L’Europa attende le decisioni che usciranno dal board della Bce; l'Istituto di Francoforte si dovrà pronunciare sul maxi-acquisto di titoli sovrani dei Paesi sotto tiro. Una decisione che ha scatenato, alla vigilia, una furente polemica con la Germania. Intanto prosegue il tour europeo del premier italiano Monti, che sarà oggi a Madrid.
Radio Vaticana - E’ giorno più atteso, quello in cui il board della Banca Centrale Europea dovrà dare delle risposte concrete all’Europa e al mondo. E’ la prima riunione dopo le dichiarazioni di Draghi, che la settimana scorsa da Londra aveva detto: “faremo tutto il possibile per salvare l’Euro”; la vigilia dell’incontro, però, non è stata delle più serene, perché il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann, ha ammonito l’Istituto di Francoforte, contro ogni deragliamento dai suoi compiti. Un “nein”, quello di Berlino, che suona come resa dei conti e che rischia di gettare nel panico i mercati. Certo è che Draghi arriva alla riunione di oggi incassando il sostegno di Obama, che in una telefonata con il presidente francese Hollande ha ''incoraggiato gli sforzi europei ad un'azione decisa''. Stessa posizione, tra l’altro, della direttrice del Fondo Monetario internazionale, Lagarde che ieri ha insistito sulla necessità di azioni immediate e di grande portata. Le stesse auspicate anche dal premier italiano Monti, che ieri a Helsinki ha spinto per un'azione congiunta dei due fondi salva Stati e Bce. Un tour, quello del presidente del Consiglio, che si conclude oggi a Madrid; nel giorno in cui verranno diffusi i tanto attesi dati sulla disoccupazione.
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