Aumentare le pene per chi commette violenza sulle donne. Questa la richiesta del presidente di El Salvador, Mauricio Funes, che da tempo combatte contro quella che è considerata una delle piaghe sociali che colpisce il Paese.
e-ilmensile - “Il codice penale esiste e stabilisce delle pene. Dobbiamo fare in modo che la legge possa modificarle e aumentarle” ha detto Funes a margine di una conferenza stampa tenutasi nella capitale. “Ai poliziotti, ai militari e a tutti quelli che indossano una divisa dico che colpire una donna, violentarla o tentare di farlo, non è un reato minore e da oggi qualsiasi tipo di violenza, sia essa fisica o psicologica, dovrà essere considerata come una violenza contro la società, contro la patria” ha aggiunto il presidente.
Secondo il codice penale di El Salvador le pene previste per il reato di violenza domestica o aggressione variano dalla detenzione per sei mesi a fino a un massimo di otto anni. Ma è proprio grazie al lavoro di Funes che da qualche tempo il Paese sta cercando di riabilitarsi agli occhi del mondo con leggi nuove e pene severe.
Un primo passo era stato fatto poco meno di un anno fa dall’Assemblea legislativa che aveva votato all’unanimità il via libera alla Ley Especial Integral para la Vida Libre de Violencia contra las Mujeres. La legge approvata stabiliva per la prima volta pene pesantissime per chi si fosse macchiato del reato di omicidio contro una donna: dai 20 ai 30 anni di reclusione. La pena può aumentare fino a 50 anni di reclusione se ci sono delle aggravanti, come il reato commesso contro un’anziana o una minorenne o addirittura contro donne diversamente abili.
Il governo del Paese è stato quasi costretto a riaprire il dibattito sulla violenza contro le donne dopo che un suo un deputato è stato accusato di aver picchiato selvaggiamente sua moglie. Il caso ha colpito profondamente l’opinione pubblica e ha fatto correre ai ripari il governo. “Dobbiamo fare di tutto per combattere questo terribile fenomeno che colpisce la nostra società” ha detto Funes che ha aggiunto: “Iniziare a combattere la violenza di genere è un fatto estremamente importante”.
Anche il sistema carcerario potrebbe averne dei benefici. Le prigioni del Paese infatti, sono sovraffollate: +317 per cento rispetto ai posti disponibili secondo i dati diffusi dall’Agenzia per le carceri dello Stato.
Fra questi il 25 per cento è detenuto per reati legati al traffico di droga e la maggior parte dei detenuti sono stranieri. Il resto se lo contendono bande criminali e violentatori. Un sistema che sta collassando e che dovrebbe essere rifondato completamente.
“D’ora in avanti il governo inizierà la sua lotta frontale per eliminare dal Paese la violenza contro le donne. Per farlo servirà l’aiuto di tutti: dalle forze di sicurezza alla società civile, passando per le scuole che sono il primo passo per l’educazione dei nostri figli” ha concluso Funes.
La gestione di tutte le iniziative, escluse ovviamente quelle parlamentari, sarà nelle mani della Secretaria de Inclusion Social e all’Instituto Salvadoreno de la Mujer che collaboreranno con lo Stato per arrivare quanto prima a liberare il Paese dalla violenza sulle donne.
e-ilmensile - “Il codice penale esiste e stabilisce delle pene. Dobbiamo fare in modo che la legge possa modificarle e aumentarle” ha detto Funes a margine di una conferenza stampa tenutasi nella capitale. “Ai poliziotti, ai militari e a tutti quelli che indossano una divisa dico che colpire una donna, violentarla o tentare di farlo, non è un reato minore e da oggi qualsiasi tipo di violenza, sia essa fisica o psicologica, dovrà essere considerata come una violenza contro la società, contro la patria” ha aggiunto il presidente.
Secondo il codice penale di El Salvador le pene previste per il reato di violenza domestica o aggressione variano dalla detenzione per sei mesi a fino a un massimo di otto anni. Ma è proprio grazie al lavoro di Funes che da qualche tempo il Paese sta cercando di riabilitarsi agli occhi del mondo con leggi nuove e pene severe.
Un primo passo era stato fatto poco meno di un anno fa dall’Assemblea legislativa che aveva votato all’unanimità il via libera alla Ley Especial Integral para la Vida Libre de Violencia contra las Mujeres. La legge approvata stabiliva per la prima volta pene pesantissime per chi si fosse macchiato del reato di omicidio contro una donna: dai 20 ai 30 anni di reclusione. La pena può aumentare fino a 50 anni di reclusione se ci sono delle aggravanti, come il reato commesso contro un’anziana o una minorenne o addirittura contro donne diversamente abili.
Il governo del Paese è stato quasi costretto a riaprire il dibattito sulla violenza contro le donne dopo che un suo un deputato è stato accusato di aver picchiato selvaggiamente sua moglie. Il caso ha colpito profondamente l’opinione pubblica e ha fatto correre ai ripari il governo. “Dobbiamo fare di tutto per combattere questo terribile fenomeno che colpisce la nostra società” ha detto Funes che ha aggiunto: “Iniziare a combattere la violenza di genere è un fatto estremamente importante”.
Anche il sistema carcerario potrebbe averne dei benefici. Le prigioni del Paese infatti, sono sovraffollate: +317 per cento rispetto ai posti disponibili secondo i dati diffusi dall’Agenzia per le carceri dello Stato.
Fra questi il 25 per cento è detenuto per reati legati al traffico di droga e la maggior parte dei detenuti sono stranieri. Il resto se lo contendono bande criminali e violentatori. Un sistema che sta collassando e che dovrebbe essere rifondato completamente.
“D’ora in avanti il governo inizierà la sua lotta frontale per eliminare dal Paese la violenza contro le donne. Per farlo servirà l’aiuto di tutti: dalle forze di sicurezza alla società civile, passando per le scuole che sono il primo passo per l’educazione dei nostri figli” ha concluso Funes.
La gestione di tutte le iniziative, escluse ovviamente quelle parlamentari, sarà nelle mani della Secretaria de Inclusion Social e all’Instituto Salvadoreno de la Mujer che collaboreranno con lo Stato per arrivare quanto prima a liberare il Paese dalla violenza sulle donne.
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