Il bollettino mensile diffuso dalla Banca Centrale Europea frena gli entusiasmi legati alla possibile veloce ripresa della zona euro.
E-ilmensile - La crescita, infatti, risentirà delle “tensioni del debito sovrano e del loro impatto sulle condizioni del credito, dal processo di aggiustamento dei bilanci del settore finanziario e non finanziario e dall’elevata disoccupazione”. Inoltre, sempre secondo il bollettino “c’è l’aspettativa che la dinamica di fondo della crescita risenta delle tensioni in alcuni mercati”. Poi la richiesta della Bce che si orienta sempre più verso una vera flessibilità del mercato del lavoro. “In vari Paesi la correzione al ribasso dei salari è stata modesta e ciò malgrado l’aumento della disoccupazione a indicazione della necessità di ulteriori riforme che favoriscano la flessibilità dei salari”.
Il settore più colpito dalla disoccupazione sembra essere quello delle costruzioni (-1,3 per cento). “In Francia e Italia – leggiamo sul bollettino mensile della Bce – sull’attività del settore costruzioni potrebbero pesare i provvedimenti tesi al risanamento dei conti pubblici, come l’aumento delle imposte sugli immobili e il graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali”. La chiave per risanare l’economia, secondo la Banca Centrale Europea, è il rafforzamento della banche. “E’ essenziale che le banche seguitino a rafforzare, ove necessario, la propria capacità di tenuta. La solidità dei bilanci bancari sarà un fattore chiave per agevolare sia un’adeguata offerta di credito all’economia, sia la normalizzazione dei canali di finanziamento”. “Moderata”, invece, secondo l’istituto di Francoforte, dovrebbe restare “la pressione sui prezzi”, mentre l’inflazione dell’area euro, calcolata al 2,4 per cento il mese scorso, “dovrebbe scendere ancora nel corso del 2012 per riportarsi sotto il 2 per cento l’anno seguente”. Alla luce di queste considerazioni, dunque, secondo il bollettino di luglio della Bce “l’espansione economica resta ancora debole nell’area euro”.
Ma la cosa peggiore è il contesto di incertezza che non sembra sbloccarsi e che finisce col “gravare fortemente sulla creazione di un clima di fiducia”.
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