mercoledì, maggio 30, 2012
Accordo storico quello siglato in Normandia dai Comuni di Arromanches e Dongo, gemellati dal settembre '98 e uniti in maniera inscindibile dagli eventi che hanno determinato la fine della Seconda Guerra mondiale: lo sbarco delle truppe alleate a Arromanches e in altre località della Normandia il 6 giugno '44, la fine del fascismo a Dongo il 27-28 aprile del'45.

di Silvio Foini

Conferma Patrick Jardin, sindaco di Arromanches: “Stiamo lavorando a questo storico accordo con il comune di Dongo da 13 anni. Il Museo di Arromanches ogni anno ospita 150mila visitatori. I due Comuni potranno ora approfittare dell'evoluzione di quella memoria che abbiamo il dovere di preservare a ogni costo attraverso i due musei: Arromanches con un museo storico e tecnico, Dongo con il museo della Resistenza”. Il sindaco transalpino non ha dubbi sul fatto che un Comune come Dongo avrà con il museo un'esplosione di interesse: si tratti di studenti o stranieri, di sicuro i visitatori vorranno saperne di più. “Resistenza e fine della guerra sono due momenti storici per entrambe le nazioni” si legge nel documento che porta in calce le firme del primo cittadino di Dongo, Mauro Robba, e del collega di Arromanches, Patrick Jardin.

Oggi i sindaci dei due Co¬muni rinnovano un patto culturale e storico con l'impegno solenne di mantenere e incoraggiare la diffusione dei valori espressi dai due Musei. Ciò significa che Dongo e Arromanches si impegnano ad uno scambio reciproco di testimonianze e documenti.

A quasi un mese di distanza da quando a Giulino di Mezzegra venne posata una targa con le foto di Benito Mussolini e Claretta Petacci, di fronte al muro di Villa Belmonte nel luogo esatto dove i due vennero fucilati nel 1945, sarà l'Anpi a scendere in piazza prendendo le distanze da ogni forma di revisionismo. Una contromanifestazione che si sarebbe dovuta svolgere già un mese fa, in concomitanza con la cerimonia organizzata dai nostalgici dell’Rsi. Allora a fermare i sostenitori dell'Associazione Nazionale Partigiani era stato il maltempo, un'incognita che sabato tutti sperano di scongiurare. L'appuntamento come l'altra volta sarà sul lungolago Mafalda di Savoia, di fronte alla diga foranea.

Le commemorazioni dell’una e dell’altra parte si uniformino deponendo le faziosità che sono nate in quel tempo non ancora remoto e servano piuttosto a comprendere che la storia prosegue il proprio millenario cammino. Ora siamo Italiani, comunque tutti accomunati da un significativo inno: riconosciamoci come fratelli e grande popolo. Il futuro che sta davanti a noi è confuso e incerto e richiede la massima unità e umiltà. La Verità, ricordiamocelo, in ultima analisi non sta mai tutta da una parte sola.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Speriamo che anche questa volta sia il maltempo a darci una mano, certe nostalgie sono da reprimere.

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