Prima le mani di alcuni dirigenti su lingotti d'oro, diamanti, lauree false, case in Sardegna e a Gemonio. Ora i due figli del senatur dovranno rispondere di circa 600mila euro sottratti alla Lega per fini personali negli ultimi due anni. E ogni mese i due gestivano 5000 euro.
Umberto Bossi, il leader della Lega Nord, e due dei suoi figli, Renzo e Simone, sono ufficialmente indagati dalla Procura di Milano. Il primo per truffa ai danni dello Stato, i due figli, invece, per appropriazione indebita. Secondo i magistrati il “senatur” sarebbe responsabile delle gestione delle finanze del partito per aver firmato il rendiconto delle spese elettorali del 2011. In questa inchiesta il senatore Piergiorgio Stiffoni è accusato di peculato: avrebbe utilizzato i soldi destinati al Gruppo Lega Nord del Senato per fini personali.
Renzo Bossi invece dovrà spiegare ai magistrati milanesi la sua dolce vita: le serate in discoteca a spese del partito (Food and Fashion, Legend, Sky Lounge, Old Fashion), il viaggio con autista a Bratislava per una festa, le spese per il dentista a Brescia. E ancora: feste, ristoranti, benzina e auto. Oltre 1000 euro a settimana, almeno così dice l'ex autista personale del Trota, licenziato per aver detto ai giornali che era stufo di fare il bancomat del figlio di Bossi. A queste spese illegittime ci sono da aggiungere i soldi leciti di consigliere regionale della Lombardia: 12.555 euro al mese. In tutto il Trota poteva spendere 12.555 del suo stipendio e 14mila euro mensili del partito (2 autisti e una segretaria e uno stipendio versato dalla Lega di 5 mila euro) che in due anni sono 600 mila euro.
Bobo Maroni, ex ministro dell’Interno, candidato alla segreteria dopo il ventennio di Bossi, ha scritto su Facebook che bisogna cacciare i ladri. Bene, lo faccia sul serio. Li cacci dal partito come ha fatto con la Mauro, Belsito e Staffoni. Maroni ha avuto un occhio di riguardo per il figlio del capo, Renzo. Non l’ha espulso ma ha preteso le sue dimissioni da consigliere regionale della Lombardia, con la conseguente rinuncia a 12.555 euro al mese. Un po’ poco, onorevole Maroni. I riguardi in questi casi non bisogna averli per nessuno, altrimenti si diventa oggetto di critiche e di contestazioni: la base della Lega (bergamaschi e veneti) potrebbe ribellarsi e scegliere Zaia come leader...
Per Riccardo Bossi, oltre allo stipendio mensile versato dalla Lega, parla la sua lettera di ringraziamento scritta al tesoriere Francesco Belsito che pubblichiamo: "Grazie mille per tutto quello che stai facendo, sono a tua completa disposizione per ogni approfondimento che ritieni necessario", dice Riccardo Bossi nella lettera, datata 31 gennaio 2012. La lettera contiene un elenco di pagamenti richiesti a Francesco Belsito: "Ultimo pagamento per noleggio Clio, 981 euro; saldare in contanti multe arrivate fino ad oggi, 1.857 euro; noleggio di auto (non meglio specificato, ndr); noleggio di auto, 12.625 euro; saldare lavoro in carrozzeria, 3.900 euro; rate leasing e assicurazione, 2.589 euro." Infine, un misterioso riferimento alla definizione di un "vecchio problema a base blu" (pare si tratti di negozio situato a Varese ndr).
Dunque la Lega non pensava in primis alle sezioni sul territorio o ai giornalisti de La Padania o di radio Padania, ma ai figli del capo. Alle loro spese, alle loro necessità e ai loro capricci. I due rampolli avevano a disposizione soldi per divertirsi e per le automobili, per le serate in discoteca, e per le feste. Renzo voleva sempre l'auto, l'autista giorno e notte, l'uso del lampeggiante soprattutto quando c'era traffico. Un ragazzo viziato, consumista, materialista ed edonista. Belle donne e bella vita: questa la sua filosofia. Tanto c'erano i soldi della Lega e dei tonti dei militanti che la votavano senza sapere dei suoi imbrogli. Ma il Trota sapeva utilizzarli bene i soldi, eccome! E quando restava senza c'era il bancomat, pardon l'autista, che andava in Via Bellerio a prendere 1000 euro. Lo stesso faceva Riccardo, figlio di primo letto del senatur, ma con maggiore sobrietà. La sua attenzione era rivolta soprattutto alle auto, alle carrozzerie e ai noleggi.
Ora, dopo l'avviso di garanzia, i due figli dovranno rispondere di appropriazione indebita: un reato che viene contestato ai ladri. Il padre invece dovrà rispondere di truffa ai danni dello Stato. A questo punto aspettiamo un eventuale rinvio a giudizio e la sentenza. Ma poi, se dovessero essere condannati, ci auguriamo vivamente che abbandonino per sempre la politica, visto che hanno ingannato molti iscritti e votanti. Altro che Roma ladrona: qui di ladroni ce ne sono almeno due! Senza contare laure e diplomi falsi, lingotti d’oro, diamanti purissimi e case in Sardegna e a Gemonio...
di Alberto Giannino
Umberto Bossi, il leader della Lega Nord, e due dei suoi figli, Renzo e Simone, sono ufficialmente indagati dalla Procura di Milano. Il primo per truffa ai danni dello Stato, i due figli, invece, per appropriazione indebita. Secondo i magistrati il “senatur” sarebbe responsabile delle gestione delle finanze del partito per aver firmato il rendiconto delle spese elettorali del 2011. In questa inchiesta il senatore Piergiorgio Stiffoni è accusato di peculato: avrebbe utilizzato i soldi destinati al Gruppo Lega Nord del Senato per fini personali.
Renzo Bossi invece dovrà spiegare ai magistrati milanesi la sua dolce vita: le serate in discoteca a spese del partito (Food and Fashion, Legend, Sky Lounge, Old Fashion), il viaggio con autista a Bratislava per una festa, le spese per il dentista a Brescia. E ancora: feste, ristoranti, benzina e auto. Oltre 1000 euro a settimana, almeno così dice l'ex autista personale del Trota, licenziato per aver detto ai giornali che era stufo di fare il bancomat del figlio di Bossi. A queste spese illegittime ci sono da aggiungere i soldi leciti di consigliere regionale della Lombardia: 12.555 euro al mese. In tutto il Trota poteva spendere 12.555 del suo stipendio e 14mila euro mensili del partito (2 autisti e una segretaria e uno stipendio versato dalla Lega di 5 mila euro) che in due anni sono 600 mila euro.
Bobo Maroni, ex ministro dell’Interno, candidato alla segreteria dopo il ventennio di Bossi, ha scritto su Facebook che bisogna cacciare i ladri. Bene, lo faccia sul serio. Li cacci dal partito come ha fatto con la Mauro, Belsito e Staffoni. Maroni ha avuto un occhio di riguardo per il figlio del capo, Renzo. Non l’ha espulso ma ha preteso le sue dimissioni da consigliere regionale della Lombardia, con la conseguente rinuncia a 12.555 euro al mese. Un po’ poco, onorevole Maroni. I riguardi in questi casi non bisogna averli per nessuno, altrimenti si diventa oggetto di critiche e di contestazioni: la base della Lega (bergamaschi e veneti) potrebbe ribellarsi e scegliere Zaia come leader...
Per Riccardo Bossi, oltre allo stipendio mensile versato dalla Lega, parla la sua lettera di ringraziamento scritta al tesoriere Francesco Belsito che pubblichiamo: "Grazie mille per tutto quello che stai facendo, sono a tua completa disposizione per ogni approfondimento che ritieni necessario", dice Riccardo Bossi nella lettera, datata 31 gennaio 2012. La lettera contiene un elenco di pagamenti richiesti a Francesco Belsito: "Ultimo pagamento per noleggio Clio, 981 euro; saldare in contanti multe arrivate fino ad oggi, 1.857 euro; noleggio di auto (non meglio specificato, ndr); noleggio di auto, 12.625 euro; saldare lavoro in carrozzeria, 3.900 euro; rate leasing e assicurazione, 2.589 euro." Infine, un misterioso riferimento alla definizione di un "vecchio problema a base blu" (pare si tratti di negozio situato a Varese ndr).
Dunque la Lega non pensava in primis alle sezioni sul territorio o ai giornalisti de La Padania o di radio Padania, ma ai figli del capo. Alle loro spese, alle loro necessità e ai loro capricci. I due rampolli avevano a disposizione soldi per divertirsi e per le automobili, per le serate in discoteca, e per le feste. Renzo voleva sempre l'auto, l'autista giorno e notte, l'uso del lampeggiante soprattutto quando c'era traffico. Un ragazzo viziato, consumista, materialista ed edonista. Belle donne e bella vita: questa la sua filosofia. Tanto c'erano i soldi della Lega e dei tonti dei militanti che la votavano senza sapere dei suoi imbrogli. Ma il Trota sapeva utilizzarli bene i soldi, eccome! E quando restava senza c'era il bancomat, pardon l'autista, che andava in Via Bellerio a prendere 1000 euro. Lo stesso faceva Riccardo, figlio di primo letto del senatur, ma con maggiore sobrietà. La sua attenzione era rivolta soprattutto alle auto, alle carrozzerie e ai noleggi.
Ora, dopo l'avviso di garanzia, i due figli dovranno rispondere di appropriazione indebita: un reato che viene contestato ai ladri. Il padre invece dovrà rispondere di truffa ai danni dello Stato. A questo punto aspettiamo un eventuale rinvio a giudizio e la sentenza. Ma poi, se dovessero essere condannati, ci auguriamo vivamente che abbandonino per sempre la politica, visto che hanno ingannato molti iscritti e votanti. Altro che Roma ladrona: qui di ladroni ce ne sono almeno due! Senza contare laure e diplomi falsi, lingotti d’oro, diamanti purissimi e case in Sardegna e a Gemonio...
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