lunedì, giugno 18, 2012
Torture ed esecuzioni sommarie “sono abusi all’ordine del giorno in Eritrea”: è l’accusa formulata dall’alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay secondo cui nelle prigioni segrete del paese “ci cono tra i 5000 e i 10.000 prigionieri politici”.  

Misna - La situazione dei diritti umani in Eritrea, ha proseguito la rappresentante, il cui mandato alla guida dell’organismo Onu è stato esteso di due anni, “è fonte di grave preoccupazione. Informazioni credibili indicano che gli abusi includono la detenzione arbitraria, le torture , il lavoro forzato, la leva obbligatoria e ampie restrizioni alla libertà di espressione, assemblea e religione”. Periodicamente le associazioni per i diritti umani alzano la voce sulle condizioni di vita di circa sei milioni di cittadini eritrei e ogni anno– secondo stime in circolazione – sono migliaia le persone che cercano di fuggire all’estero per sottrarsi alla leva obbligatoria per tutti i cittadini, maschi e femmine tra i 18 e i 48 anni per un periodo indeterminato.

Nell’ex provincia etiope, indipendente dal 1993, non sono mai state organizzate elezioni indipendenti e il solo partito politico riconosciuto è quello degli ex ribelli del Fronte popolare per la democrazia e la giustizia (Pfdj) al potere da allora. I sostenitori per i diritti umani denunciano centinaia di migliaia di detenzioni ‘incommunicado’ nelle carceri segrete e sotterranee presenti nel paese in cui i prigionieri – per lo più d’opinione, tra giornalisti e presunti dissidenti – sono esposti a torture e maltrattamenti.


Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

ne parlate solo adesso? io ci vado sempre in eritrea e quando vado viv o con i ribelli il capo haron lavora con me cercando di uccidere sempre il dittatore che e protetto daall'occidente anche io sono stato in prigione e sono riuscito a scappare se volete aiutare il popolo parlatene e andate a tirare giu il dittatore morire x la liberta' ora e sempre liberta'

Anonimo ha detto...

i dittatori eritreo etiopico non devono esistere nella faccia della terra

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