sabato, settembre 01, 2012
Questa mattina il giudice ha concesso altri 14 giorni agli inquirenti per chiudere le indagini. Rappresentanti Apma: “procedura consueta”; lavoriamo per “l’udienza di domani”. Mons. Rufin Anthony: preoccupati per la sua salute e la sua sicurezza.

Islamabad (AsiaNews) - "Sono ottimista sulle possibilità che Rimsha Masih venga liberata" e se la scarcerazione non sarà già decisa domani nell'udienza in programma per il rilascio su cauzione, è molto probabile che essa "verrà disposta nei primi giorni della prossima settimana". È quanto afferma ad AsiaNews Paul Bhatti, consigliere speciale del premier per l'Armonia Nazionale, in merito alla vicenda della bambina pakistana arrestata - e ora sotto processo - per blasfemia. Il politico cattolico con grado di ministro spiega che "ci siamo subito attivati per la sua liberazione", ma ora bisogna "rispettare i tempi della giustizia e che le procedure facciano il loro corso". Egli aggiunge che il presidente Asif Ali Zardari è "d'accordo" sulla necessità di rilasciarla e non risparmia una frecciata contro associazioni e gruppi che, sfruttando il dramma di Rimsha, sono in cerca di pubblicità e denaro: "Voglio precisare che la famiglia è sotto la custodia del ministero per l'Armonia nazione e sotto la mia responsabilità in quanto titolare del dicastero. Il padre non ha parlato con nessuno al di fuori di me e delle istituzioni interessate, quindi sono assolutamente false petizioni e raccolte firme che portano in calce una lettera di Misrek Masih al capo di Stato".

Oggi i giudici del tribunale di Islamabad hanno prolungano i termini di custodia cautelare in carcere a carico di Rimsha Masih, la bambina cristiana affetta da problemi mentali, accusata di blasfemia per aver oltraggiato alcune pagine contenenti versetti del Corano. Questa mattina la giovane è comparsa a sorpresa in aula, alla scadenza naturale dei 14 giorni di carcerazione preventiva in attesa della chiusura delle indagini sulla vicenda da parte degli inquirenti. Il magistrato ha esteso per altri 14 giorni il provvedimento, per dare modo - questa la spiegazione tecnica - alla polizia di presentare il fascicolo completo fra due settimane. Domani però lo stesso tribunale dovrà decidere sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali della cristiana, che promettono battaglia; gli avvocati anticipano infatti che, se non verrà disposta la libertà provvisoria su cauzione, essi ricorreranno all'Alta corte.

Rimsha Masih è accusata in base alla "legge nera" per aver bruciato alcune pagine con impressi versi del Corano. Per il codice rischia fino all'ergastolo e si temono ritorsioni di elementi vicini al fondamentalismo talebano, che più volte hanno assassinato in via extra-giudiziale persone incriminate per blasfemia.

I giudici dovevano decidere se concedere la scarcerazione, dopo che una Commissione medica indicata dal tribunale nei giorni scorsi ha stabilito che la ragazzina ha meno di 14 anni e dimostra un'età mentale inferiore a quella stabilita dall'anagrafe (cfr. AsiaNews 28/08/2012 Blasfemia, Rimsha Masih è minore e con problemi mentali. Vescovo di Islamabad: sviluppo positivo). Non vi sono invece particolari indicazioni circa la natura della disabilità mentale che la affliggerebbe. Una versione contestata dagli islamisti, che chiedono un regolare processo e la conseguente punizione (cfr. AsiaNews 30/08/2012 Islamabad, leader islamici contestano il rapporto medico su Rimsha Masih: va punita).

Interpellato da AsiaNews sulla decisione dei giudici di prolungare la carcerazione preventiva, il vescovo di Islamabad-Rawalpindi mons. Rufin Anthony sottolinea che "è triste vedere la bambina ancora dietro le sbarre". Il prelato aggiunge che le organizzazioni umanitarie hanno promosso "uno sforzo enorme" per la sua causa, e "noi siamo con loro. Siamo preoccupati per la salute di Rimsha e la sua sicurezza". Per i rappresentanti di All Pakistan Minorities Alliance (Apma), movimento fondato dal ministro Shahbaz Bhatti, massacrato dagli estremisti islamici, il verdetto di oggi è "una procedura consueta" del tribunale e aggiungono: "l'obiettivo è l'udienza di domani". Anche Haroon Barkat Masih, presidente di Life for All e Masihi Foundation, e Mehboob Alam di Ephlal Development Foundation criticano con forza la scelta dei giudici.

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