Un lettore commenta la lettera del prof. Pino Palocci e rilancia: "serve una riforma dei sistemi di formazione e reclutamento dei docenti".
Città Nuova - Un'ora per conoscere le grandi religioni è fondamentale ma non è ciò che attualmente viene offerto ai nostri studenti. La realtà è leggermente diversa da quella prospettata dal Prof. Giuseppe Palocci essendo viziata da diversi fattori:
1) i docenti di Insegnamento della religione cattolica sono direttamente nominati dall'Ordinario diocesano in base a criteri discrezionali: non deve seguire né graduatorie per merito né per titoli.
2) non sono richiesti requisiti professionali per i docenti di religione cattolica. Per essere docenti non è richiesta una laurea conseguita presso una università che rilascia titoli riconosciuti dallo Stato. Spesso inoltre i docenti non hanno nemmeno ancora conseguito il titolo negli "Istituti Superiori di Scienze Religiose" che in ogni caso sono eretti dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica. Potrebbero anche insegnare senza aver alcun titolo di studio.
3) non sono (come lo sono invece tutti i docenti delle altre materie) abilitati all'insegnamento attraverso concorso pubblico e/o selezione effettuata attraverso il conseguimento del titolo della SSIS. Ciononostante sono pagati dallo Stato al pari degli altri docenti. Nel caso dei precari, meglio dei loro colleghi avendo riconosciute anche le ferie estive.
Da tutto ciò deriva che, pur essendo vero che ci siano docenti preparati e motivati, questo non si verifica necessariamente, dati i criteri di selezione dei docenti di IRC.
Ma arriviamo al punto. "Le parole sono importanti", non sono forma ma concorrono alla costruzione della sostanza. Qui si parla di Insegnamento della Religione Cattolica: nemmeno di cristianesimo ma di religione cattolica. Ne discende che è vero che è contemplata e spiegata la storia di tutte le grandi religioni del mondo, ma sempre attraverso la lente della cattolicità trattando le altre religioni con un approccio etnocentrico.
E' indispensabile una riforma dei sistemi di formazione e reclutamento dei docenti di religione (che deve essere parificata a quella degli altri docenti) che vada di pari passo con una modifica dell'approccio alle altre religioni.
Filippo Monachesi
Città Nuova - Un'ora per conoscere le grandi religioni è fondamentale ma non è ciò che attualmente viene offerto ai nostri studenti. La realtà è leggermente diversa da quella prospettata dal Prof. Giuseppe Palocci essendo viziata da diversi fattori:
1) i docenti di Insegnamento della religione cattolica sono direttamente nominati dall'Ordinario diocesano in base a criteri discrezionali: non deve seguire né graduatorie per merito né per titoli.
2) non sono richiesti requisiti professionali per i docenti di religione cattolica. Per essere docenti non è richiesta una laurea conseguita presso una università che rilascia titoli riconosciuti dallo Stato. Spesso inoltre i docenti non hanno nemmeno ancora conseguito il titolo negli "Istituti Superiori di Scienze Religiose" che in ogni caso sono eretti dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica. Potrebbero anche insegnare senza aver alcun titolo di studio.
3) non sono (come lo sono invece tutti i docenti delle altre materie) abilitati all'insegnamento attraverso concorso pubblico e/o selezione effettuata attraverso il conseguimento del titolo della SSIS. Ciononostante sono pagati dallo Stato al pari degli altri docenti. Nel caso dei precari, meglio dei loro colleghi avendo riconosciute anche le ferie estive.
Da tutto ciò deriva che, pur essendo vero che ci siano docenti preparati e motivati, questo non si verifica necessariamente, dati i criteri di selezione dei docenti di IRC.
Ma arriviamo al punto. "Le parole sono importanti", non sono forma ma concorrono alla costruzione della sostanza. Qui si parla di Insegnamento della Religione Cattolica: nemmeno di cristianesimo ma di religione cattolica. Ne discende che è vero che è contemplata e spiegata la storia di tutte le grandi religioni del mondo, ma sempre attraverso la lente della cattolicità trattando le altre religioni con un approccio etnocentrico.
E' indispensabile una riforma dei sistemi di formazione e reclutamento dei docenti di religione (che deve essere parificata a quella degli altri docenti) che vada di pari passo con una modifica dell'approccio alle altre religioni.
Filippo Monachesi
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Sono presenti 2 commenti
Forse il signor Monachesi dovrebbe fare l'esperienza di insegnare la religione cattolica in una scuola pubblica italiana, tra il formale riconoscimento di "materia scolastica" e il discredito dei colleghi, la facoltà di non avvalersi degli alunni e l'assenza di "valore" del giudizio... molti insegnanti di religione fanno un lavoro "eroico", all'avanguardia della didattica per interessare i ragazzi e andando controcorrente, presentando un progetto educativo e di vita...
Questi insegnanti di religione cattolica fanno un lavoro eroico pagati 25.000 euro all'anno senza aver fatto un concorso. Facile fare gli eroi così...
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