giovedì, giugno 14, 2012
Una santa appena canonizzata si inserisce meritatamente al vertice del pensiero cattolico

di Carlo Mafera

Il prossimo 7 ottobre Papa Benedetto XVI proclamerà altri due dottori della Chiesa: San Giovanni d’Avila e Santa Ildegarda di Bingen. Quest’ultima è stata riconosciuta santa lo scorso 10 maggio e dopo solo 5 mesi è stata proclamata anche dottore della Chiesa. Dottore della Chiesa è il titolo che la Chiesa cattolica attribuisce a personalità religiose che hanno mostrato nella loro vita e nelle loro opereparticolari doti di illuminazione della dottrina cattolica sia per fedeltà sia per divulgazione o per riflessione teologica.

Finalmente un’altra donna si inserisce meritatamente al vertice del pensiero cattolico dimostrando come l’influenza dell’enciclica “Mulieres dignitatem” del compianto beato Giovanni Paolo II si stia facendo sentire fortemente. Oltretutto la proclamazione di questo nuovo dottore della Chiesa, Ildegarda di Bingen, vissuta tra il 1098 e il 1179, spazza via il residuo pensiero negativo sul Medioevo, ritenuto da tanti studiosi, illuministi e non solo, un periodo di secoli bui dal punto di vista culturale.

Il sapere di Ildegarda era, per così dire, enciclopedico, perché spaziava dalla teologia alla mistica, dalla medicina alla musica, comprendendo in fondo tutte le materie fino allora conosciute, e cioè le arti del trivio, quelle letterarie, e le arti del quadrivio, quelle matematiche. Ildegarda aveva anche il dono di avere delle visioni e inoltre esponeva idee cosmologiche di grande rilievo e di notevole originalità, elaborando anche una sua visione profetica della storia. Il suo approccio alla conoscenza della realtà non seguiva la modalità scolastica di lettura e commento dei testi, ma si basava sull'esperienza intuitiva di cui ha riferito il carattere visionario in più luoghi della sua opera. La sua esperienza era propriamente profetica: non una mistica unione dell'anima con Dio ma l'assunzione di un ruolo di intermediaria fra Dio e l’umanità del suo tempo.

È interessante riportare quanto Ildegarda udì in una di queste a proposito della battaglia che la santa ingaggiava contro l’autonomia umana, contro l'uomo regolato su di sé e pieno di sé, contro l'uomo che parla con spirito di empietà. A tal proposito, anche nel suo nome c’era della profezia (Ildegarda vuol dire "protettrice delle battaglie") e lei fece della sua religiosità un'arma per una battaglia da condurre per tutta la vita: scuotere gli animi e le coscienze del suo tempo. Ecco il testo di quella visione: "Non voglio ubbidire né a Dio, né a qualsiasi uomo! Voglio assicurarmi da solo ogni possibilità che possa recarmi vantaggio, come farebbe qualsiasi uomo che non sia pazzo!" .Quest'uomo causa il lamento terribile di tutta la creazione: "E udii - scrive la santa - come gli elementi si volsero a quell'Uomo con un urlo selvaggio. E gridavano: 'Non riusciamo più a correre e a portare a termine la nostra corsa come disposto dal Maestro. Perché gli uomini con le loro cattive azioni ci rivoltano sottosopra come in una macina. Puzziamo già come peste e ci struggiamo per fame di giustizia". Cristo, vincitore di Satana, le dice tuttavia: "Io, suprema forza di fuoco, che accese ogni scintilla di vita, da cui nulla uscì di mortale, io decido di tutto ciò che è. Al cerchio dell'universo con le mie ali, cioè volandogli intorno con la mia sapienza, ho dato il giusto ordine. E di nuovo io, infiammata vita del divino essere originario, scintillo sulla bellezza dei terreni dei campi, brillo nelle acque, ardo nel sole, nella luna, nelle stelle. Con un soffio di vento, invisibile vita che dona pienezza, tutto trasformo in vita... Dunque io sono la forza di fuoco che segretamente riposa in tutto questo, tutto arde grazie a me, come il respiro tiene incessantemente in vita l'uomo e come nel fuoco si leva una fiamma accesa... Poiché da sempre, fin dall'eternità, era chiaro che Dio voleva veder creata la sua opera personale, l'uomo, e quando ebbe realizzato tale opera, a lei consegnò tutte le creature, affinché, servendosi di loro, anche l'uomo compisse le proprie opere, così come a sua volta Dio stesso aveva creato la sua opera, appunto l'uomo". "L'uomo è il recinto delle meraviglie di Dio".

Ildegarda di Bingen in questa visione cosmologica mette in evidenza come l’intervento di Dio, attraverso questa forza di fuoco (Gesù Cristo), continua a dispiegare la sua forza creatrice non abbandonando la sua creatura alle forze del male. Infatti l’Uomo, secondo la santa, perde il suo stato di perfezione originaria ed incorre nella corruzione della malattia e nella morte, così con l’atto consapevole di ritorno a Dio egli procede, inversamente, su una strada di guarigione ed il Cosmo, con i suoi tre regni minerale, vegetale ed animale, rappresenta l’Instrumentum donato da Dio all’Uomo per realizzare il suo ritorno all’origine, la sua cura, che si compie su molteplici piani, da quello fisico a quello spirituale, per culminare nella salvezza. È proprio per questo motivo, dunque, che il Cristo, il Dio-Uomo che interviene nel Cosmo a rendere possibile il processo di salvezza dell’Uomo, è definito dalla profetessa, in uno dei suoi più suggestivi canti liturgici, come sancta Medicina: il Cristo, infatti, è innanzi tutto Guaritore della disarmonia e dell’infelicità determinate dalla caduta. Con Ildegarda la medicina assume, dunque, un aspetto, per così dire, morale, ma anche squisitamente psicologico: la malattia deve essere indagata nelle sue cause vere, cioè spirituali, e non solo nei suoi sintomi, che ne rappresentano solo l’ultima manifestazione.

E infine Santa Ildegarda, quale sublime profetessa, impartisce a noi una meravigliosa e magistrale lezione di teologia della storia rassicurandoci sull’esito finale alla stessa maniera di Isaia. La storia, infatti, è lo svolgimento delle vicende dell’intero creato, dalla caduta dell’angelo ribelle alla vittoria finale sull’Anticristo. In queste vicende (per la cui descrizione Ildegarda utilizza uno schema di ‘età del mondo’ affine a quello di Gioachino da Fiore) la razionalità umana, che ha lo stesso carattere igneo dello Spirito creatore, svolge un compito preziosissimo: quello di riunificare il mondo corporeo e quello spirituale nella vita morale e nella realizzazione della salute, attraverso la conoscenza e l’utilizzazione del mondo naturale.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo, molto bello. Complimenti

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