All'udienza generale, Benedetto XVI parla della odierna festa della regalità di Maria. E "una "conseguenza del suo essere unita al Figlio". ""La regalità di Gesù non ha nulla a che vedere con quella dei potenti della terra. E' un re che serve i suoi servitori". "Così è per Maria: è regina nel servizio a Dio e all'umanità; è regina dell'amore, che vive il dono di sé a Dio per entrare nel disegno di salvezza dell'uomo".
Asianews - Maria "è la regina del cielo, vicina a Dio, ma anche la nostra madre vicino a noi che ci ama, ci ascolta con attenzione", alla quale, quindi "rivolgerci fiduciosi, Maria non mancherà di intercedere per noi". Nel giorno in cui la liturgia ricorda la Vergine Maria invoncandola come regina, Benedetto XVI ha dedicato la sua riflessione per l'udienza generale al senso di questa "regalità, cosa vuol dire Maria regina". Alle quattromila persone presenti nel cortile del palazzo apostolico di Castel Gandolfo, il Papa ha sottolineato che per Maria, come per Gesù, "la regalità non è ricchezza e potere, è servizio di amore".
La festa dedicata alla regalità di Maria, ha ricordato Benedetto XVI, è "di istituzione recente, anche se antica ne è l'origine e la devozione: venne stabilita, infatti, dal venerabile Pio XII, nel 1954, al termine dell'Anno Mariano, fissandone la data al 31 maggio. In tale circostanza egli ebbe a dire che Maria è Regina più che ogni altra creatura per la elevazione della sua anima e per l'eccellenza dei doni ricevuti. Ella non smette di elargire tutti i tesori del suo amore e delle sue premure all'umanità". Dopo la riforma post-conciliare del calendario liturgico, la festa "è stata collocata a otto giorni dalla solennità dell'Assunzione per sottolineare lo stretto legame tra la regalità di Maria e la sua glorificazione in anima e corpo accanto al suo Figlio". "Qui sta la radice della festa odierna: Maria è Regina perché associata in modo unico con il suo Figlio, sia nel cammino terreno, sia nella gloria del Cielo".
La "regalità" di Maria è una "conseguenza del suo essere unita al Figlio, del suo essere in cielo, in comunione con Dio" e quindi del fatto che "partecipa alla responsabilità di Dio per il mondo e all'amore di Dio per il mondo". E' un titolo che si riferisce alla regalità di Cristo: una regalità "intessuta di umiltà, di servizio e di amore". Gesù viene proclamato re sulla croce, soffrendo con noi e per noi, amando fino in fondo. "La regalità di Gesù non ha nulla a che vedere con quella dei potenti della terra. E' un re che serve i suoi servitori". "Così è per Maria: è regina nel servizio a Dio e all'umanità; è regina dell'amore, che vive il dono di sé a Dio per entrare nel disegno di salvezza dell'uomo. All'Angelo risponde: Eccomi, sono la Serva del Signore".
E', dunque, una regalità di servizio e amore. Ella "veglia su di noi, suoi figli: figli che si rivolgono a Lei nella preghiera, per ringraziarla o per chiedere la sua materna protezione e il suo celeste aiuto dopo aver smarrito forse la strada, oppressi dal dolore o dall'angoscia per le tristi e travagliate vicissitudini della vita. Nella serenità o nel buio dell'esistenza, noi ci rivolgiamo a Maria affidandoci alla sua continua intercessione, perché dal Figlio ci possa ottenere ogni grazia e misericordia necessarie per il nostro pellegrinare lungo le strade del mondo".
La Vergine, "quale Madre nostra accanto al Figlio Gesù nella gloria del Cielo, è con noi sempre, nello svolgersi quotidiano della nostra vita". La devozione alla Mdonna, ha cncluso il Papa, "è un elemento importante della vita spirituale. Nella nostra preghiera non manchiamo di rivolgerci fiduciosi a Lei. Maria non mancherà di intercedere per noi presso il suo Figlio. Guardando a Lei, imitiamone la fede, la disponibilità piena al progetto d'amore di Dio, la generosa accoglienza di Gesù".
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