uomo è candidato.

Di fronte al male e alla violenza, il rimedio lo attingiamo dal tesoro dell’insegnamento dell’apostolo Paolo. Egli lo presenta nella sua lettera ai Romani laddove, dopo averli esortati con suggerimenti vibranti in varie direzioni della vita morale, quale deve derivare da persone illuminate dalla fede e sorrette dalla grazia, egli riassume la sua esortazione in questa ben nota sentenza: ”Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”. (Rm 12. 21). Quanto semplice sembra la parola dell’apostolo, e sembra che valga la pena fissarla nella memoria. Intanto notiamo: la dottrina apostolica è interiore e tende a modificare la facile mentalità di chi cede al disgusto e al turbamento delle condizioni esteriori in cui si svolge la nostra vita. Siamo in un mondo non solo avverso per tanti motivi fisici e materiali alla nostra esistenza, ma altresì nemico per le difficoltà del suo ordinamento sociale, o meglio per il disordine dei fattori che gli impediscono d’essere ordinato, vale a dire ragionevole e giusto. Noi avvertiamo questa malizia che rende difficile e talora insopportabile la convivenza sociale: che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo lasciare che il male ci vinca, cioè ci domini e ci assorba nelle sue spirali che farebbero cattivi anche noi? Questo è il processo della vendetta, che accresce il male e non lo guarisce. Dobbiamo cedere al pessimismo e alla pigrizia e abbandonarci ad una vile rassegnazione? Ciò non è cristiano. Il cristiano è paziente, ma non abulico, non indifferente. L’atteggiamento suggerito dall’apostolo è quello d’una reazione positiva; egli ci insegna a opporre la resistenza del bene all’offesa del male; ci insegna a moltiplicare lo sforzo dell’amore per riparare e vincere i danni del disordine morale; ci insegna a fare stimolo a maggiore virtù e a più operante attività per il nostro cuore dell’esperienza del male incontrato sul nostro cammino.

Sono presenti 6 commenti

Anonimo ha detto...

Ciao melissa mi dispiace tanto non meritavi di morire

Anonimo ha detto...

Ciao melissa, mi fa tanta tristezza guardare la tua foto e sapere che non ci sei piu...sono mamma e mi unisco al dolore della tua perché non c'e disperazione piu grande che perdere il proprio figlio! Prego per te e per la tua famiglia.

Anonimo ha detto...

E' incredibile, non riesco a credere quello che sia successo.

Anonimo ha detto...

già Melissa,tu sei un angelo non ti dimenticheremò mai,quel diavolo è crudele,tu pertanto riposa nel paradiso.è come la tragedia di william shakespeare,romeo e giulietta,perchè mai fu una storia più triste e dolorosa di quella della dolce Melissa Bassi

Anonimo ha detto...

io sono un saggio e riesco a distinquere la nostra realtà e la fantasia,il mondo poteva essere migliore.

Anonimo ha detto...

guardare la sua foto è triste.

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