Un progetto della Custodia di Terra Santa per aiutare le famiglie più povere di Gerusalemme e mantenere la presenza cristiana in Terra Santa
Nel corso degli ultimi anni la situazione dei cristiani in Terra Santa è stata molto difficile, sia nei Territori dell’Autonomia Palestinese sia in Israele. Gerusalemme in particolare, Città Santa per cristiani, ebrei e musulmani, è purtroppo teatro di continue tensioni. E sono in molti, soprattutto tra i cristiani, a decidere di emigrare in cerca di condizioni di vita migliori. Ma una grande eco ha avuto anche l'invito di Papa Benedetto XVI, lanciato proprio a Gerusalemme nel corso della sua visita pastorale nel 2009 (e ribadito qualche giorno fa alla vigilia del suo viaggio in Libano), nel quale affermava: "Occorre incoraggiare e sostenere fermamente quanti fanno la scelta di restare fedeli alla loro terra, affinché non divenga un sito archeologico privo di vita ecclesiale".
Ma come tutelare la popolazione locale di Gerusalemme, come sostenere gli abitanti della Città Vecchia salvaguardandone la presenza nella Città Santa? Come evitare che i Luoghi Santi, cari ai fedeli di tutto il mondo, non rimangano solamente dei musei, ma continuino ad essere abitati dalle cosiddette pietre vive? I frati francescani della Custodia di Terra Santa cercano di trovare una prima soluzione a questi problemi focalizzandosi sul bisogno concreto espresso dagli abitanti della Città Vecchia di avere case dignitose nella loro terra, rispondendo ad una vera e propria emergenza umanitaria ed abitativa. Essi, da molti secoli, possiedono numerosi edifici in quest’area: oltre ai conventi e alle chiese, contano circa 400 unità abitative solo all’interno della Città Vecchia. Tali abitazioni vengono assegnate alle famiglie cristiane più bisognose che versano ai francescani della Custodia di Terra Santa affitti simbolici. Molti ambienti sono tuttavia fatiscenti e le condizioni abitative insalubri, insicure e disagiate. Si tratta di una vera e propria emergenza abitativa: si constatano infatti situazioni di grave malessere, in particolare causate dall’alta densità di popolazione, dalla mancanza di manutenzione delle strutture comuni e dall’assenza di servizi di base igienico-sanitari. Molti gruppi e nuclei familiari vivono attualmente in uno stato di forte abbandono e povertà, e tale disagio genera anche situazioni di instabilità sociale, aumentando i rischi legati al consumo e traffico di droga e alla criminalità organizzata, soprattutto da parte dei più giovani e vulnerabili.
Il progetto chiamato Gerusalemme, Pietre della Memoria, gestito dall'Ufficio Tecnico della Custodia di Terra Santa, oltre alla manutenzione delle case si focalizza sull'impiego e sul coinvolgimento della popolazione locale soprattutto per quanto riguarda la formazione di operai locali. Già all’inizio del ‘900 i frati francescani avevano avviato importanti officine di lavorazione del ferro, della pietra, del legno, insegnando moderne tecniche costruttive (francescano fu ad esempio il primo edificio in cemento armato nella Città Vecchia di Gerusalemme) e avviando al lavoro centinaia di ragazzi cristiani locali. Oggi continuano idealmente questa iniziativa impegnando operai locali nei lavori di ristrutturazione e conservazione programmata degli edifici nella Città Santa di Gerusalemme. In questo modo, oltre ad affrontare l'emergenza abitativa sostenendo i bisogni concreti delle famiglie più disagiate, creano opportunità di lavoro per la popolazione locale, in particolare per i disoccupati, formano professionalmente e umanamente ragazzi giovani, attraverso corsi di formazione e l’affiancamento con personale qualificato ed esperto, e introducono tecnologie innovative di conservazione e monitoraggio degli edifici, mediante collaborazioni e accordi con realtà europee come università ed imprese.
Analoghe iniziative di impiego e formazione di giovani e operai locali vengono attualmente realizzate dai francescani della Custodia di Terra Santa anche nell’ambito dei lavori in corso alla Basilica del Getsemani, a Sabastiya e attraverso la collaborazione con il Mosaic Center di Gerico. Il progetto "Gerusalemme, Pietre della Memoria" è reso possibile grazie al sostegno di grandi e piccoli donatori. Ognuno può contribuire alla missione della Custodia di Terra Santa affinché la Città Santa "non divenga un sito archeologico, privo di vita ecclesiale", ma continui invece a mantenere una presenza cristiana viva e radicata.
Nel corso degli ultimi anni la situazione dei cristiani in Terra Santa è stata molto difficile, sia nei Territori dell’Autonomia Palestinese sia in Israele. Gerusalemme in particolare, Città Santa per cristiani, ebrei e musulmani, è purtroppo teatro di continue tensioni. E sono in molti, soprattutto tra i cristiani, a decidere di emigrare in cerca di condizioni di vita migliori. Ma una grande eco ha avuto anche l'invito di Papa Benedetto XVI, lanciato proprio a Gerusalemme nel corso della sua visita pastorale nel 2009 (e ribadito qualche giorno fa alla vigilia del suo viaggio in Libano), nel quale affermava: "Occorre incoraggiare e sostenere fermamente quanti fanno la scelta di restare fedeli alla loro terra, affinché non divenga un sito archeologico privo di vita ecclesiale".
Ma come tutelare la popolazione locale di Gerusalemme, come sostenere gli abitanti della Città Vecchia salvaguardandone la presenza nella Città Santa? Come evitare che i Luoghi Santi, cari ai fedeli di tutto il mondo, non rimangano solamente dei musei, ma continuino ad essere abitati dalle cosiddette pietre vive? I frati francescani della Custodia di Terra Santa cercano di trovare una prima soluzione a questi problemi focalizzandosi sul bisogno concreto espresso dagli abitanti della Città Vecchia di avere case dignitose nella loro terra, rispondendo ad una vera e propria emergenza umanitaria ed abitativa. Essi, da molti secoli, possiedono numerosi edifici in quest’area: oltre ai conventi e alle chiese, contano circa 400 unità abitative solo all’interno della Città Vecchia. Tali abitazioni vengono assegnate alle famiglie cristiane più bisognose che versano ai francescani della Custodia di Terra Santa affitti simbolici. Molti ambienti sono tuttavia fatiscenti e le condizioni abitative insalubri, insicure e disagiate. Si tratta di una vera e propria emergenza abitativa: si constatano infatti situazioni di grave malessere, in particolare causate dall’alta densità di popolazione, dalla mancanza di manutenzione delle strutture comuni e dall’assenza di servizi di base igienico-sanitari. Molti gruppi e nuclei familiari vivono attualmente in uno stato di forte abbandono e povertà, e tale disagio genera anche situazioni di instabilità sociale, aumentando i rischi legati al consumo e traffico di droga e alla criminalità organizzata, soprattutto da parte dei più giovani e vulnerabili.
Il progetto chiamato Gerusalemme, Pietre della Memoria, gestito dall'Ufficio Tecnico della Custodia di Terra Santa, oltre alla manutenzione delle case si focalizza sull'impiego e sul coinvolgimento della popolazione locale soprattutto per quanto riguarda la formazione di operai locali. Già all’inizio del ‘900 i frati francescani avevano avviato importanti officine di lavorazione del ferro, della pietra, del legno, insegnando moderne tecniche costruttive (francescano fu ad esempio il primo edificio in cemento armato nella Città Vecchia di Gerusalemme) e avviando al lavoro centinaia di ragazzi cristiani locali. Oggi continuano idealmente questa iniziativa impegnando operai locali nei lavori di ristrutturazione e conservazione programmata degli edifici nella Città Santa di Gerusalemme. In questo modo, oltre ad affrontare l'emergenza abitativa sostenendo i bisogni concreti delle famiglie più disagiate, creano opportunità di lavoro per la popolazione locale, in particolare per i disoccupati, formano professionalmente e umanamente ragazzi giovani, attraverso corsi di formazione e l’affiancamento con personale qualificato ed esperto, e introducono tecnologie innovative di conservazione e monitoraggio degli edifici, mediante collaborazioni e accordi con realtà europee come università ed imprese.
Analoghe iniziative di impiego e formazione di giovani e operai locali vengono attualmente realizzate dai francescani della Custodia di Terra Santa anche nell’ambito dei lavori in corso alla Basilica del Getsemani, a Sabastiya e attraverso la collaborazione con il Mosaic Center di Gerico. Il progetto "Gerusalemme, Pietre della Memoria" è reso possibile grazie al sostegno di grandi e piccoli donatori. Ognuno può contribuire alla missione della Custodia di Terra Santa affinché la Città Santa "non divenga un sito archeologico, privo di vita ecclesiale", ma continui invece a mantenere una presenza cristiana viva e radicata.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.