martedì, settembre 18, 2012
Almeno 12 persone, di cui nove stranieri, hanno perso la vita lungo una strada che porta all’aeroporto di Kabul in un attentato suicida contro un mini-bus: l’attacco è stato rivendicato da un gruppo islamico afgano come rappresaglia al film anti-Islam “L’innocenza dei musulmani” che da giorni sta alimentando proteste ai quattro angoli del mondo.

Misna - In base alla ricostruzione dell’attentato diffuso dalle forze di polizia, emerge che alle 6.45 (ora locale) una giovane donna di 22 anni alla guida di una piccola macchina carica di esplosivo si è lanciata contro il veicolo che trasportava nove operai di una società straniera del settore aeronautico verso il terminal internazionale della capitale. L’attacco si è verificato sulla strada principale che collega il centro città all’aeroporto, all’altezza del distretto 15. Sul luogo è stato dispiegato un imponente dispositivo di sicurezza e la circolazione è rimasta bloccata per diverse ore.

Poco dopo, in una mail inviata ad agenzie di stampa internazionali, è stato rivendicato da un certo Zubair Sidiqi, presentatosi come portavoce del gruppo Hizb-i-Islami, guidato da Gulbuddin Hekmatuar, un ex primo ministro. Hizb-i-Islami è il secondo più importante gruppo armato attivo in Afghanistan dopo quello dei talebani; ha il suo feudo nell’est del paese e in passato si era dimostrato più propenso a negoziati di pace rispetto ai talebani. Alcuni osservatori locali hanno da subito sottolineato che si è trattato di un’azione “insolita” per Hizb-i-Islami: sarebbe la prima volta che il gruppo ha ricorso a un attentato-suicida, per giunta portato a segno da una donna.

Quello di oggi è il secondo attacco verificatosi a Kabul in soli dieci giorni. L’8 settembre un adolescente si è fatto esplodere davanti al quartiere generale dell’Isaf, causando cinque morti e sei feriti, tra cui diversi bambini. Proprio oggi la forza armata della Nato in Afghanistan ha annunciato che limiterà il numero delle sue operazioni congiunte con le forze afgane dopo il riaccendersi delle violenze contro i suoi soldati. Lo scorso fine settimana quattro militari statunitensi e due britannici sono stati uccisi da omologhi afgani: una dinamica che si sta ripetendo con una certa frequenza. In vista del completo ritiro delle truppe straniere entro il 2014, negli ultimi mesi l’Isaf ha rafforzato la propria cooperazione con l’esercito afgano per formare e addestrare le truppe che tra meno di due anni dovranno farsi carico della sicurezza del paese.

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