lunedì, settembre 17, 2012
“Lula sapeva tutto…era il capo”: l’imprenditore del settore pubblicitario Marcos Valerio Fernandes non ha esitato a coinvolgere l’ex presidente più popolare della storia del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, nel cosiddetto ‘processo del secolo’ in corso di fronte al Supremo tribunale federale (Stf) per un grave scandalo di corruzione che ne mise a rischio il governo (2003-2010).

Misna - Alla vigilia dell’apertura della fase più delicata del dibattimento, quella relativa alla compravendita di voti al Congresso di cui è accusato il Partito dei lavoratori (Pt) di Lula, la diffusa rivista ‘Veja’ ha citato “fonti vicine” a Fernandes che si è definito solo un personaggio secondario della vicenda. L’imprenditore, sempre secondo ‘Veja’, ha aggiunto che il Pt gli avrebbe promesso una condanna “lieve” in cambio del suo silenzio sul ‘mensalão’ (salario mensile), il versamento pari a svariate migliaia di euro che secondo gli inquirenti veniva pagato ai parlamentari della coalizione di maggioranza in cambio del loro voto a progetti di legge promossi dall’esecutivo. ‘Veja’ è tuttavia stata smentita da un legale dello stesso Fernandes che ha negato le dichiarazioni attribuite al suo assistito, affermando che quest’ultimo non concede interviste dal 2005.

Sta di fatto che, nel pieno della campagna per le elezioni municipali di ottobre, l’opposizione ha preteso da Lula “spiegazioni”: il suo ex rivale alle presidenziali del 2002, José Serra, candidato a sindaco di San Paolo, ha chiesto che Lula “si pronunci, visto che il Tribunale supremo ha già comprovato che ci fu corruzione”.

Nonostante fra i 37 imputati figurino stretti collaboratori dell’ex presidente, come il suo capo di gabinetto José Dirceu, Lula non è mai stato tra gli accusati per il ‘mensalao’, sul quale chiese pubblicamente perdono al paese ottenendo la rielezione nel 2006. Fernandes è tra gli otto imputati riconosciuti colpevoli la settimana scorsa di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite nella contabilità del Pt.

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