lunedì, maggio 07, 2012
Cerimonia d’insediamento oggi al Cremlino, dove Vladimir Putin ha giurato per la terza volta come presidente della Russia. Intanto, ieri e oggi, decine di migliaia di persone hanno manifestato a Mosca, ma sono state violentemente disperse dalle forze dell’ordine. Centinaia gli arresti. Il servizio di Giuseppe D’Amato: ascolta  

Radio Vaticana - Trentuno salve di cannone hanno salutato la fine della cerimonia di insediamento di Vladimir Putin. Rigido il protocollo. Tutto era calcolato al secondo: dall’entrata del neopresidente nel grande Palazzo del Cremlino ai due brevi discorsi.“Questa è l’inizio di una nuova tappa storica per il Paese”, ha esordito il presidente uscente, Dmitrij Medvedev, che ha ringraziato chi lo ha sostenuto in questi difficili quattro anni. L’ormai ex capo del Cremlino ha sottolineato che “lo Stato non può funzionare senza dialogo col popolo”. Dopo il giuramento sulla Costituzione, Vladimir Putin ha preso la parola, ricordando come la sua vita è stata completamente dedicata “al servizio della Patria” e del suo popolo. Riferendosi a Medvedev, che verrà nominato primo ministro, ha segnalato i meriti del presidente uscente nel campo della modernizzazione del Paese, ma presto egli dovrà affrontare “prove assai complesse”
. Uno degli obiettivi per la Russia nei prossimi sei anni è quello di diventare leader in Euro-Asia. Ossia il progetto di creare sull’esempio dell’Unione europea una Comunità economica delle repubbliche ex sovietiche. Putin intende poi rafforzare la democrazia e la libertà, ma è necessario che tutti abbiano fiducia e credano nella Patria. Contemporaneamente alla cerimonia di insediamento, come riferiscono le agenzie di stampa, un centinaio di persone, tra cui l’ex vicepremier Nemtsov, sono state fermate in piazza del Maneggio, di fronte al Cremlino. In una Mosca spettrale, ancora provata dagli incidenti di ieri con decine di feriti e centinaia di arresti, oltre un migliaio di oppositori anti-Putin hanno inscenato una nuova manifestazione di protesta non lontano da piazza Pushkin. La loro richiesta è sempre la stessa: elezioni libere.

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