All'Angelus Benedetto XVI presenta Giuda, il traditore che, pur non credendo, rimane nella Chiesa. Egli si sente tradito da Gesù, perché si aspettava un "Messia vincente". Al contrario, Pietro "crede e conosce" in Gesù "il Santo di Dio".
Asia News - "Gesù sapeva che anche tra i dodici Apostoli c'era uno che non credeva: Giuda": con un tratto poco usuale nell'omiletica, Benedetto XVI ha parlato di Giuda, del suo non credere, della sua voglia di tradire, del suo essere "un diavolo", in contrasto con la figura di san Pietro che alla domanda di Gesù, "Volete andarvene anche voi?", risponde: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio"(Gv 6,68-69).
Al suo incontro coi pellegrini prima della preghiera dell'Angelus, nel cortile di Castel Gandolfo, il papa ha commentato il vangelo della domenica (21ma durante l'anno, B), che presenta la conclusione del discorso sul "pane di vita", quando i discepoli, rifiutano l'offerta di Gesù di mangiare il suo corpo e il suo sangue e "tornarono indietro e non andavano più con lui"(Gv 6,66).
"Anche Giuda avrebbe potuto andarsene - ha spiegato il pontefice - come fecero molti discepoli; anzi, avrebbe dovuto andarsene, se fosse stato onesto. Invece rimase con Gesù. Rimase non per fede, non per amore, ma con il segreto proposito di vendicarsi del Maestro. Perché? Perché Giuda si sentiva tradito da Gesù, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito. Giuda era uno zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese. Il problema è che Giuda non se ne andò, e la sua colpa più grave fu la falsità, che è il marchio del diavolo. Per questo Gesù disse ai Dodici: «Uno di voi è un diavolo!» (Gv 6,70)".
Il tema del male, del tradimento e della "sporcizia" nella Chiesa è stato spesso affrontato da Benedetto XVI, anche a pochi mesi dalla sua elezioni a papa, nei testi della Via Crucis 2005. Le sue parole oggi forse daranno nuovi spunti alle voci di trame e complotti emerse con il Vatileaks delle scorse settimane. Rimane comunque il fatto che nella Chiesa vi sono anche persone che "non credono".
Naturalmente il pontefice ha presentato anche il modello positivo del discepolo: san Pietro.
"Vedendo che molti dei suoi discepoli se ne andavano - ha detto il pontefice - Gesù si rivolse agli Apostoli dicendo: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). Come in altri casi, è Pietro a rispondere a nome dei Dodici: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,68-69). Su questo passo abbiamo un bellissimo commento di Sant'Agostino, che dice: «Vedete come Pietro, per grazia di Dio, per ispirazione dello Spirito Santo, ha capito? Perché ha capito? Perché ha creduto. Tu hai parole di vita eterna. Tu ci dai la vita eterna offrendoci il tuo corpo e il tuo sangue. E noi abbiamo creduto e conosciuto. Non dice: abbiamo conosciuto e creduto, ma abbiamo creduto e conosciuto. Abbiamo creduto per poter conoscere; se, infatti, avessimo voluto conoscere prima di credere, non saremmo riusciti né a conoscere né a credere. Che cosa abbiamo creduto e che cosa abbiamo conosciuto? Che tu sei il Cristo Figlio di Dio, cioè che tu sei la stessa vita eterna, e nella carne e nel sangue ci dai ciò che tu stesso sei» (Commento al Vangelo di Giovanni, 27, 9)".
E prima della preghiera dell'Angelus ha concluso: "Preghiamo la Vergine Maria, che ci aiuti a credere in Gesù, come san Pietro, e ad essere sempre sinceri con Lui e con tutti".
Asia News - "Gesù sapeva che anche tra i dodici Apostoli c'era uno che non credeva: Giuda": con un tratto poco usuale nell'omiletica, Benedetto XVI ha parlato di Giuda, del suo non credere, della sua voglia di tradire, del suo essere "un diavolo", in contrasto con la figura di san Pietro che alla domanda di Gesù, "Volete andarvene anche voi?", risponde: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio"(Gv 6,68-69).
Al suo incontro coi pellegrini prima della preghiera dell'Angelus, nel cortile di Castel Gandolfo, il papa ha commentato il vangelo della domenica (21ma durante l'anno, B), che presenta la conclusione del discorso sul "pane di vita", quando i discepoli, rifiutano l'offerta di Gesù di mangiare il suo corpo e il suo sangue e "tornarono indietro e non andavano più con lui"(Gv 6,66).
"Anche Giuda avrebbe potuto andarsene - ha spiegato il pontefice - come fecero molti discepoli; anzi, avrebbe dovuto andarsene, se fosse stato onesto. Invece rimase con Gesù. Rimase non per fede, non per amore, ma con il segreto proposito di vendicarsi del Maestro. Perché? Perché Giuda si sentiva tradito da Gesù, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito. Giuda era uno zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese. Il problema è che Giuda non se ne andò, e la sua colpa più grave fu la falsità, che è il marchio del diavolo. Per questo Gesù disse ai Dodici: «Uno di voi è un diavolo!» (Gv 6,70)".
Il tema del male, del tradimento e della "sporcizia" nella Chiesa è stato spesso affrontato da Benedetto XVI, anche a pochi mesi dalla sua elezioni a papa, nei testi della Via Crucis 2005. Le sue parole oggi forse daranno nuovi spunti alle voci di trame e complotti emerse con il Vatileaks delle scorse settimane. Rimane comunque il fatto che nella Chiesa vi sono anche persone che "non credono".
Naturalmente il pontefice ha presentato anche il modello positivo del discepolo: san Pietro.
"Vedendo che molti dei suoi discepoli se ne andavano - ha detto il pontefice - Gesù si rivolse agli Apostoli dicendo: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). Come in altri casi, è Pietro a rispondere a nome dei Dodici: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,68-69). Su questo passo abbiamo un bellissimo commento di Sant'Agostino, che dice: «Vedete come Pietro, per grazia di Dio, per ispirazione dello Spirito Santo, ha capito? Perché ha capito? Perché ha creduto. Tu hai parole di vita eterna. Tu ci dai la vita eterna offrendoci il tuo corpo e il tuo sangue. E noi abbiamo creduto e conosciuto. Non dice: abbiamo conosciuto e creduto, ma abbiamo creduto e conosciuto. Abbiamo creduto per poter conoscere; se, infatti, avessimo voluto conoscere prima di credere, non saremmo riusciti né a conoscere né a credere. Che cosa abbiamo creduto e che cosa abbiamo conosciuto? Che tu sei il Cristo Figlio di Dio, cioè che tu sei la stessa vita eterna, e nella carne e nel sangue ci dai ciò che tu stesso sei» (Commento al Vangelo di Giovanni, 27, 9)".
E prima della preghiera dell'Angelus ha concluso: "Preghiamo la Vergine Maria, che ci aiuti a credere in Gesù, come san Pietro, e ad essere sempre sinceri con Lui e con tutti".
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È presente 1 commento
"Uno di voi è un diavolo!"
Gesù intendeva Paolo è non Giuda.
Paolo e quello che e stato l'ideatore della chiesa come la conosciamo oggi non Gesù.Il gesù storico se vedrebbe il risultato dopo 2mila e passa si ucciderebbe da solo. e poi la prima pietra dove e appoggiata la chiesa(di derivazione Paolina) come la conosciamo oggi e poggiata paradossalmente proprio su Giuda. senza il suo tradimento niente papa vescovi chiesa e idiozie tali.
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