martedì, luglio 24, 2012
Camminiamo spesso frettolosamente nelle vie delle nostre città e non ci rendiamo conto che ci sono luoghi e itinerari che ci possono fare riscoprire inaspettatamente una dimensione spirituale…

di Carlo Mafera

A Roma per esempio c’è un itinerario tanto caro a San Filippo Neri, compatrono della città insieme a Pietro e Paolo, spesso attraversato non dai cittadini ma dai pellegrino che vengono da fuori. A tal proposito è significativo citare Goethe, che nel suo “Viaggio in Italia”, a proposito del celebre itinerario di Via delle Sette Chiese scrisse: “Dopo appena un chilometro dalla Basilica di San Paolo, si trova una chiesetta o, per dirla da romani, “chiesoletta”, con fissata al muro, lungo la strada, una lapide in marmo con la scritta ‘Via Paradisi, Via del Paradiso’”. Via delle Sette Chiese, un tempo fuori città, congiunge la Basilica di San Paolo fuori le Mura con la Basilica di San Sebastiano. Era un antico itinerario, come è scritto nelle guide, «celeberrimo per l’antichità, per il culto, per le venerande reliquie dei martiri, per le sacre indulgenze», rimesso in auge nel 1567 da san Pio V e da san Filippo Neri.

Il pellegrino che giunge nella città eterna rappresenta il simbolo della fratellanza da costruire ristrutturando una cultura della coesistenza, dell’incontro e dell’accoglienza secondo la tradizione evangelica e i principi della prima comunità cristiana. Il compito della Città Eterna consiste nell’estirpare il deserto, come diceva il più grande mistico contemporaneo, Carlo Carretto, nel suo celebre libro “Il deserto nella città”, e creare lo spazio di libertà e di convivialità, nella responsabilità comune, creando le condizioni strutturali dell’ospitalità. In forza della presenza discreta e interrogante del “pellegrino”, ancor più la Città Eterna si trasforma in luogo della pace e della giustizia. Se i popoli si ritrovano insieme nella nuova agorà multietnica, nasce la speranza di un futuro più fraterno e purificato dal sangue innocente e dai fetori della città violenta. Così anche il “cittadino-pellegrino” facendo questo semplice itinerario romano si trova impegnato in una testimonianza profetica che mira ad edificare una nuova forma di solidarietà e di cittadinanza.. Essa diventa “il punto d’arrivo di tutte le nazioni, è la città ideale aperta e pronta a ricevere tutti, è la città che esclude ogni impurità e ogni falsità”. Per ognuno di noi, pellegrini e viandanti, la città è una sfida che ci sospinge ad essere uomini nuovi, capaci di verità e di giustizia, di amore e di pace, come diceva il grande Giorgio La Pira, sindaco di una delle città con la maggiore tradizione culturale del mondo, Firenze.

A proposito di Giorgio La Pira, mi piace riportare un brano della lettera che scrisse ai sindaci delle città europee, durante uno dei convegni che organizzava negli anni cinquanta per tessere quella trama di relazioni politiche ad un livello più basso di quello nazionale ma preziosissimo per la creazione della pace nel mondo: “Vi dirò subito: sono venuto volentieri per portarvi il saluto cordiale e augurale di Firenze: sono venuto per rendere testimonianza alla validità di un movimento - come il vostro - che si radica profondamente nella storia contemporanea e che è destinato a portare frutti preziosi di perfezionamento, d'elevazione, d'unità e di pace non solo fra le Nazioni dell'Europa ma fra le Nazioni del mondo intero. 
E le ragioni della validità storica di questo movimento (di gemellaggio tra le grandi città europee, ndr) e della sua capacità di fruttificazione per il bene dei popoli diventano tutti i giorni più evidenti e meritano d'essere sempre più illustrate e diffuse. Quali queste ragioni? La risposta è facile: fra tutte possiamo sceglierne alcune che sono essenziali per la luce che proiettano sulla crisi della storia presente. Signori, vi chiedo: una delle cause fondamentali di questa crisi - una crisi che tocca le concezioni basilari della persona umana, della società umana, della storia umana - non sta forse nella crisi della città?
Crisi di sradicamento, come è stato giustamente detto: sradicamento della persona dalla città, da cui la persona trae perfezione e misura! Perché la persona umana è in qualche modo definita dalla città in cui si radica: come la pianta dal suo campo. La città con le sue misure, il suo tempio, le sue case, le sue strade, le sue piazze, le sue officine, le sue scuole, rientra in qualche modo nella definizione dell'uomo!
Sradicate l'uomo da questo suolo che l'alimenta e lo perfeziona: che avrete? La crisi della storia presente è in gran parte contenuta in questa domanda veramente drammatica”.


Per questo è importante che si realizzi sempre più una spiritualità all’interno della città perché s’irradi la spiritualità della città. Questa influirà in modo decisivo nel governo pacifico del mondo intero.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

l'urbanizzazione è e sarà la via principale...di conseguenza...lo Spirito, va trovato in città, per miliardi di persone...

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