venerdì, giugno 08, 2012
Mimosa Martini ricorda nella puntata odierna di “Giorno per Giorno” Ray Bradbury, il gigante della letteratura americana autore tra gli altri di “Fahrenheit 451”, morto a Los Angeles all’età di 91 anni. Guarda la puntata
 
di Mimosa Martini 

Ha continuato a scrivere anche dopo l’ictus che lo colpì nel 1999, ha continuato a scrivere anche dopo la morte dell’amata moglie nel 2003… ha scritto, fin da ragazzino per tutta la sua lunga vita, con una passione e con una leggerezza sempre uguali. Sto parlando di Ray Bradbury, un gigante della letteratura americana, un poeta della fantascienza, morto a Los Angeles a 91 anni. Ci lascia in eredità tante cose per fortuna: il suo romanzo più famoso , Fahrenheit 451, pubblicato nel 1953, ha vendute più di 10 milioni di copie. Il regista francese François Truffaut ne trasse un film negli anni ‘60 che la mia generazione ha visto e rivisto mille volte in tv. Ha scritto grandi sceneggiature per Hollywood, messo in scena tanti spettacoli teatrali. Ma per me il suo forte erano i racconti, brevi, talvolta brevissimi. E nella loro brevità fulminanti. Cronache marziane, ma non solo.  Ray Bradbury raccontava che la sua era una passione divoratrice. Autodidatta, perché figlio di un operaio e di una casalinga, non era potuto andare al college e allora ha divorato libri in giro nelle biblioteche. Tutto lo incuriosiva, purché su carta, ma proprio tutto. Ed era innamorato del fumetto. E ha cominciato a scrivere da giovanissimo, scriveva, scriveva e pubblicava su qualunque rivista lo accettasse. Ha fatto la fame, ha avuto periodi difficili, ma ogni giorno, oppure di notte quando di giorno doveva cercare di che mangiare, scriveva. Il suo ultimo articolo è di pochi giorni fa, pubblicato sul New Yorker. Spiega cosa ispirò un suo celebre racconto: un ricordo del nonno, della sua primissima infanzia e del rituale di costruire una piccola mongolfiera di carta colorata (il pallone di fuoco) da far volare e incendiare al termine dei festeggiamenti del 4 luglio, in giardino con la famiglia.

Ma simili aneddoti li ha sempre raccontati: Bradbury non si è mai risparmiato, è andato in giro per scuole e università a spiegare come faceva, a spiegare il suo metodo e soprattutto a incoraggiare. E ne ha fatto un libro, “Lo zen nell’arte della scrittura”, un manuale da tenere sempre con sé, dove consiglia di avere sempre dietro - come ha fatto lui - un taccuino per appuntare idee, ispirazioni, volti, situazioni. Tutto serve, diceva: un dettaglio di oggi può essere usato domani, quindi bisogna appuntarlo per fermarlo e ritrovarlo. E poi scrivere, scrivere sempre, tutti i giorni. Non lasciare mai un foglio bianco, anche se quello che si scriverà verrà buttato.

Bradbury aveva talento. E amava la carta: si era fatto convincere solo da poco a pubblicare su Kindle in versione digitale Fahreneheit 451. Che è la temperatura alla quale brucia la carta. Se non lo avete fatto leggetelo, ora. Prima di bruciare l’occasione.


È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Buon viaggio Ray. Grande maestro. Ciao e grazie.
Silvio

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