Si è protestato fino a notte fonda a piazza Tahrir al Cairo, ma manifestazioni contro l’ex presidente Hosni Mubarak e il candidato alle elezioni presidenziali Ahmed Shafiq si sono tenute anche ad Alessandria, seconda città d’Egitto, a Damietta, Hurghada, Zagazig, Suez Ismailia e in altre città di diversi governatorati.
Misna - “La piazza è chiusa anche oggi – dicono alla MISNA fonti missionarie locali – e la prospettiva è che si arrivi in questo modo fino alla fine della prossima settimana e al giorno delle elezioni. Sono manifestazioni pacifiche ma più marcate politicamente che non quelle dello scorso anno, un fatto che sta contribuendo a tenere lontana una larga fascia di giovani”. Su spinta di alcuni movimenti della società civile che nel 2011 animarono la rivoluzione contro Mubarak e con la massiccia partecipazione dei Fratelli musulmani migliaia di egiziani stanno dando voce alla rabbia per il verdetto emesso da un tribunale che la scorsa settimana ha sì condannato Mubarak e il suo ministro degli Interni Habib Al Adly, ma scagionato i figli dell’ex rais e diversi alti ufficiali delle forze di sicurezza. La protesta si è trasformata anche in un coro di contestazione nei confronti di Shafiq – più volte ministro con Mubarak – considerato un esponente del vecchio regime vicino ai militari che ha conquistato il diritto a sfidare al turno di ballottaggio delle presidenziali il candidato dei Fratelli musulmani Mohammed Morsy. Le manifestazioni di ieri sono state precedute da un ultimatum del Supremo consiglio delle forze armate (la giunta militare ancora al potere) ai partiti politici perché entro 48 ore a partire da oggi stabiliscano i criteri per formare una rappresentativa Assemblea costituente. In caso contrario – è la minaccia fatta dai militari – rientrerebbe in vigore la Costituzione del 1971 attualmente sospesa.
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