martedì, settembre 25, 2012
Per le più grandi corporation del mondo efficienza energetica e autoproduzione da fonti rinnovabili diventano sempre più importanti. Il 70% delle società da oltre 1 miliardo di dollari di fatturato si sta muovendo in questa direzione: solo una strategia energetica adeguata può renderle competitive. Un report Ernst & Young. 

Qualenergia - Per le più grandi corporation del mondo efficienza energetica e autoproduzione di energia da fonti pulite sono sempre più importanti. Il 70% delle compagnie da oltre 1 miliardo di dollari di fatturato si sta muovendo in questo senso. A spingerle, ovviamente, la volontà di ridurre i costi, ma anche di migliorare la sicurezza energetica e ridurre la CO2. È quanto emerge dall'ultimo Ernst & YoungGlobal Annual Cleantech Insights and Trends report, pubblicato ieri (vedi allegati in fondo). Un lavoro per realizzare il quale la società di consulenza ha intervistato i dirigenti di 100 compagnie con fatturato sopra al miliardo di dollari operanti in settori ad alta intensità energetica. Si tratta di aziende che spendono moltissimo per l'energia: il 42% del campione oltre i 50 milioni di dollari l'anno, il 27% sopra i 100 milioni. Chiaro come emergano timori per l'andamento del costo dell'energia: il 30% degli intervistati stima che aumenterà di oltre il 15% nei prossimi 5 anni.

Ma la questione costi non è l'unico fattore che entra in gioco nel decidere la strategia energetica delle corporation. Come spiega uno degli autori del report, Gil Forers: “Mentre la riduzione dei costi è citata più frequentemente come obiettivo primario di strategie energetiche aziendali, si pensa anche ad altri fattori critici come la sicurezza energetica, la riduzione della CO2 e la stabilità dei prezzi. Anche il dover attenersi alle leggi, insieme agli aspetti di reputazione e di marchio, svolge una parte importante."

L'indagine esamina l'uso in queste aziendedi energia da rinnovabili, sia che venga generata dall'azienda stessa, anche tramite asset controllati, sia che venga acquistata. Quasi metà delle corporation, il 41%, produce direttamente o tramite controllate energia rinnovabile, anche se la quota di energia pulita è minoritaria sul totale di energia prodotta. Il 48% delle compagnie oggetto dell'indagine acquista energia da rinnovabili da terzi. Promette bene il fatto che il 67% delle aziende sentite prevede di aumentare la produzione in proprio da rinnovabili e il 59% di aumentarne l'acquisto, mentre il 52% prevede di usare meno combustibili ad alta intensiatà di carbonio, come petrolio e carbone.

La situazione migliorerà ovviamente quando le rinnovabili raggiungeranno la grid parity e saranno quindi competitive economicamente con le fonti convenzionali: il 43% degli intervistati non è disposto a spendere di più per le rinnovabili e mette in evidenza l'importanza di arrivare alla grid parity e di sviluppare nuovi modelli di project financing. A frenare gli investimenti, infatti, al momento sono i tempi di rientro lunghi, gli IRR non sempre abbastanza invitanti e gli elementi di rischio non controllabili.

Anche sul versante efficienza energetica è la questione 'costo dell'energia' il motore principale. Colpisce poi il grande interesse per le tecnologie di gestione della domanda, una parte fondamentale della smart grid: il 47% la individua tra le linee di azione prioritarie, molto più considerate degli interventi più noti come efficientamento degli edifici (20%) o dell'illuminazione (18%).

Il 60% delle aziende intervistate prevede di aumentare il risparmio energetico nei prossimi 5 anni. D'altra parte, come commenta Forer, “Solo le compagnie con una strategia energetica completa e adeguata riusciranno a crearsi un vantaggio competitivo nel mondo di un'economia low carbon e che utlizzi le risorse in modo più efficiente”.

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