Il bidello Grillo ha suonato la campanella: si torna in classe.
Come avevamo scritto nel precedente articolo su Grillo, se il Movimento 5 stelle avesse conquistato Parma sarebbe stata una bella sberla ai partiti. La sberla c’è stata e ha lasciato le classiche cinque dita sul volto della politica. E brucia maledettamente. Il PD ne ha fatto le spese: Bersani ha accusato il colpo, anche se gli si può posare sulla testa l’alloro della vittoria. Ora è lui il capo della maggioranza relativa.
Queste votazioni potrebbero però mutare il panorama della politica italiana. Grillo ha vinto in altri comuni, non importanti come quello di Parma, ma ora è diventato espressione di una maggioranza silenziosa che si è rifugiata nell’astensionismo. Un elettore su due non è andato a votare. O poco ci manca. E’ fatta e il comico, o meglio, l’ex comico genovese, volere o volare, punta alla marcia su Roma, e a questo punto c’è il pericolo concreto di ripercussioni sul governo Monti. Come fa notare Crosetto (PDL), il centrodestra esce massacrato dai ballottaggi, il terzo polo non è nato, il Pd somiglia ad un’anatra zoppa: Monti si regge quindi su una maggioranza traballante...
Dovrà parlarne con Napolitano al quale i Grillini chiedono sarcasticamente se stavolta ha sentito il boom. Deborah Serracchiani, quando dice che Parma offusca ogni altra vittoria del centrosinistra, dice una verità: a suo avviso Pierluigi Bersani farebbe bene a non nascondere la testa sotto la sabbia ma prendere coscienza che il vento è cambiato e cambierà ancora. Difficilmente Grillo si lascerà irretire da vari confronti e soprattutto su quello per il lavoro. Il vecchio PDL si è disciolto come l’ultima neve di primavera e il suo capo si dedica agli acquisti di sontuose dimore sul lago.
La Lega è alla debacle sepolta sotto le macerie che l’han mostrata pari a quelli cui dava dei “ladroni”. Sette sconfitte in sette comuni importanti gli hanno suonato un bel “De profundis”... Il PD, vittorioso sì ma con riserva: i grandi comuni quali sono Palermo e Genova sono andati nelle mani della sinistra radicale. Il Movimento 5 stelle vuole invertire la rotta finanziaria e forte dell’insofferenza della gente alle continue vessazioni e alle rinunce d’ogni ordine e grado ha imboccato la strada maestra e con la quinta ingranata. Roma si fa sempre più vicina e di questo passo, alle prossime elezioni politiche, fra i banchi del Parlamento potremmo vedere nuovi volti di nuova gente che forse si darà da fare davvero per riportare un poco di tranquillità a questa povera Italia. Se ci riuscirà, saremo tutti pronti ad applaudire fino a spellarci le mani. Se poi, puta caso, come presidente del consiglio dovessimo avere un comico, dove starebbe la novità?
di Silvio Foini
Come avevamo scritto nel precedente articolo su Grillo, se il Movimento 5 stelle avesse conquistato Parma sarebbe stata una bella sberla ai partiti. La sberla c’è stata e ha lasciato le classiche cinque dita sul volto della politica. E brucia maledettamente. Il PD ne ha fatto le spese: Bersani ha accusato il colpo, anche se gli si può posare sulla testa l’alloro della vittoria. Ora è lui il capo della maggioranza relativa.
Queste votazioni potrebbero però mutare il panorama della politica italiana. Grillo ha vinto in altri comuni, non importanti come quello di Parma, ma ora è diventato espressione di una maggioranza silenziosa che si è rifugiata nell’astensionismo. Un elettore su due non è andato a votare. O poco ci manca. E’ fatta e il comico, o meglio, l’ex comico genovese, volere o volare, punta alla marcia su Roma, e a questo punto c’è il pericolo concreto di ripercussioni sul governo Monti. Come fa notare Crosetto (PDL), il centrodestra esce massacrato dai ballottaggi, il terzo polo non è nato, il Pd somiglia ad un’anatra zoppa: Monti si regge quindi su una maggioranza traballante...
Dovrà parlarne con Napolitano al quale i Grillini chiedono sarcasticamente se stavolta ha sentito il boom. Deborah Serracchiani, quando dice che Parma offusca ogni altra vittoria del centrosinistra, dice una verità: a suo avviso Pierluigi Bersani farebbe bene a non nascondere la testa sotto la sabbia ma prendere coscienza che il vento è cambiato e cambierà ancora. Difficilmente Grillo si lascerà irretire da vari confronti e soprattutto su quello per il lavoro. Il vecchio PDL si è disciolto come l’ultima neve di primavera e il suo capo si dedica agli acquisti di sontuose dimore sul lago.
La Lega è alla debacle sepolta sotto le macerie che l’han mostrata pari a quelli cui dava dei “ladroni”. Sette sconfitte in sette comuni importanti gli hanno suonato un bel “De profundis”... Il PD, vittorioso sì ma con riserva: i grandi comuni quali sono Palermo e Genova sono andati nelle mani della sinistra radicale. Il Movimento 5 stelle vuole invertire la rotta finanziaria e forte dell’insofferenza della gente alle continue vessazioni e alle rinunce d’ogni ordine e grado ha imboccato la strada maestra e con la quinta ingranata. Roma si fa sempre più vicina e di questo passo, alle prossime elezioni politiche, fra i banchi del Parlamento potremmo vedere nuovi volti di nuova gente che forse si darà da fare davvero per riportare un poco di tranquillità a questa povera Italia. Se ci riuscirà, saremo tutti pronti ad applaudire fino a spellarci le mani. Se poi, puta caso, come presidente del consiglio dovessimo avere un comico, dove starebbe la novità?
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Sono presenti 2 commenti
oggi credo che la B debba veramente meditare come la sua presunzione di gran leader e la sua scellerata scelta verso una ABC stia portando il PD ad una lenta agonia. SVEGLIATI se non ti ritieni come i tuoi attuali compagni di viaggio e osserva attentamente quello il GRILLOPARLANTE grinisce. Da un ex PD
Cosa vuoi che ne capisca Bersani di politica? Da quando é scomparso il simbolo della falce e martello e i suoi prestigiosi e combattenti leaders siamo finiti in mani da poco. Ochetto, Bertinotti, Dalema, Franceschini, Bersani...Chi sono? A questo punto viva Grillo!
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