Rinviata a martedì a Tampa, in Florida, la Convention del Partito Repubblicano che ufficializzerà la candidatura di Mitt Romney alla presidenza degli Stati Uniti. Al suo fianco, il candidato vicepresidente Paul Ryan.
Radio Vaticana - L’evento - previsto per lunedì e spostato a causa del passaggio dell’uragano Isaac - lancerà la sfida a Barack Obama, puntando in particolare sul tema dell’economia. Alla Convention, che si concluderà il 30 agosto, sarà presente anche il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, che reciterà una preghiera di benedizione per i presenti. Il portavoce del porporato ha, tuttavia, sottolineato che non si tratta di un appoggio nei confronti di Mitt Romney e che il cardinale Dolan, qualora invitato, sarebbe andato anche alla Convention del Partito democratico. Sulle strategie elettorali dei Repubblicani per riconquistare la Casa Bianca, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Ferdinando Fasce, americanista dell’Università di Genova:
R. - Bisogna dire, che il Partito repubblicano sembra orientato a scegliere, dal punto di vista strategico, una strategia ancora una volta di forte curvatura neoliberista, neoconservatrice, perché Romney ha assunto come suo vice Paul Ryan, una figura di punta del Tea Party, sostenitore convinto della necessità di smantellare quel che resta dello Stato sociale. Mi pare che la scelta di Romney abbia voluto galvanizzare l’elettorato neoconservatore, quello che diede la vittoria a George W. Bush. Dal punto di vista delle opportunità, se la situazione economica continua a mostrarsi difficile, questo dovrebbe aumentare le opportunità del Partito repubblicano.
D. - Il profilo personale e professionale di Mitt Romney, e quello personale e politico di Paul Ryan fanno, in effetti, capire che l’economia è il tema dominante su cui i repubblicani cercheranno di mettere in difficoltà Obama…
R. – Decisamente! Su questo, hanno puntato entrambi. Da un lato, Romney ha una narrazione, una storia personale, che è quella dell’imprenditore di successo, che dunque si candida a governare gli Stati Uniti come ha governato con successo le sue imprese. Contemporaneamente, Ryan è il politico sostenitore di questa linea, sostenitore per certi versi dal basso, che può aiutare Romney in questa direzione. L’incognita è questa però: che una parte dell’elettorato si interroghi sul fatto che il successo che Romney ha avuto con la sua impresa, non sia stato poi pagato da altri segmenti della popolazione statunitense, come Obama e i democratici, cercano, a loro volta, di sostenere.
D. - Dopo la Convention di Tampa, in Florida, seguirà quella in North Carolina del Partito democratico. Quanto questi grandi eventi, anche spettacolari, sono realmente momenti di elaborazione politica, piuttosto che invece soltanto una kermesse?
R. - Le Convention in misura crescente, sono diventate dei riti di tipo mediatico, riti nei quali i lobbisti si muovono con grande disinvoltura e grande agilità, ma riti dai quali è difficile aspettarsi quello che è accaduto invece talvolta nel passato, quando i partiti erano delle realtà molto più vive e molto più energiche e presenti. Allora si avevano discussioni, prima di tutto proprio sulla scelta del candidato.
Radio Vaticana - L’evento - previsto per lunedì e spostato a causa del passaggio dell’uragano Isaac - lancerà la sfida a Barack Obama, puntando in particolare sul tema dell’economia. Alla Convention, che si concluderà il 30 agosto, sarà presente anche il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, che reciterà una preghiera di benedizione per i presenti. Il portavoce del porporato ha, tuttavia, sottolineato che non si tratta di un appoggio nei confronti di Mitt Romney e che il cardinale Dolan, qualora invitato, sarebbe andato anche alla Convention del Partito democratico. Sulle strategie elettorali dei Repubblicani per riconquistare la Casa Bianca, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Ferdinando Fasce, americanista dell’Università di Genova:
R. - Bisogna dire, che il Partito repubblicano sembra orientato a scegliere, dal punto di vista strategico, una strategia ancora una volta di forte curvatura neoliberista, neoconservatrice, perché Romney ha assunto come suo vice Paul Ryan, una figura di punta del Tea Party, sostenitore convinto della necessità di smantellare quel che resta dello Stato sociale. Mi pare che la scelta di Romney abbia voluto galvanizzare l’elettorato neoconservatore, quello che diede la vittoria a George W. Bush. Dal punto di vista delle opportunità, se la situazione economica continua a mostrarsi difficile, questo dovrebbe aumentare le opportunità del Partito repubblicano.
D. - Il profilo personale e professionale di Mitt Romney, e quello personale e politico di Paul Ryan fanno, in effetti, capire che l’economia è il tema dominante su cui i repubblicani cercheranno di mettere in difficoltà Obama…
R. – Decisamente! Su questo, hanno puntato entrambi. Da un lato, Romney ha una narrazione, una storia personale, che è quella dell’imprenditore di successo, che dunque si candida a governare gli Stati Uniti come ha governato con successo le sue imprese. Contemporaneamente, Ryan è il politico sostenitore di questa linea, sostenitore per certi versi dal basso, che può aiutare Romney in questa direzione. L’incognita è questa però: che una parte dell’elettorato si interroghi sul fatto che il successo che Romney ha avuto con la sua impresa, non sia stato poi pagato da altri segmenti della popolazione statunitense, come Obama e i democratici, cercano, a loro volta, di sostenere.
D. - Dopo la Convention di Tampa, in Florida, seguirà quella in North Carolina del Partito democratico. Quanto questi grandi eventi, anche spettacolari, sono realmente momenti di elaborazione politica, piuttosto che invece soltanto una kermesse?
R. - Le Convention in misura crescente, sono diventate dei riti di tipo mediatico, riti nei quali i lobbisti si muovono con grande disinvoltura e grande agilità, ma riti dai quali è difficile aspettarsi quello che è accaduto invece talvolta nel passato, quando i partiti erano delle realtà molto più vive e molto più energiche e presenti. Allora si avevano discussioni, prima di tutto proprio sulla scelta del candidato.
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