Un’eventuale riforma costituzionale “non è responsabilità né desiderio di questa presidente”: Così, durante una visita all’università statunitense di Harvard, Cristina Fernández de Kirchner ha negato di aspirare a un terzo mandato, vietato dalla legge fondamentale
Misna - “Non si tratta di quello che voglio, ma di quello che posso e devo. In realtà è una questione astratta perché la Costituzione non lo permette” ha aggiunto Fernández, la cui popolarità attraversa un momento difficile dopo la schiacciante vittoria alle urne di un anno fa in cui si confermò con la percentuale più alta di voti della storia dell’Argentina democratica – il 53,96%. “Credo che si voglia aprire un dibattito da parte di alcuni settori della società, ma non è competenza della presidente” ha detto ancora Fernández riferendosi alle voci che hanno riportato in piazza nelle ultime settimane i ‘cacerolazos’, le proteste a suon di pentole. E nuovi ‘cacerolazos’ contro il governo si sono registrati anche ieri in diversi quartieri di Buenos Aires dopo che l’esecutivo ha comunicato che il controverso segretario al Commercio interno, Guillermo Moreno, sarebbe finito oggetto di minacce di morte rivoltegli attraverso Internet. Moreno è stato denunciato in settimana per presunto abuso di potere da parte di un’impiegata di una ditta di importazioni; un’accusa analoga a quella rivoltagli solo qualche giorno prima dalla presidente dell’Associazione di difesa dei consumatori, Sandra González, secondo la quale Moreno l’avrebbe arbitrariamente espulsa a male parole da un incontro. La polemica postura del funzionario, che ha anche inveito pubblicamente contro esponenti di diverse categorie, è nota fin dal 2010 quando in un video venne ritratto con indosso un casco e guantoni da boxe a un’assemblea dei produttori nazionali di cellulosa in cui si esaminavano questioni spinose per il governo.
Misna - “Non si tratta di quello che voglio, ma di quello che posso e devo. In realtà è una questione astratta perché la Costituzione non lo permette” ha aggiunto Fernández, la cui popolarità attraversa un momento difficile dopo la schiacciante vittoria alle urne di un anno fa in cui si confermò con la percentuale più alta di voti della storia dell’Argentina democratica – il 53,96%. “Credo che si voglia aprire un dibattito da parte di alcuni settori della società, ma non è competenza della presidente” ha detto ancora Fernández riferendosi alle voci che hanno riportato in piazza nelle ultime settimane i ‘cacerolazos’, le proteste a suon di pentole. E nuovi ‘cacerolazos’ contro il governo si sono registrati anche ieri in diversi quartieri di Buenos Aires dopo che l’esecutivo ha comunicato che il controverso segretario al Commercio interno, Guillermo Moreno, sarebbe finito oggetto di minacce di morte rivoltegli attraverso Internet. Moreno è stato denunciato in settimana per presunto abuso di potere da parte di un’impiegata di una ditta di importazioni; un’accusa analoga a quella rivoltagli solo qualche giorno prima dalla presidente dell’Associazione di difesa dei consumatori, Sandra González, secondo la quale Moreno l’avrebbe arbitrariamente espulsa a male parole da un incontro. La polemica postura del funzionario, che ha anche inveito pubblicamente contro esponenti di diverse categorie, è nota fin dal 2010 quando in un video venne ritratto con indosso un casco e guantoni da boxe a un’assemblea dei produttori nazionali di cellulosa in cui si esaminavano questioni spinose per il governo.
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