Il 2012 è stato proclamato Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo, della Solidarietà Generazionale e del Volontariato. Per festeggiare aderiamo tutti insieme all’appello lanciato da Ulrich Beck e Daniel Cohn-Bendit
di Paola Bisconti
Quello che l’Europa oggi sicuramente non ha è il sostegno degli europei, che si sentono disorientati in un periodo di tanta incertezza. Tuttavia gli scrittori tedeschi Ulrich Beck e Daniel Cohn-Bendit hanno suggerito un rimedio scrivendo un manifesto intitolato “L’Europa siamo noi, è il momento di ricostruirla” pubblicato il 3 maggio su alcuni dei principali quotidiani europei (La Repubblica, Die Zeit, Le Monde, El Pais). I due intellettuali credono che la crisi politica stia generando un’assenza di “europeità”, cioè di un’identità europea, che però può essere ristabilita attraverso la collaborazione di tutti. L’appello, infatti, si rivolge alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo e ai Parlamenti delle varie nazioni affinché possano offrire gli strumenti finanziari e legali ai cittadini che intendono “concretizzare” l’Anno del Volontariato, dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Generazionale.
La proposta in realtà si basa sull’emulazione del progetto “Il Corpo della Pace” fondato da John F. Kennedy, il presidente americano, che nel 1961 istituì questa agenzia americana che invia più di 182.000 volontari in 138 paesi del mondo. La peculiarità del piano, che fu decisamente innovativo, è che aderirono numerose persone appartenenti a tutte le fasce di età. Il progetto americano, così come il manifesto di Beck e Cohn-Bendit, si basa su un obiettivo tanto nobile quanto fattibile: aumentare la consapevolezza dell’interdipendenza tra le generazioni promuovendo l’invecchiamento sano e dignitoso ed eliminando così gli stereotipi negativi sull’età matura.
La proposta invita non solo ad aderire ma anche a riflettere sulle potenzialità che possiede l’Europa e che purtroppo non vengono impiegate come invece dovrebbero essere. L’interazione fra i giovani e gli anziani è alla base di una società fondata sui principi di rispetto reciproco, oltre che sulla scoperta delle potenzialità di ogni generazione e su come queste possano compensarsi vicendevolmente. I concetti del manifesto riassumono e rispecchiano gli stessi concetti che sono stati promossi dagli ideatori dell’Anno dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Generazionale. L’obiettivo è quello di incitare i cittadini a cogliere le opportunità che derivano dallo scambio fra i giovani e i meno giovani anche in termini di occupazione. L’appello, infatti, prevede un’azione pratica che non deve ridursi ad un mezzo di distribuzione delle risorse economiche rivolte ai giovani disoccupati ma deve essere un atto di auto-affermazione della società civile europea.
“L’Europa non può funzionare senza l’apporto e il sostegno di europei impegnati e gli europei non possono rifare l’Europa se non si respira l’aria della libertà”, scrivono Beck e Cohn-Bendit, che intravedono l’urgenza di risolvere il problema; per questo è necessario che l’Europa si trasformi in un laboratorio creativo dove possano confluire tutti coloro che credono in un processo migliorativo. E in quest’ottica il volontariato non deve necessariamente essere sinonimo di gratuità, ma può essere un’attività retribuita che permette di risolvere una crisi grave ma superabile.
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