L’invocazione a Dio di san Francesco “Tu sei bellezza” è stata scelta come titolo della XXXIII marcia francescana ed è stata oggetto dell’omelia di P. Paolo Guerrini della messa per la Dedicazione della Porziuncola e la Solennità del Perdono
di Monica Cardarelli
Numerosi arrivano i giovani della marcia francescana “Tu sei bellezza” e, dopo aver percorso il sagrato della Basilica gremito di fedeli e pellegrini, entrano silenziosi e felici di aver raggiunto la meta e varcato la soglia della Porziuncola. “La bellezza è quell’impronta di Dio che ognuno di noi porta in sé” afferma P. Paolo Guerrini durante l’omelia alla celebrazione eucaristica per la Dedicazione della Porziuncola. Prendendo spunto infatti dal tema della marcia francescana, ricorda come “ognuno di noi è portatore di bellezza, perché creato a immagine e somiglianza di Dio” e se gli altri (a volte anche noi stessi) ci giudicano per il nostro passato, i nostri peccati, “Dio ci ricorda che siamo belli”. Anche se a volte nella nostra vita viviamo una bellezza incatenata, una bellezza calpestata e una bellezza dimenticata, Dio non guarda ai nostri peccati e non si stanca di ripetere a ciascuno di noi “tu sei bellezza”. Con il “sì” di Maria la Grazia di Dio è entrata nella storia, “la bellezza di Dio si è fatta storicamente carne”.
La celebrazione eucaristica solenne è stata presieduta da Mons. Domenico Sorrentino che, introducendo il Perdono come dono paterno di Dio Padre, ha ricordato come tutti noi abbiamo le nostre responsabilità e ciascuno di noi debba fare la sua parte perché “il Signore ci viene incontro dandoci la sua Grazia e misericordia”. Ha inoltre sottolineato il profondo rapporto tra la dimensione mariana e quella dell’indulgenza. Infatti, se Maria, che pure non ne aveva bisogno, è stata inondata dalla Grazia di Dio ed ha ricevuto il dono di una vita piena di Lui, così anche noi, oltre a ricevere il perdono del Padre e il suo abbraccio dopo il riconoscimento dei nostri peccati e il pentimento, possiamo ricevere un ‘super dono’: “Non solo un’amicizia ma un’intimità, questo desidera Dio per noi” e possiamo raggiungerla solo se viviamo una vita “in Dio, per Dio e con Dio, una vita da Paradiso”.
Mons. Sorrentino ha ricordato però che l’indulgenza non è uno sconto, un condono, ma un grande dono che richiede responsabilità, consapevolezza e impegno, perché anche noi dobbiamo fare la nostra parte. Come se Dio, dopo aver perdonato il peccato, ci aiutasse ad estirpare e strappare anche le radici del peccato. “Dio ci aiuta con l’indulgenza a ‘strappare’ ma noi dobbiamo muovere la nostra mano”. Al termine dell’omelia ha invitato tutti i pellegrini e i fedeli presenti a costruire il Paradiso laddove il Signore ci chiama, per strada, nel lavoro, in famiglia, lì dove noi ci recheremo.
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