Sette egiziani di religione copta residenti negli Stati Uniti sono stati incriminati dalla procura generale del Cairo per la diffusione su internet di un filmato anti-islamico all’origine di un’ondata di proteste di piazza, episodi di violenza e disordini in molti paesi arabi e musulmani.
Misna - Adel Riad, Morris Sadek, Nabil Bissada, Esmat Zaklama, Elia Bassily, Ihab Yaacoub e Jack Atallah sono accusati di “oltraggio alla religione islamica e al profeta Moametto” e di “incitamento alla violenza settaria”. La tesi dell’accusa è che i sette siano coinvolti nella diffusione su internet de “L’innocenza di Maometto”, un filmato amatoriale che ha innescato disordini dal Nord Africa al Medio Oriente e fino a paesi come l’Iran o la Nigeria .
L’Unione dei giovani di Maspero, un’organizzazione che rappresenta migliaia di copti, ha sottolineato dopo l’annuncio delle incriminazioni che il filmato e i loro autori non rappresentano in alcun modo né la Chiesa né la comunità cristiana dell’Egitto.
Alle tensioni suscitate anche al Cairo dalla diffusione del filmato appare in qualche misura legata una notizia pubblicata in prima pagina dall’edizione online del quotidiano Al Ahram: la condanna a sei anni di carcere di un insegnante copto, giudicato colpevole di aver diffuso su internet vignette diffamatorie nei confronti del profeta Moametto e del nuovo presidente dell’Egitto Mohamed Morsi.
Misna - Adel Riad, Morris Sadek, Nabil Bissada, Esmat Zaklama, Elia Bassily, Ihab Yaacoub e Jack Atallah sono accusati di “oltraggio alla religione islamica e al profeta Moametto” e di “incitamento alla violenza settaria”. La tesi dell’accusa è che i sette siano coinvolti nella diffusione su internet de “L’innocenza di Maometto”, un filmato amatoriale che ha innescato disordini dal Nord Africa al Medio Oriente e fino a paesi come l’Iran o la Nigeria .
L’Unione dei giovani di Maspero, un’organizzazione che rappresenta migliaia di copti, ha sottolineato dopo l’annuncio delle incriminazioni che il filmato e i loro autori non rappresentano in alcun modo né la Chiesa né la comunità cristiana dell’Egitto.
Alle tensioni suscitate anche al Cairo dalla diffusione del filmato appare in qualche misura legata una notizia pubblicata in prima pagina dall’edizione online del quotidiano Al Ahram: la condanna a sei anni di carcere di un insegnante copto, giudicato colpevole di aver diffuso su internet vignette diffamatorie nei confronti del profeta Moametto e del nuovo presidente dell’Egitto Mohamed Morsi.
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