lunedì, luglio 16, 2012
Riflessioni in attesa dei risultati definitivi delle prime votazioni libere in Libia

di Mariangela Laviano

Mentre in Tunisia ed Egitto l’ondata democratica-rivoluzionaria ha designato la vittoria dei partiti islamisti, an- Nahda in Tunisia e Hurriyya wa 'Adala in Egitto, in Libia sembra che i liberali, ovvero l’alleanza politica “National Forces” di Mahmoud Jibril, già primo ministro ad interim del governo di transizione post-Geddafi e precedentemente presidente dell’Ufficio per lo Sviluppo economico nazionale, siano in netto vantaggio sui Fratelli Musulmani. La figura di Jibril si appresta dunque a ricevere una legittimazione popolare, anche se proprio in questi giorni la cronaca politica libica, alimentata dalle forze contrapposte al “National Forces”, non fa che sottolineare le sue grandi contraddizioni: all’uomo “nuovo” si rimproverano per esempio le reiterate frequentazioni con Saif al-Islam, figlio dell’ex rais libico, e le soventi apparizioni all’estero utilizzate, secondo la critica, anche per mettere al sicuro i suoi capitali privati.

In ogni caso, nessuno può ancora cantare vittoria poiché non è terminato lo spoglio delle schede e soprattutto nelle circoscrizioni delle aree periferiche il conteggio procede a rilento. I risultati ufficiali si sapranno nel corso o verso la fine della settimana e comunque prima del tanto atteso Ramadan, il cui inizio è previsto per il 20 luglio. Secondo i dati ufficiali avrebbe votato oltre il 60% dei quasi tre milioni di libici aventi diritto e registrati nelle liste elettorali. Non appena il nuovo vincitore sarà proclamato, il Governo nazionale di transizione verrà sostituito dal Consiglio nazionale generale, il quale avrà il compito di nominare il governo ma non di redigere la Costituzione, onere che spetterà all’Assemblea Costituente che si dovrà formare attraverso una nuova consultazione popolare.

Chiunque sarà chiamato a guidare il Paese non potrà non affrontare le tante sfide del Paese, come la questione dell’unità nazionale (le divisioni tribali sono alla base di profonde fratture), il problema delle milizie che continuano a non deporre le armi e la non più procrastinabile azione per la rinascita economica dell’intera nazione. E così l’attesa per i risultati finali si fa sempre più incessante per una nazione al bivio tra la condivisione del percorso intrapreso da Egitto e Tunisia e la strada alternativa che evoca ricordi del passato e nuove speranze, in chiave liberale, per il futuro.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa