martedì, luglio 24, 2012
In Italia, cresce la paura nelle zone del napoletano e del casertano, dopo la pubblicazione dei dati sugli aumenti vertiginosi dei casi di tumore nelle zone avvelenate dai roghi di rifiuti illeciti, prodotti dalla criminalità organizzata.  

Radio Vaticana - Al microfono di Fabio Colagrande, il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, si fa interprete delle difficoltà della popolazione dell’area e torna a chiedere un intervento deciso da parte dello Stato:ascolta
R. – E’ un momento di grande preoccupazione. Questo accumulo di rifiuti non è avvenuto soltanto negli ultimi giorni ma è avvenuto nel tempo, in una maniera che sembra essere addirittura quasi programmata. Per cui, oggi vediamo questi roghi bruciare e poi sentiamo di questa tristissima statistica che mette la nostra terra ai vertici della mortalità per tumore.


D. – La popolazione della sua diocesi come vive questa situazione?


R. – Vive tutto questo con grande preoccupazione, con grande timore, con ansia, però anche con un senso di bisogno di risvegliarsi, di rinnovata esigenza di partecipazione di rinnovata attenzione. Quelli che sono i momenti tragici che si vivono singolarmente in famiglia sono sicuramente momenti difficili, ma perché questo non avvenga dobbiamo poter imparare a guardare al bene comune. Bene comune vuole dire che un luogo che è stato costruito con fondi pubblici, che è stato realizzato con l’impegno delle amministrazioni per la vita dei cittadini, poi non può essere abbandonato a se stesso e lasciato non solo all’incuria, ma addirittura alla mercé di chi lo fa diventare deposito di materiali di tutti i generi. Allora, è necessario che si stia molto attenti e credo che la nostra gente si stia attivando. Nascono associazioni, nascono coordinamenti che in maniera ufficiale e pubblica ora dicono quale sia il problema e cercano anche una via sulla quale potersi incamminare. La nostra preoccupazione sta nel coinvolgere quante più persone possibile, anche persone che sono su altre posizioni di fede. La Chiesa vive intensamente questa attenzione insieme con le persone e credo sia in questo incoraggiata. Ci auguriamo che tutto quanto sta accadendo possa far crescere una nuova consapevolezza.


D. – Come Chiesa voi vi appellate anche alle istituzioni perché questa vicenda dolorosa e gravissima sia risolta il prima possibile?


R. - Il nostro appello si rivolge alle istituzioni perché possano anzitutto essere in maggiore dialogo con i cittadini, con i cittadini veri, e perché i cittadini possano con verità essere protagonisti del cammino di tutta quanta la nostra comunità. Questo in modo da poter giungere anche al cuore, alla mente e all’intelligenza di coloro che per coltivare affari non puliti poi impongono meccanismi che portano le conseguenze che abbiamo visto.


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