sabato, luglio 07, 2012
E’ l'Assmi, l'associazione nata dalla collaborazione tra laici e religiose scalabriniane

di Carlo Mafera

Il fenomeno migratorio è da considerare soprattutto dal punto di vista dell’integrazione. È noto a tutti che purtroppo questa ondate di arrivi sul territorio italiano hanno fatto crescere il numero dei reati, dai piccoli furti agli omicidi fino agli stupri. Le pagine di cronaca nera sono quotidianamente piene di episodi del genere, che inducono sempre di più la nostra popolazione ad essere diffidente e intollerante nei confronti degli stranieri, tanto da generalizzare assimilando qualsiasi reato ad un’azione compiuta da cittadini stranieri. Naturalmente non è giusto di fare di tutta un’erba un fascio, anche perché gli emigrati spesso giocano un ruolo decisivo nella nostra società, badando ai nostri anziani, gestendo le nostre case e facendo quei lavori da noi considerati troppo pesanti, umilianti o mal retribuiti, come i lavori di bassa manovalanza e la raccolta nel campo agroalimentare.

Cosa allora fare per migliorare l’integrazione degli stranieri? Come convivere con persone che hanno culture e modi di fare e di pensare diversi dai nostri? Quel che è certo è che in Italia siamo ancora all’inizio del processo di integrazione degli stranieri, e ciò avviene per una serie di errori da ambo le parti: chi raggiunge l’Italia dovrebbe essere pronto a rispettare le nostre leggi e abiurare quegli atteggiamenti che contrastano con il pensare comune, tuttavia anche l’Italia e gli italiani dovrebbero essere più aperti a ciò che ritengono diverso.

La strada migliore per l’integrazione è promuovere la nascita di associazioni che possano rispondere alle richieste degli extracomunitari. L’ultima di esse è l’Assmi, l'associazione nata a gennaio di quest'anno nella Capitale e che ha già stilato un programma di attività di tutto rispetto: dall'assistenza spirituale ai corsi di italiano, dal sostegno formativo a quello per permettere agli immigrati di crescere e di trasformare in realtà le loro speranze. "L'associazione è profondamente immersa nel pensiero del Beato Scalabrini, fondatore della nostra congregazione - dice la presidente del sodalizio, suor Etra Modica - Nasce grazie alla storia già realizzata dai migranti che qui a Roma sono di casa e dalle consorelle che ci hanno precedute; l’associazione ha come obiettivo quello di intercettare le risorse umane immigrate presenti sul territorio per promuovere la valorizzazione dell'immigrazione come risorsa interculturale”.

Saranno quindi messi in atto processi di integrazione con una capillare azione svolta insieme agli esponenti del mondo sociale-culturale e religioso, processi volti a ridurre al minimo i disagi di coloro che arrivano in un paese ricco. Infine sarebbe importante che i politici cercassero di affrontare il problema dell’immigrazione clandestina in un’ottica di accoglienza e con una gestione europea più sinergica.

Come superare quindi questa cultura della paura dell’altro e in particolare del diverso da me? Esattamente in modo opposto da come si sta facendo in alcuni casi, dove si organizzano ronde e autogestione della sicurezza cittadina. Bisogna invece creare dei ponti culturali, formativi ed informativi. Ed infatti il fulcro dell’attività dell'Assmi è la scuola di lingua italiana per stranieri, che fa parte della “rete scuole migranti” di Roma e che da fine anno darà l'opportunità di acquisire l'attestato Celi dell'Università per stranieri di Perugia. In più c’è un'attività formativa di cultura italiana: in maniera molto semplice vengono spiegate le norme dell'immigrazione in Italia. Ma i corsi non finiscono qui: i migranti possono studiare l'inglese, i più piccoli possono usufruire del servizio di doposcuola e grazie alla collaborazione con i padri comboniani all'Assmi è possibile fare corsi di computer per acquisire la patente europea.

Tra gli altri progetti che stanno per partire c’è anche un corso di comunicazione per migranti (dedicato a Marisol Macias Castro, giornalista e volontaria scalabriniana uccisa in Messico), per fare in modo che le voci delle comunità etniche possano farsi sentire in maniera più appropriata: è un’attività di mediazione culturale che mira a far conoscere senza pregiudizi le diverse realtà straniere a Roma.

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