lunedì, luglio 09, 2012
Il piano della Corea del Sud che prevede di riprendere la caccia alle balene per scopi di ricerca ha già attirato molte proteste da parte dei gruppi ambientalisti e delle nazioni che sono contro la caccia a questo animale.

E-ilmensile - Il sospetto è che il progetto sia, in realtà, solo una copertura per riprendere la caccia a scopi commerciali. Il piano in questione è stato annunciato davanti all’International Whaling Commission (IWC) questa settimana a Panama. Secondo quanto riferito dal ministero dell’Alimentazione, dell’Agricoltura, della Silvicoltura e della Pesca, la caccia alle balene riprenderà solo per studiare quanti e quali tipi di pesce mangiano questi mammiferi marini, dal momento che i pescatori sudcoreani hanno lamentato la scarsità di fauna ittica a causa dell’enorme quantità mangiata dalle balene. I gruppi ambientalisti però non credono nella buona fede del piano. Al contrario, sono fortemente convinti che esso serva solo a rendere la Corea del Sud il quarto Paese (dopo Giappone, Islanda e Norvegia) che consente la caccia delle balene a fini commerciali. Caccia che era stata bandita nel 1986.

Tra le performance inscenate dagli attivisti sudcoreani per protestare contro il provvedimento, una colpisce in particolare. Alcuni di loro, vestiti da ricercatori, hanno tagliato il mockup (modello) di una baby balena con una motosega e poi lo hanno puntellato con un martello. Di fronte al mockup c’erano due croci di cartone che mostravano le bandiere della Corea del Sud e Giappone.

Anche il Giappone, infatti, sostiene che la sua caccia avviene solo per scopi di ricerca. La maggior parte della carne delle balene uccise, però, finisce nei ristoranti, nei negozi e nelle mense scolastiche del Sol Levante. Gli stessi funzionari sudcoreani hanno dichiarato di non aver ancora stabilito come utilizzare la carne delle balene dopo che queste verranno studiate.

Australia e Nuova Zelanda, hanno già criticato il piano della Corea del Sud e si sono dichiarate pronte a portare avanti anche delle proteste diplomatiche. Anche gli Stati Uniti sono critici al riguardo.

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