Potrebbe cambiare nel giro di pochi giorni lo scenario della guerra civile in Siria. In una nuova giornata di violenze tra esercito e insorti, con altre decine di vittime, spiccano le dichiarazioni del presidente americano Obama.
Radio Vaticana - Il capo della Casa Bianca ha parlato di possibile intervento militare, nel caso venisse accertato l’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad. Sentiamo Marina Calculli: ascolta. Il presidente Obama lancia un nuovo monito ad Assad: “se il regime utilizzerà le armi chimiche gli Stati Uniti, che per ora non hanno intenzione di intervenire militarmente, saranno costretti a rivedere immediatamente i propri piani. Ne va della sicurezza degli alleati nella regione, incluso Israele, ha sottolineato il capo della Casa Bianca. Intanto l’ipotesi che la salma di un alto ufficiale giunto ieri a Damasco, con un aereo privato proveniente da Mosca, appartenesse a Maher al Assad, fratello del rais, è stata smentita dall’agenzia governativa SANA. Il governo ha accusato l’Occidente di portare avanti una guerra mediatica psicologica. Sul terreno gli scontri tra l’esercito e i ribelli sono di giorno in giorno più intensi. Ieri sono state bombardate ancora Damasco e Aleppo e nella zona assediata di Herak, in provincia di Deraa, si sono contate diverse decine di morti. Due video diffusi in rete danno un nuovo ennesimo spaccato dell’intensità della violenza. E mentre la fuga disperata dei siriani dal paese non si ferma, la Turchia lancia la proposta di creare rifugi sicuri e protetti militarmente. Un eventuale intervento militare americano che cosa cambierebbe nel teatro bellico siriano? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Giorgio Bernardelli, giornalista esperto di questioni mediorientali: ascolta.
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