Centinaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia per le strade di Santiago del Cile per protestare contro il nuovo documentario-tributo al Presidente Augusto Pinochet.
E-ilmensile - “Assassino, assassino!” hanno gridato i manifestanti ieri, 10 giugno, nei pressi del Teatro Caupolican, dove veniva proiettato “Pinochet”, il film che celebra la dittatura militare del generale (1973-1990). La polizia ha risposto sparando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua sui manifestanti per impedire la loro avanzata verso il teatro, che alla fine è riuscito ad accogliere più di mille sostenitori del vecchio regime. “La polizia sta limitando la nostra attività al fine di consentire le attività di celebrazione del dittatore. Questo rende omaggio ad un criminale, ha dichiarato alla CNN Chile Mireya Garcia, vice-presidente dell’Associazione dei familiari dei detenuti e scomparsi (AFDD).
Il documentario prende in esame le circostanze politiche che hanno preceduto il colpo di stato appoggiato dagli Usa contro l’allora presidente socialista Salvador Allende l’11 settembre 1973. Sono fatti che riaccendono molti animi, scatenando non solo l’ira degli oppositori ma anche quella dei sostenitori di Pinochet che rivendicano il diritto alla libertà di espressione contro i parenti delle vittime del regime che vorrebbero vedere l’evento vietato.
Il governo di Sebastian Pinera, il primo presidente di destra dal regime di Pinochet, ha dichiarato di essere nettamente contro il tributo al dittatore, ma ha voluto rispettare il diritto di chi voleva celebrarlo.
E’ ovvio, però, che l’omaggio a Pinochet però non potesse essere accettato da chi ha parenti che sono rimasti vittime del suo regime e per i quali non è stata mai fatta giustizia. Più di 350 casi di sparizioni, torture, detenzioni illegali e cospirazione avvenuti nel periodo dittatoriale sono ancora aperti.
Non meno di 3.200 sono le persone uccise o scomparse durante quel periodo. Molti ricercatori, inoltre, sono riusciti a documentare circa 37.000 casi di tortura e detenzione illegale.
Pinochet, morto nel 2006, all’età di 91 anni, non è mai stato condannato per violazione dei diritti umani durante il suo regime.
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