Nuova categoria "extremely hot" per definire le ondate di calore estreme
GreenReport - Una nuova analisi statistica realizzata dagli scienziati della Nasa ha scoperto che in alcune aree terrestri del nostro pianeta, da metà del XX secolo, è diventato molto più probabile che si abbiano canicole estive estreme. La ricerca pubblicata su Proceedings of National Academy of Sciences si basa sulle statistiche che mostrano che i recenti periodi con estati estremamente calde, tra i quali l'ondata di caldo intenso che quest'anno affligge il Midwest degli Usa, «Molto probabilmente sono la causalmente collegato al global warming». Secondo il principale autore dello studio, James Hansen del Goddard institute for space studies (Giss) della Nasa, «Questa estate le persone stanno vedendo un calore estremo e l'impatto sull'agricoltura. Affermiamo che questo è causato dal riscaldamento globale e in questo articolo presentiamo l'evidenza scientifica di questo».
Hansen ed il suo team del Giss hanno analizzato le temperature medie estive dal 1951 e dimostrano che negli ultimi decenni sono aumentate le probabilità che si verifichino quelle che definiscono estati "hot," "very hot" ed "extremely hot". I ricercatori descrivono dettagliatamente come le estati "estremamente" calde siano sempre più frequenti. Con "extremely hot", estremamente caldo, si definisce una temperatura media estiva che si sia verificata su almeno l'1% della superficie terrestre tra il 1951 e il 1980, il periodo di riferimento per questo studio. Ma dal 2006, circa il 10% della superficie dell'emisfero settentrionale ha vissuto ogni estate temperature di questo tipo.
Già nel 1988 Hansen aveva detto che il global warming avrebbe raggiunto un culmine nei prossimi decenni quando la connessione con gli eventi estremi diventeranno più evidenti. Mentre alcuni fenomeni di riscaldamento dovrebbero coincidere con un incremento notevole di eventi estremi, la variabilità naturale del clima e il tempo possono essere così estesi da mascherare la tendenza globale.
Per distinguere i trend della variabilità naturale, Hansen ed i suoi colleghi Makiko Sato e Reto Ruedy del Giss si sono rivolti alle statistiche, non concentrandosi sulle cause del cambiamento delle temperature, hanno invece analizzato i dati delle temperature superficiali per stabilire la crescente frequenza delle ondate di calore e del caldo prolungato negli ultimi 30 anni, un periodo in cui i dati della temperatura mostrano una generale tendenza al riscaldamento.
I climatologi della Nasa da tempo raccolgono dati sulle anomalie delle temperature globali, analizzano le regioni di tutto il mondo dove si verifica un riscaldamento o un raffreddamento e confrontano i dati con quelli del periodo "base" 1951-1980. Nel nuovo studio i ricercatori utilizzano una curva a campana, uno strumento spesso usato da statistici, scuole ed imprese, per illustrare come stiano cambiando queste anomalie. Il team Analizzando in questo modo le anomalie delle temperature estivi per il periodo di riferimento 1951-1980 relativamente stabile dal punto di vista climatico, la temperatura media è centrato nella parte superiore della curva; la diminuzione della frequenza a sinistra del centro rappresenta gli eventi "freddi", "molto freddi" ed "estremamente freddi". La diminuzione della frequenza a destra del centro sono eventi "caldi", "molto caldi" ed "estremamente caldi". Tracciando le curve a campana per gli anno '80, ‘90 e 2000, il team ha notato che l'intera curva era spostata a destra, il che significa che gli eventi più caldi sono la nuova norma.
«La curva anche appiattita e ampliata, indica un più ampio range di variabilità - spiega Hansen sul sito del Giss - In particolare, durante lo scorso decennio, una media del 75% per cento delle are terrestri della Terra hanno vissuto estati nella categoria "hot", rispetto a solo il 33% durante il periodo base 1951-1980. L'ampliamento della curva ha anche portato alla designazione della nuova categoria di eventi anomali etichettata come "extremely hot", che erano quasi inesistenti nel periodo base. Questa estate si prepara a ricadere nella nuova categoria estrema. Tali anomalie erano infrequenti nel clima prima del riscaldamento degli ultimi 30 anni, in modo che le statistiche ci dicono con un alto grado di fiducia che in assenza di global warming non avremmo avuto una tale anomalia estrema questa estate».
Lo studio evidenzia che altre regioni del pianeta stanno risentendo del caldo da global warming: «Le mappe delle anomalie delle temperature globali mostrano che le ondate di calore in Texas, Oklahoma e Messico nel 2011, e in Medio Oriente, Asia occidentale e orientale nel 2010, rientrano nella nuova categoria "extremely hot"».
Guarda il video "Summer Temperature Anomalies, 1951-2011"
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