Bandiere nere a Gianni Alemanno e a San Felice Circeo
GreenReport - La fotografia delle acque di balneazione laziali scattata da Goletta verde è sconsolante: «Ben 10 punti sulle foci dei corsi d'acqua del Lazio sono risultati "fortemente inquinati" ed altri tre "inquinati". Il sistema depurativo regionale «Presenta delle evidenti falle. Disservizi che vanno al più presto risolti come al più presto vanno fermati tutti i nuovi progetti che prevedano ulteriori ed ingiustificate colate di cemento sulle coste del Lazio». Un altro dato che impressiona è quello delle temperature dell'acqua che a Sabaudia ed Anzio arrivano a 30 gradi e che in tutti gli altri punti del litorale a sud di Roma sono sopra i 25°C, prossime ai valori della torrida estate del 2003 quando il picco massimo venne registrato a Fregene con 30,5°C. «Una evoluzione da tenere estremamente sotto controllo - spiegano i tecnici - insieme alle concentrazioni dell'ossigeno disciolto, per il possibile incremento di proliferazioni algali, come dimostra l'esplosione di mucillaggine in quel tratto di costa proprio in questi giorni».
La situazione peggiore per l'inquinamento sembra quella del litorale romano: degli 8 punti critici campionati 7 sono fortemente inquinati ed uno inquinato. I tecnici di Goletta Verde hanno trovato i valori batteriologici più alti nel comune di Santa Marinella, in località Santa Severa, presso il canale sul Lungomare Pyrgi; nel Comune di Cerveteri, a Campo di Mare, presso il Fosso di Zambra; nel Comune di Ladispoli, alla Foce del Rio Vaccino; a Fiumicino presso la Foce del Tevere; nel Comune di Pomezia, nel Canale sulla spiaggia di Rio Torto, in località Torvajanica, presso il Canale Lungomare delle Sirene e ad Ardea, al Fosso Grande. E' risultato inquinato il prelievo a Torre Astura, presso il Ponte canale Valmontorio, a Nettuno.
In provincia di Viterbo fuori norma nel Comune di Montalto di Castro, alla foce del Fiume Chiarone e nel comune di Tarquinia, al Lido.
In provincia di Latina, a San Felice Circeo, il Canale sulla spiaggia all'incrocio di Viale Europa e Via Gibraleon, è risultato fortemente inquinato. A Gaeta, in località Sant'Agostino, il Torrente Lorgato è risultato inquinato. Ancora più grave la situazione a Formia, in località Gianola, dove le analisi alla Foce del Rio Santa Croce hanno segnalato un forte inquinamento. Invece due spiagge in provincia di Latina segnalate dai cittadini come punti critici, Torre Paola a Sabaudia, e la spiaggia del Vendicio a Formia, hanno registrato livelli entro i limiti di legge.
Secondo Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, «La situazione che hanno riscontrati i nostri biologi rispecchia appieno il dato Istat per cui, con appena il 65%, del carico prodotto trattato, la performance depurativa del Lazio è tra le peggiori tra quelle delle regioni costiere del centro Italia, che in media riescono a coprire il 79% degli abitanti equivalenti e al di sotto della media nazionale che si attesta intorno al 75%. In tutto il Belpaese ci sono troppe falle nel sistema di depurazione, è per questo motivo che le nostre analisi continuano a riscontrare diverse situazioni critiche, soprattutto in corrispondenza di fossi o canali o foci di fiumi. Un dato che, seppure relativo ad un monitoraggio spot, evidenzia una situazione che va risolta in tempi ormai non più rimandabili».
Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, sottolinea che «Da nord a sud il litorale e il mare laziale corrono troppi rischi, tra scarichi e cemento in spiaggia. L'inquinamento delle foci va affrontato con determinazione, le fognature miste vanno adeguate come i depuratori. Persi i fondi europei spostati sul debito sanità, bisogna trovare subito una nuova fonte di investimenti della Regione Lazio per le grandi opere per la qualità dell'acqua, per centrare entro il 2015 l'obiettivo di buona qualità delle acque. Le gestioni sono troppo spesso inefficaci, i costi aumentano ma la qualità rimane scarsa, per questo serve un controllo pubblico più forte, per tutelare la qualità di un bene comune così prezioso per la vita».
Per denunciare i fenomeni di mancata depurazione e di cementificazione del territorio Legambiente ha assegnato due Bandiere Nere, destinate a chi si macchia di abusi e gravi mancanze ai danni del mare e delle coste, a San Felice Circeo, «Per la pessima qualità delle acque riscontrata nel canale che sbocca sulla spiaggia all'altezza tra viale Europa e via Gibraleon, dove le analisi dei biologi della Goletta Verde hanno riscontrato un forte inquinamento microbiologico, proveniente molto probabilmente da scarichi non depurati. Considerata la presenza del parco nazionale, ma anche l'enorme impatto antropico che in estate mette a dura prova questo splendido tratto di costa chiediamo che l'amministrazione comunale appena insediata affronti e risolva questo gravissimo problema, per puntare a far rimanere San Felice Circeo lo straordinario luogo che è». La seconda Bandiera Nera è andata al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, «Per lo scellerato progetto del Waterfront di Ostia. Una colata di cemento lungo il litorale romano che andrebbe a sancire la fine di ogni speranza di riqualificazione del mare della capitale. Si tratta infatti di un regalo a chi vuole far esplodere altri milioni di metri cubi sulla costa, a totale disprezzo delle vere esigenze di questo territorio, già vessato da tante problematiche».
La lotta al cemento è stata il filo conduttore della crociera di Goletta Verde nel mare del Lazio. A Ponza (Lt), Goletta Verde ha incontrato il nuovo sindaco, per sottoporgli un documento fatto di proposte, idee e iniziative da mettere in campo per trasformare l'isola in un avamposto sostenibile: «Ponza può risorgere dalle macerie dell'illegalità del passato - dice Legambiente - la strada delle regole e della trasparenza imboccata è giusta, ora serve un forte slancio verso la sostenibilità e l'innovazione». A Fondi (Lt) gli ambientalisti hanno fatto un blitz nell'area dove è stato abbattuto l'ecomostro dell'Isola dei Ciurli ed hanno consegnato una bandiera nera all'Amministrazione chiedendo di aprire subito l'area ai cittadini e di stoppare la variante al Piano regolatore "salva-abusi" nei campeggi.
Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio, ha detto: «Basta abusi e progetti di cementificazione, il mare e le coste del Lazio hanno bisogno di attenzione, di accessi liberi al mare e lotta agli scarichi illegali. Dagli abusi edilizi costieri, alle proposte di varianti su demanio, a nuove opere di cemento, fino all'assurdo progetto di nuovo water front per Ostia nella Capitale, nel Lazio sembra proprio si voglia divorare tutta la bellezza del nostro irripetibile paesaggio costiero, un valore unico ma anche una grande fonte di ricchezza per un turismo che è sempre più attento. Bisogna puntare sulla qualità e la sostenibilità dimenticando cemento e assurde concessioni. Il mare del Lazio merita questa attenzione, storia e archeologia si rincorrono sulle coste regionali che possono vantare un cospicuo patrimonio naturalistico, sono anche diverse le esperienze positive sulle quali puntare».
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