giovedì, luglio 12, 2012
Apple si è completamente ritirata da EPEAT, il consorzio sotto cui ricadono importanti specifiche per il rispetto dell'ambiente. E la California reagisce: ha intenzione di porre il veto alle mele non verdi;

NbTimes - Tra le motivazioni addotte da Apple a sostegno delle proprie campagne pubblicitarie, persino fino al Mac Mini del 2009, c’era anche la sua dote verde. Apparecchi costruiti non solo secondo i migliori standard di risparmio energetico, ma anche rispettosi di un’altra importante serie di criteri ambientali, che negli States va sotto l’egida di EPEAT, ossia Electronic Product Environmental Assessment Tool, un gruppo di specifiche da rispettare per qualificarsi davvero verdi. Ebbene, Apple si è sottratta. Ha abbandonato completamente il campo e le conseguenze cominciano a esserci. “Hanno chiarito che le loro linee progettuali non sono più in sintonia con i requisiti EPEAT”, ha dichiarato a CIO Journal (blog del Wall Street Journal) Robert Frisbee, amministratore delegato di EPEAT. “Erano degli importanti sostenitori e siamo molto contrariati dal fatto che essi non vogliono più misurarsi con questi standard”.

 Apple, ricorda Mashable, un tempo sbandierava la sua aderenza ai criteri di rispetto per l’ambiente, specialmente per quanto concerne il suo MacBook Pro, che era efficiente dal punto di vista energetico, riciclabile e conteneva tossine in quantità limitata. L’azienda di Cupertino ha anche un’area del proprio sito dedicata al riciclo, con l’obbiettivo di limitare l’impatto ambientale. Oggi, però, con la sopraggiunta impossibilità, per il cliente finale, di “aprire” i prodotti con facilità (per esempio per sostituire la batteria),

Apple di fatto ha vinto la “cacciata” da EPEAT. Tra i requisiti, infatti, c’è anche quello di poter facilmente rimuovere componenti tossici e tra questi, neanche a dirlo, ci sono le batterie. La reazione più significativa viene proprio dalla California. Il quartier generale Apple si trova proprio lì, ma ciò non ha impedito alle municipalità californiane di lanciare l’altolà: da questo momento in poi, essendo l’acquisto di strumenti informatici approvati EPEAT un dovere per tali realtà della Pubblica Amministrazione, è intenzione della stessa porre il veto. Qualora approvato, Apple non potrà più fornire materiali alla medesima, né potrà più partecipare ad alcuna gara d’appalto, mancando uno dei requisiti fondamentali.


“Siamo dispiaciuti che Apple abbia deciso di sottrarsi da EPEAT e speriamo che il rifiuto della città all’acquisto di prodotti Apple faccia si che l’azienda riconsideri la propria adesione”, ha detto a CIO Journal Melanie Nutter, direttore del Dipartimento Ambiente della città di San Francisco. Pur vero, ricorda Mashable, che i prodotti Apple acquistati dalla Pubblica Amministrazione californiana sono solo tra l’uno e il due per cento. San Francisco ha speso in prodotti Apple circa 45mila dollari nel 2010, in confronto ai 3,8 milioni totali in computer da tavolo e notebook di marchi “assortiti”.

Questa, tuttavia, è un’autentica prospettiva di porta in faccia, bella e buona. Viene da chiedersi se davvero sarebbe stata questa la direzione imboccata dall’azienda se ancora fosse stato in vita Steve Jobs. Al quale, come noto, le mele piacevano verdi. Forse Tim Cook ha gusti diversi.

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