La strada è in salita e comunque siamo ancora lontani dall'auto ecologica
GreenReport - Con un emendamento al decreto sviluppo, si prevede lo stanziamento di incentivi per lo sviluppo del settore delle auto elettriche. 70 milioni di euro l'anno, per tre anni (2012-2014) che saranno utilizzati per incentivare l'acquisto dei veicoli, oltre a creare uno sviluppo delle infrastrutture necessarie al loro utilizzo, a partire dalla diffusione dei punti per la ricarica. Lo stanziamento è stato però dimezzato rispetto al previsto (inizialmente previsto a 140 milioni di euro l'anno), e manca traccia di una visione della mobilità sostenibile nel suo insieme. Non c'è neppure un progetto compiuto per un'auto più sostenibile, con un'industria attenta ad un più efficiente utilizzo dei flussi di materia ed energia, partendo da un loro contenimento e dall'utilizzo sia di materia rinnovabile (nella costruzione del mezzo) sia di energia rinnovabile (come fonte per l'approvvigionamento del veicolo). Una situazione che invece, nel caso in futuro si preveda la possibilità di introdurre nuovi incentivi, dovrebbe essere presa in serissima considerazione come uno dei fronti più interessanti della green economy "made in italy"
Daniele Invernizzi, socio fondatore di eCarsNow! Italia, offre per greenreport.it il suo punto di vista sugli ultimi sviluppi:
«Il decreto sugli incentivi è una continua fonte di tribolazioni nel mondo degli elettrici e degli aspiranti tali. Tassello importante per la diffusione della mobilita sostenibile e coltello a doppio manico, in grado di fermare letteralmente un settore economico quando viene promesso e sospeso per così tanto tempo.
Del dimezzamento degli incentivi si sapeva da tempo, lo stesso movimento Svolta Elettrica ha presentato un emendamento "collaborativo" con lo scopo di rappresentare esigenze e potenzialità di questo nascente comparto.
Se verranno approvati l'emendamento 17.019 ed il successivo 17.025 che troviamo nei Resoconti delle Giunte e Commissioni della Camera dei Deputati che si è riunita giovedì 19 luglio, poco sarà stato fatto per i veicoli retrofit, ovvero auto con motore a scoppio convertite in efficienti auto elettriche, ma pare che qualcosa si muova sul fronte di semplificazione burocratica nell'omologare le auto retrofit.
E' sbagliato definire gli incentivi "per le auto elettriche", in quanto sono stati talmente stravolti da favorire principalmente veicoli a bassa emissione, ovvero sempre veicoli con motore a scoppio. Inoltre si costringe il cliente medio dell'auto elettrica a rottamare la sua vettura a benzina o diesel, auto che probabilmente potrebbe usare per le gite fuoriporta, ovvero in quelle situazioni in cui l'autonomia dell'auto elettrica non è perfetta come nell'uso cittadino.
Nei prossimi giorni questa legge "rimpastata" dovrebbe essere discussa e approvata.
Il retrofit è un'ottima pratica ambientale ed economica, che ha pochissimi difetti. Questo perché recupera un parco circolante composto da miliardi di tonnellate di metallo ancora in discrete condizioni, migliaia di tonnellate di plastiche e prodotti affini derivati dal petrolio, centinaia di tonnellate di vetro e componenti elettroniche.
In un momento economico come il nostro, la trasformazione delle auto investe officine in crisi economica, aziende, istituzioni senza creare una nuova industria ma sfruttando quanto abbiamo, in un'ottica di industria diffusa! Omologare auto retrofit in Italia significa creare un indotto enorme, rivitalizzando il parco circolante, emettendo meno Co2, usando meno energia, facendo rimanere in Italia milioni di euro, reinventando una categoria professionale».
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Dopo un percorso burocratico lungo, tortuoso ed accidentato, continui rinvii e modifiche, è finalmente stato approvato alla camera l'ormai famoso disegno di legge che regola gli incentivi per la mobilità sostenibile.
Gli incentivi sono contributi che servono ad aprire la strada a nuovi prodotti, per bilanciare i costi iniziali di progettazione nell'attesa che i prodotti, maturando l'economia di scala, possano autosostenersi.
Esattamente quello che è successo con il settore del fotovoltaico, in cui gli elevatissimi incentivi iniziali sono via via diminuiti nel tempo.
Quasi tutti gli stati Europei già da 2 anni hanno stanziato incentivi attorno ai 5000€ per l'acquisto di vetture elettriche. L'Italia con questa legge dovrebbe allinearsi, con 2 anni di ritardo.
L'aggettivo "sostenibile" purtroppo è un termine più letterario che matematico: come si può giudicare se una pratica è sostenibile o meno ?
L'obiettivo primario della legge dovrebbe essere quello di incentivare l'utilizzo di mezzi di locomozione a più basso impatto ambientale. Questo può essere facilmente misurato tramite il parametro che esprime la quantità di CO2 emessa per ogni km percorso dalla vettura.
Le tecnologie motoristiche attualmente disponibili portano essenzialmente a dividere il parco vetture esistente in 3 grandi categorie: le vetture a combustibile fossile, quelle a motore elettrico e quelle ibride.
In linea di massima a queste diverse tipologie equivalgono rispettive fasce di emissione di CO2: 0 per le elettriche, fino a 95 g/km per le ibride, più di 95 g/km per le vetture tradizionali.
In realtà le emissioni totali delle macchine elettriche dipendono da come è stata prodotta l'elettricità che le muove, è 0 solo se prodotta da fonti rinnovabili, ma questo ragionamento esula dalla discussione perché questo incentivo riguarda la vettura e non la filiera di produzione di energia.
Lo scopo della legge dovrebbe essere di incentivare le tecnologie più efficienti a discapito di quelle più inquinanti.
La legge approvata alla camera prevede per il 2013 ed il 2014 un incentivo del 20% per tutte le vetture con emissioni inferiori a 120g/km, che si riduce al 15% per il 2015. Tale contributo è per metà a carico dello stato e per metà a carico dei venditori. I massimali cambiano: fino a 5000€ per le elettriche, 4000€ per le ibride, e 2000€ per le tradizionali. La differenza dei massimali è un parametro fuorviante in quanto i prezzi di vendita medi attuali rispecchiano le stesse proporzioni: 30000€ per un'elettrica, 24000€ per una ibrida, 12000€ per una tradizionale. Inoltre i concessionari sono già abituati ad offrire sconti del 10%, percentuale dell'incentivo di loro competenza, su vetture tradizionali ed ibride, mentre sarebbero in grossa difficoltà sulle macchine elettriche in quanto su questa categoria non hanno margini di sconto.
Significativo poi che per il 2013 siano stanziati 15 milioni di € per le vetture elettriche ed ibride, a fronte di 35 milioni previsti per quelle tradizionali.
Unica nel panorama europeo anche la condizione per accedere al finanziamento: la rottamazione di un veicolo della stessa categoria di almeno 10 anni.
Questa legge ricorda molto il famoso CIP6, contributo che tutti paghiamo nella bolletta dell'energia elettrica che era stato originariamente previsto per l'incentivazione delle fonti rinnovabili, ma che con abili mosse legislative grazie all'addizione del termine "e assimilate" contribuisce invece per la quasi totalità al finanziamento di inceneritori e centrali a combustibile fossile.
Se l'obiettivo iniziale era quello di sostituire le macchine tradizionali con quelle elettriche, mi sembra che sia clamorosamente mancato. Come cittadino mi sento preso in giro, il legislatore dovrebbe avere almeno la decenza di togliere dal titolo il termine "sostenibile".
Purtroppo questa legge conferma ancora una volta che la tutela dell'ambiente non è tra le priorità di chi è al potere in questo momento.
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