L'estensione di ghiaccio che copre l'Oceano Artico ha raggiunto un nuovo minimo record e il calo della copertura ghiacciata continuerà probabilmente fino a metà settembre, quando comincerà il ri-congelamento
GreenReport - In base alle osservazioni satellitari della Nasa il National snow and ice data center (Nsidc), ha riferito che l'estensione dei ghiacci marini artici il 26 agosto era di 4,1 milioni di Km2, 7.000 Km2 in meno del precedente record negativo registrato nel settembre 2007. Dal 1979, quando sono iniziati i primi rilevamenti satellitari, L'estensione del ghiaccio marino artico è diminuito di oltre il 40% ed il ghiaccio ora copre meno del 30°% del Mar Glaciale Artico .
Secondo gli scienziati che studiano il fenomeno, l'estensione e lo spessore dei ghiacci artici durante l'estate è diminuito così velocemente di fronte al rapido aumento delle temperature che, entro 10 o 20 anni, l'intero bacino artico, in estate potrebbe essere completamente libero dai ghiacci.
Walt Meier, un ricercatore del Nsidc, sottolinea che «Di per sé è solo un numero e i record occasionali servono ad impostare la media. Ma nel contesto di quello che è successo negli ultimi anni e in tutti i dati satellitari, è l'indicazione che la copertura del ghiaccio marino artico sta cambiando radicalmente. L'Artico era noto per essere dominato dal ghiaccio pluriennale, o da ghiaccio che restava in giro per diversi anni. Ora sta diventando più di una copertura di ghiaccio stagionale e in estate grandi aree sono ora soggette alla fusione. Parti dell'Artico sono diventate come un gigante fangoso. L'oceano Artico è un posto davvero molto diverso da quello che conoscevamo una volta. Il ghiaccio marino sta scomparendo creando aree scure sempre più grandi di scuro, acque che assorbono il calore, facendo ulteriormente aumentare e temperature nella regione artica e accelerando la fusione delle enormi lastre di ghiaccio della Groenlandia».
Il direttore del Nsidc, Mark Serreze, evidenzia un altro elemento di forte preoccupazione: «Il precedente record, stabilito nel 2007, si è verificato a causa dell'avvicinarsi di un clima estivo perfetto per sciogliere il ghiaccio. A parte un gran temporale ai primi di agosto, le condizioni meteorologiche di quest'anno sono state irrilevanti. Ora il ghiaccio è così sottile e debole che non importa in quale modo soffi il vento».
Il ghiaccio marino artico segue un ciclo annuale di fusione nei mesi estivi caldi e di ricongelamento in inverno. Le diverse condizioni atmosferiche hanno sempre influenzato l'estensione del ghiaccio marino di anno in anno, ma negli ultimi 30 anni il calo è stato drastico, globale e progressivo e la rapida diminuzione della calotta artica negli ultimi 10 anni è considerato un forte segnale del global warming a lungo termine.
Ma anche a terra le cose non vanno meglio: tra l'11 e il 13 luglio, la calotta glaciale della Groenlandia ha sperimentato il più ampio disgelo dal 1973, con fusioni nel 97% della sua superficie. Il 16 luglio dal ghiacciaio Patermann si è staccato un iceberg grande come Manhattan. I ricercatori attribuiscono tutto questo alle temperature oceaniche molto più alte.
Rafe Pomerance, ex vice-segretario all'ambiente Usa ai tempi di Bill Clinton ha detto al Washington Post che il calo record dei ghiacci «E' un momento profondo che cambierà il dibattito sul cambiamento climatico. E' molto preoccupante, perché il frigorifero dell'emisfero settentrionale è stato scollegato, quindi dovremo abbassare il riscaldamento». Ma a quanto pare sarà difficile abbassare il termostato dell'Artico. Infatti qualcuno ci guadagna e sono coloro che, con i combustibili fossili, hanno creato questo devastante cambiamento. Il riscaldamento dell'Artico sta aiutando ad accelerare l'estrazione di petrolio e gas, non a frenarla come dovrebbe fare una specie intelligente e previdente di fronte a segnali di pericolo così evidenti. Il traffico marino è in aumento e il Passaggio a Nord Ovest e la Northern Sea Route sono sempre più libere dai ghiacci, Il rompighiaccio cinese Xuelong (Dragone della neve) sta esplorando una rotta ad alta latitudine e il 24 agosto ha raggiunto gli 81 gradi di latitudine nord.
Intanto la Shell sta per avviare le perforazioni nei pericolosi mari di Chukchi e Beaufort in Alaska, un progetto che in passato era stato bloccato da impedimenti politici e burocratici e, soprattutto, dallo spesso strato di ghiaccio che occupava alcune aree petrolifere. La multinazionale aspetta solo il via libera definitivo dal ministero degli interni Usa.
Nemmeno lo scioglimento dei ghiacci e la devastante siccità che colpisce gli Usa sembrano far breccia nella corazza ideologica degli ecoscettici e della destra repubblicana Usa, Lou Leonard, responsabile cambiamento del Wwf, è sconsolato: «Purtroppo, mentre il nostro mondo naturale grida sempre più forte, la discussione nazionale sui cambiamenti climatici si è abbassata fino ad un sussurro».
GreenReport - In base alle osservazioni satellitari della Nasa il National snow and ice data center (Nsidc), ha riferito che l'estensione dei ghiacci marini artici il 26 agosto era di 4,1 milioni di Km2, 7.000 Km2 in meno del precedente record negativo registrato nel settembre 2007. Dal 1979, quando sono iniziati i primi rilevamenti satellitari, L'estensione del ghiaccio marino artico è diminuito di oltre il 40% ed il ghiaccio ora copre meno del 30°% del Mar Glaciale Artico .
Secondo gli scienziati che studiano il fenomeno, l'estensione e lo spessore dei ghiacci artici durante l'estate è diminuito così velocemente di fronte al rapido aumento delle temperature che, entro 10 o 20 anni, l'intero bacino artico, in estate potrebbe essere completamente libero dai ghiacci.
Walt Meier, un ricercatore del Nsidc, sottolinea che «Di per sé è solo un numero e i record occasionali servono ad impostare la media. Ma nel contesto di quello che è successo negli ultimi anni e in tutti i dati satellitari, è l'indicazione che la copertura del ghiaccio marino artico sta cambiando radicalmente. L'Artico era noto per essere dominato dal ghiaccio pluriennale, o da ghiaccio che restava in giro per diversi anni. Ora sta diventando più di una copertura di ghiaccio stagionale e in estate grandi aree sono ora soggette alla fusione. Parti dell'Artico sono diventate come un gigante fangoso. L'oceano Artico è un posto davvero molto diverso da quello che conoscevamo una volta. Il ghiaccio marino sta scomparendo creando aree scure sempre più grandi di scuro, acque che assorbono il calore, facendo ulteriormente aumentare e temperature nella regione artica e accelerando la fusione delle enormi lastre di ghiaccio della Groenlandia».
Il direttore del Nsidc, Mark Serreze, evidenzia un altro elemento di forte preoccupazione: «Il precedente record, stabilito nel 2007, si è verificato a causa dell'avvicinarsi di un clima estivo perfetto per sciogliere il ghiaccio. A parte un gran temporale ai primi di agosto, le condizioni meteorologiche di quest'anno sono state irrilevanti. Ora il ghiaccio è così sottile e debole che non importa in quale modo soffi il vento».
Il ghiaccio marino artico segue un ciclo annuale di fusione nei mesi estivi caldi e di ricongelamento in inverno. Le diverse condizioni atmosferiche hanno sempre influenzato l'estensione del ghiaccio marino di anno in anno, ma negli ultimi 30 anni il calo è stato drastico, globale e progressivo e la rapida diminuzione della calotta artica negli ultimi 10 anni è considerato un forte segnale del global warming a lungo termine.
Ma anche a terra le cose non vanno meglio: tra l'11 e il 13 luglio, la calotta glaciale della Groenlandia ha sperimentato il più ampio disgelo dal 1973, con fusioni nel 97% della sua superficie. Il 16 luglio dal ghiacciaio Patermann si è staccato un iceberg grande come Manhattan. I ricercatori attribuiscono tutto questo alle temperature oceaniche molto più alte.
Rafe Pomerance, ex vice-segretario all'ambiente Usa ai tempi di Bill Clinton ha detto al Washington Post che il calo record dei ghiacci «E' un momento profondo che cambierà il dibattito sul cambiamento climatico. E' molto preoccupante, perché il frigorifero dell'emisfero settentrionale è stato scollegato, quindi dovremo abbassare il riscaldamento». Ma a quanto pare sarà difficile abbassare il termostato dell'Artico. Infatti qualcuno ci guadagna e sono coloro che, con i combustibili fossili, hanno creato questo devastante cambiamento. Il riscaldamento dell'Artico sta aiutando ad accelerare l'estrazione di petrolio e gas, non a frenarla come dovrebbe fare una specie intelligente e previdente di fronte a segnali di pericolo così evidenti. Il traffico marino è in aumento e il Passaggio a Nord Ovest e la Northern Sea Route sono sempre più libere dai ghiacci, Il rompighiaccio cinese Xuelong (Dragone della neve) sta esplorando una rotta ad alta latitudine e il 24 agosto ha raggiunto gli 81 gradi di latitudine nord.
Intanto la Shell sta per avviare le perforazioni nei pericolosi mari di Chukchi e Beaufort in Alaska, un progetto che in passato era stato bloccato da impedimenti politici e burocratici e, soprattutto, dallo spesso strato di ghiaccio che occupava alcune aree petrolifere. La multinazionale aspetta solo il via libera definitivo dal ministero degli interni Usa.
Nemmeno lo scioglimento dei ghiacci e la devastante siccità che colpisce gli Usa sembrano far breccia nella corazza ideologica degli ecoscettici e della destra repubblicana Usa, Lou Leonard, responsabile cambiamento del Wwf, è sconsolato: «Purtroppo, mentre il nostro mondo naturale grida sempre più forte, la discussione nazionale sui cambiamenti climatici si è abbassata fino ad un sussurro».
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