Nel corso dell’anno passato, solo il 10% dei servizi dei telegiornali italiani della fascia serale, quindi i più seguiti, era dedicato a contesti di crisi, a conflitti e a emergenze umanitarie e sanitarie. Lo denuncia Medici senza frontiere (Msf) nell’ottavo Rapporto “Le crisi umanitarie dimenticate dai media 2011”, realizzato in collaborazione con l'Osservatorio di Pavia. Servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3
Radio Vaticana - Per tutto il 2011, i Tg italiani, del servizio pubblico e non – quindi Rai, Mediaset e La7 – hanno ignorato importanti conflitti, emergenze umanitarie e sanitarie. Nei servizi giornalistici non si è mai parlato di crisi umanitarie decennali, come quella in Congo, non si è parlato della malnutrizione in Somalia e neanche della pandemia di Hiv, tralasciata persino in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids. L’organizzazione punta l’indice contro l’assenza di notizie, ma anche contro la qualità di quelle date, come in occasione dell’arrivo sulle coste italiane di migranti in fuga da Libia, Tunisia ed Egitto. Kostas Moschocoritis, direttore generale Medici senza frontiere Italia:
"Chi ha parlato di più sull’immigrazione, sulle 1.391 notizie uscite l’anno scorso, sono stati i politici: per il 65%, hanno parlato loro. Solo per un misero 14% hanno parlato gli stessi migranti, della loro vita, dei loro problemi. Un altro esempio: sul Bahrein, durante la 'primavera araba', sono state date 24 notizie: sette di queste si riferivano al Gran Premio di Formula 1, quando la maggior parte avrebbe dovuto riferirsi ai pazienti che venivano arrestati nelle cliniche e negli ospedali quando vi si recavano per essere curati dopo essere stati feriti durante le dimostrazioni".
Chiunque lavori nell’informazione sa che gli operatori di Medici senza frontiere, ma anche quelli di molte altre organizzazioni, sono molto attenti ai rapporti con le redazioni, tenute costantemente aggiornate. Perché quindi questa assenza di risposta?
"C’è una percezione errata circa il fatto che gli italiani non si interessino di questi contesti. Ma è una visione miope, perché quale contribuente italiano, ad esempio, non vuole sapere come si sono spesi i suoi soldi in Libia, nei campi di detenzione del regime Gheddafi, che erano stati costruiti con i soldi degli italiani? E perché gli italiani non dovrebbero essere interessati alla pandemia di Hiv, una malattia che tocca milioni di persone nel mondo? Noi siamo convinti, anche attraverso i nostri sostenitori – e non solo di Medici senza frontiere, ma anche di altre organizzazioni – che la gente è interessata. La filosofia secondo cui gli italiani non sarebbero interessati alle crisi, alle emergenze, è completamente miope e, direi, provinciale".
Oggi, Medici senza frontiere chiede di accendere i riflettori soprattutto sulla condizione dei rifugiati del Mali, Paese colpito dalla siccità e dall’insicurezza alimentare. Msf, inoltre, lancia un appello per la Siria e chiede alle parti di rispettare l’integrità dei feriti e del personale sanitario:
"Da oltre due mesi, c’è una grave instabilità in Mali: oltre 160 mila persone sono fuggite in Niger, in Mauritania e in Burkina Faso. Le condizioni nei campi profughi sono molto precarie: non ci sono né acqua, né cibo a sufficienza e per di più sta arrivando la stagione delle piogge, che renderà tutto il sistema di assistenza ai rifugiati molto, molto problematico. Quella per i rifugiati maliani è per noi una grande preoccupazione. Dopodiché, proprio oggi, abbiamo lanciato un appello per la Siria, per avere l’autorizzazione a lavorare in questo Paese dove, purtroppo, i pazienti, i medici e le strutture sanitarie non sono affatto rispettate dagli attori del conflitto. E’ estremamente difficile inviare personale, ed è molto insicuro. In questo momento, avere un bisturi in mano in Siria è quasi come avere in mano un kalashnikov, perché le strutture sanitarie non sono affatto rispettate: la gente viene arrestata quando si reca in ospedale con ferite dopo una dimostrazione o dopo un incidente.
“Senza mai restare a guardare” è l’applicazione gratuita per Android e iPhone, che Msf offre per permettere di essere aggiornati in tempo reale sulle crisi dimenticate e sulle emergenze umanitarie in cui l’organizzazione è presente.
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