Fernando Lugo non è più il presidente del Paraguay. Il Senato del Paese l’ha destituito dal suo ruolo dopo l’accusa di “inettitudine e mancanza di decoro”. Al suo posto andrà il vicepresidente Federico Franco (Partito Liberale), 49 anni, medico e fervente cattolico, che ha giurato nella notte.
e-ilmensile - “Accetto ciò che ha deciso la legge anche se il parlamento è stato raggirato” ha detto Lugo durante il suo ultimo discorso. Lugo paga la gestione sbagliata degli scontri della scorsa settimana a Curuguaty (250 chilometri a nord dalla capitale), dove 300 agenti della polizia si scontrarono con 150 contadini che avevano occupato la fattoria dell’ex senatore Blad Riquelme, notissimo imprenditore del Paese ed avversario politico del presidente. In quell’occasione morirono otto agenti e nove contadini. L’ex senatore ha sostenuto che fra i contadini ci fossero dei guerriglieri dell’Epp (Ejercito del Pueblo Paragauyo).
Non appena appresa la notizia nella capitale Asuncion i fedelissimi di Fernado Lugo sono scesi per le strade a manifestare il loro dissenso. In diverse zone della città sono scoppiati incidenti, soprattutto nella Piazza delle Armi, dove gruppi di contadini hanno affrontato la polizia, ingaggiando violenti corpo a corpo. Finora non si ha notizia di vittime o feriti, e dalla polizia locale non arrivano informazioni in merito ad eventuali arresti.
Il ministro per l’Adolescenza e l’Infanzia, Liz Torres ha abbandonato il suo incarico. “Tenendo conto che sono stata chiamata a far parte di un progetto per il Paese che tenesse in considerazione la giustizia e la tolleranza, e che ha sempre voluto radicare nella società i principi di giustizia sociale e democrazia, ritengo imprescindibile la mia rinuncia all’incarico” ha detto la Torres. Stessa decisione per Esperanza Martinez, ministro della Salute Pubblica.
La decisione del Senato paraguayano ha scatenato la reazione dei Paesi legati all’Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane), che hanno respinto la messa in stato d’accusa del presidente e hanno minacciato di applicare la “clausola democratica” nei confronti di Asuncion. Questo potrebbe aprire scenari politici nuovi per il Paraguay. “Le cancellerie aderenti all’Unasur – si legge nel comunicato diffuso dall’Organizzazione – riaffermano che è imprescindibile il rispetto delle clausole democratiche votate dal Mercosur, Unsasur e dal Celac. Le cancellerie considerano che le azioni in corso in Paraguay potrebbero essere comprese negli articoli 1, 5 e 6 del Protocollo Addizionale del Trattato Costitutivo dell’Unasur sull’impegno per la democrazia, fatto che potrebbe configurare una minaccia all’ordine democratico, omettendo il rispetto al giusto processo. I Governi dell’Unasur valuteranno quale sia la misura più appropriata per continuare la cooperazione nel quadro dell’integrazione sudamericana”.
Da Quito (Ecuador) il presidente Rafael Correa oltre a ritenere “illegittimo il nuovo esecutivo” ha fatto sapere di essere disposto a chiudere le frontiere se Lugo non verrà “sottoposto a un processo equo”. Bolivia, Argentina e Brasile dal canto loro hanno fatto sapere di non riconoscere il nuovo governo.
Lugo è stato eletto presidente del Paraguay il 20 aprile del 2008 e fu il primo presidente di sinistra del Paese. Ex vescovo della diocesi più povera della nazione, fu sospeso ‘a divinis’ e si dedicò totalmente alle attività politiche. Ora alla guida del Paese torna un liberale, Federico Franco, che negli ultimi tempi aveva duramente contestato Lugo.
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