In Italia il consumo di antidepressivi nell'ultimo decennio "è
cresciuto in maniera drammatica", soprattutto tra le donne e gli
anziani, tanto che il 15% degli over 75 ne fa uso

D. - Quindi non solo cura ma puntare molto anche sulla prevenzione…
R. - Prevenzione e stili di vita. Non posso pensare di dovermi curare la pressione alta se continuo a mettere un chilo di sale ogni volta in tutto quello che mangio; sarebbe meglio iniziare a fare una dieta iposodica, con poco sodio, una dieta per perdere chili e vedere se magari diminuisce la pressione. Tutto questo è il farmaco con cui diminuisco la pressione.
D. - In un momento di forte crisi come è possibile arrivare al giusto punto tra taglio della spesa farmaceutica e garanzia per i cittadini dal punto di vista dei farmaci?
R. – La spesa farmaceutica va analizzata. Bisogna fare tagli che, se sono necessari perché il governo ci dice che quelle sono le risorse che noi abbiamo, ci diano modo di scegliere tra l’armamentario di farmaci che noi abbiamo, quelli che consentono ai cittadini di avere sempre assicurato un livello essenziale di assistenza farmacologica che è quello che fino ad oggi il nostro Paese ha dato egregiamente.
D. - A proposito degli antidepressivi ci sono stati giorni fa notizie abbastanza allarmanti legate all’uso degli antidepressivi che aumentano proprio in periodo di crisi…
R. - Nonostante la tendenza all’uso degli antidepressivi, all’uso delle terapie psicofarmacologiche, esploda in certi periodi dell’anno questa è comunque una categoria, la malattia depressiva, le malattie psichiatriche, che di solito globalmente sono malattie poco curate perché c'è una vergogna ancora molto alta. In generale l’uso di antidepressivi, di psicofarmaci - non sono solo antidepressivi, sono spesso anche ansiolitici o ipnotici per dormire meglio -, aumenta nei periodi di crisi mentre nei periodi di gravissima crisi, come le guerre, le malattie molto gravi come la depressione suicidaria e il suicidio diminuiscono. Quindi ci sono dati che fanno riflettere sulla percezione della crisi, sui disturbi sintomatici della crisi. Sto pensando per esempio alla difficoltà di andare a dormire, di concentrazione, stanchezza: sono sintomi neurovegetativi, psicosomatici, usando un termine un po’ abusato; quelli sicuramente aumentano nei periodi di crisi perché c’è l’incertezza del futuro.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.