Molteplici i modi per parlare di ambiente. Nel libro “Il respiro della terra”, di Ferrari, Zanatta e Fraternità della Trasfigurazione (edizioni Paoline), ne viene proposto uno originale e utile per singolo e comunità
Si parla molto oggigiorno di ambiente, di creato e di beni comuni e tutto viene presentato sotto varie angolature e in diversi linguaggi, dalla poesia al romanzo, dal giornalismo al cinema, dalla fotografia al teatro. Nel libro “Il respiro della terra”, edito da Edizioni Paoline che inaugura così la Collana “di terra e di cielo”, viene proposto un percorso ricco e originale in un’opera a più mani, e proprio per questo con vari contributi e suddivisa in tre parti.Nella prima parte, dal titolo “Un canto nel cosmo”, Alfonsina Zanatta ripercorre con il lettore il contributo di poeti e scrittori che hanno vissuto l’ambiente e il creato esprimendosi in suggestioni liriche e riflessioni spirituali: da Mario Luzi a Emily Dickinson, da Van Gogh a Paul Eluard o Rainer Maria Rilke, da Thomas Stearn Eliot a Sergej Bulgakov o Charles Baudelaire.
Nella seconda parte, “La natura, questo mistero. Tra filosofia e teologia”, Piermario Ferrari si sofferma sul dibattito attuale sull’ambiente, fornendo preziose chiavi di lettura per poter apprezzare con lo sguardo di Dio tutti i beni che ci ha donato. “La realtà del mondo che sperimentiamo reca in sé le tracce della creazione degli inizi, del ‘bello’ originario: ogni conoscenza del mondo come creazione è dunque una conoscenza metaforica di questo mondo, una sorta di parabola del mondo stesso. Come comprendere, allora, questa parabola della natura come creazione?” si chiede Ferrari, per poi rispondere poco più avanti con queste parole: “Accanto all’unica parola di Dio, come ebbe a dire Karl Barth, è possibile scorgere altre parole di Dio, altrettanto vere e impegnative”.Il creato dunque è visto come espressione dell’amore di Dio e ogni bene della creazione è una parola di Dio per l’uomo e per l’intera umanità: un linguaggio forse inusuale e di difficile comprensione umana ma estremamente significativo ed espressivo.
“La creazione degli inizi cominciò con la natura e finì con l’uomo, la creazione finale, quella escatologica, inizia con la liberazione del’uomo e si conclude con la redenzione della natura” continua Ferrari, per giungere alla conclusione che “l’uomo che conosce il mondo come creazione stabilisce una comunione con il creato che poi si traduce in colloquio con il Creatore stesso”.
È in quest’ottica di dialogo che si snoda la terza parte del libro, dal titolo “In cielo e sulla terra. Nei mari e in tutti gli abissi”, curata dalla Fraternità della Trasfigurazione di Vercelli. Si tratta di un sussidio di preghiere e celebrazioni liturgiche per ogni momento dell’anno che prendono spunto dai beni del creato, dalla montagna alla luce, dall’acqua al cielo, dalla terra alle stelle, dal deserto al fuoco. Preziosi strumenti di preghiera comunitaria o personale, ma che indubbiamente possono aiutare a sentirsi creatura tra le creature e a lodare e cantare i beni della terra e la loro bellezza.
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