mercoledì, agosto 29, 2012
A Milano solo 99 candidati per 300 posti. Tutti assunti i presenti, quasi la metà stranieri, ma per i cittadini l'assistenza sanitaria sarà a rischio

Città Nuova - Nel pieno della crisi dell’occupazione, nell’affannosa corsa per cercare un posto di lavoro, succede anche che l'offerta di lavoro superi la domanda. Siamo a Milano. All’ultimo concorso per 300 posti di guardia medica si sono presentati solamente 99 candidati, che presto prenderanno servizio. E la sorpresa maggiore è che tra questi, uno su cinque proviene dalla Russia, dalla Moldavia, dalla Romania, dal Marocco. In gran parte medici che hanno ottenuto da poco il riconoscimento del proprio titolo di studio in Italia, e che scelgono di lavorare per fare esperienza e aumentare il proprio punteggio in vista di futuri concorsi.

Stando alle dichiarazioni dei sindacati questa è una situazione che si trascina da anni, perché questi sono servizi in cui si lavora molto e si è pagati con tariffe orarie ridotte. Proprio per questo molti ritengono che non valga la pena fare questo tipo di servizio. A Milano, per curare i residenti - un milione e 200 mila persone - e le centinaia di migliaia di non residenti, servono effettivamente altri 300 medici, oltre a quelli in servizio. Proprio questa carenza crea condizioni di lavoro molto pesanti, perché di fatto il rapporto tra medici e cittadinanza è molto alto e la quota standard di cinquemila pazienti per ogni dottore non è rispettata. Il servizio di guardia viene gestito da una centrale operativa che smista le chiamate alla ventina di medici di turno che coprono l’intera città.

Ora, dopo il concorso “fallito”, in Regione stanno pensando a come rendere più attraente per i medici e più efficace sul territorio l’attività di guardia medica. Mentre l’Ordine dei medici lancia un appello: «Quest’anno – spiega il presidente Roberto Carlo Rossi – l’Asl ha messo a bando un numero elevato di ore, riconoscendo i bisogni del territorio. A questo punto solo se un numero maggiore di candidati parteciperà ai prossimi bandi le condizioni di lavoro potranno migliorare. In caso contrario il carico di lavoro su chi è in servizio resterà enorme, a fronte di una retribuzione minima e poco decorosa». In attesa che l’assessorato alla salute della regione, attraverso altri concorsi o altri possibili escamotage, regolarizzi questo divario tra paziente ed assistito, i medici attuali dovranno lavorare il triplo del dovuto per coprire le necessità del territorio. E questa non è una buona garanzia per chi avrà bisogno di questo servizio di emergenza.

di Silvano Gianti


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