Un appello a Benedetto XVI è stato lanciato dall’ ”Associazione per lo sviluppo delle persone albine in Africa” per sensibilizzare le autorità della Repubblica Democratica del Congo sulla situazione degli albini nel Paese.
Radio Vaticana - Vittime della superstizione, soprattutto nella regione del Kivu, gli albini sono uccisi e rapiti poiché si crede che le loro ossa abbiano proprietà magiche e taumaturgiche. Critiche anche le condizioni sanitarie degli albini, più soggetti a melanomi maligni degli altri e bisognosi per sopravvivere di creme solari e abbigliamento specifici.Sulla situazione della popolazione albina in Africa, Michele Raviart ha intervistato padre Giulio Albanese, direttore della rivista dellle Pontificie Opere Missioniarie, “Popoli e missione”:
R. – L’incidenza è molto alta, si parla di uno su 17mila abitanti nel continente africano. Essere albini in Africa è davvero una disgrazia, non fosse altro perché non c’è alcuna tutela da parte dello Stato, da parte dei governi, e perché soprattutto c’è un fortissimo condizionamento legato alle culture locali, a superstizioni. Nell’Africa nilotica, ad esempio, vi è la superstizione che gli organi interni degli albini possano essere utilizzati per le pratiche della stregoneria.
D. – L’associazione per lo sviluppo delle persone albine in Africa si è appellata in questi giorni al Papa e alle Pontificie Opere Missionarie per dare una mano a risolvere il problema. Come opera la Chiesa in questo contesto?
R. – Devo dire che da parte del mondo missionario in questi anni c’è stato un notevole impegno, soprattutto dal punto di vista dell’istruzione perché, è inutile nasconderselo, queste pratiche, questi pregiudizi, vanno innanzitutto e soprattutto combattuti affermando la sacrosanta sfera dei valori ispirati al Vangelo. Si tratta anche di sostenere iniziative che in una maniera o nell’altra possano consentire a queste persone, che spesso vivono ai margini della società, di essere integrate attraverso scuole di avviamento al lavoro.
D. – Come vive la popolazione il rapporto con gli albini?
R. – Un conto è il contesto urbano dove spesso si incontrano persone che sono andate all’università, che in una maniera o nell’altra hanno preso coscienza del problema, un conto è nelle zone rurali dove molte volte l’analfabetismo è diffuso a macchia d’olio. Una cosa è certa, ci sono Paesi, mi viene in mente il Kenya, dove quando si vuole offendere un albino gli si dice: “musungu”. La parola “musungu” che in swahili significa bianco ma in questo caso significa proprio considerarlo uno straniero, dunque escluderlo dal consesso e la comunità civile.
D . – Lo stesso Benedetto XVI nell’Africae munus ha denunciato i trattamenti intolleranti in Africa a tanti bambini tra cui gli albini…
R. -Sì, ha sollevato il problema anche perché è stato sollevato anche dall’episcopato africano. Da questo punto di vista si tratta davvero di voltare pagina, ma non v’è dubbio che l’unico modo in una maniera o nell’altra per innescare il riscatto è quello di insistere sull’istruzione. Non dimentichiamo che fenomeni del genere, anche se con connotazioni diverse, sono presenti anche a casa nostra in Europa, nel senso che la magia è da molti ritenuta una pratica accettabile. L’umanità a tutte le latitudini bisognosa di redenzione.
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Sono presenti 2 commenti
il papa prende i suoi stracci e va a predicare. §Gesù Cristo non faceva così? o questo Benedetto è superire al rappresentato. ma anche sti papi...
ma il Papa.......ma per favore dai..il Papa...ricco , potente a capo di una setta di pedofili ...ma dai...
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